Ottant’anni fa il debutto “novarese” di Giorgio Strehler

L'avvenimento, promosso dal Comune e dalla Pro loco, è stato ricordato sabato mattina presso la targa nei giardini della Questura anche con letture tratte dal libro di Clarissa Egle Mambrini pubblicato dieci anni fa da “Lampi di stampa”

Ottant’anni fa l’Italia stava affrontando il suo terzo inverno di guerra. Il 1943 si era aperto sul fronte orientale con l’inizio della tragica ritirata dell’Armir sotto il peso dalla controffensiva sovietica a Stalingrado e, a diverse migliaia di chilometri di distanza, con lo sgombero di Tripoli da parte delle truppe italiane, conseguenza di quella “rotta” iniziata nel novembre precedente dopo la battaglia di el-Alamein. Due avvenimenti che avrebbero mutato il corso del conflitto; prime avvisaglie di quello che sarebbe accaduto nei mesi estivi, con lo sbarco degli Alleati in Sicilia dopo l’effimera resistenza in Tunisia, la caduta del fascismo e l’armistizio, con tutte le successive conseguenze.


Eppure in quel gennaio del ’43 la vita, anche quella culturale, sembrava non risentirne. La guerra, avvertita dalla popolazione dalla sempre maggiore difficoltà nel reperimento di generi alimentari, sembrava ancora essere lontana. Anche i pesanti bombarmenti sulle città sarebbero arrivati più avanti.


A Novara il palazzo in classico stile razionalista anni ’30-’40 del secolo scorso che oggi ospita la Questura era la sede della Federazione provinciale del Partito fascista e uno dei suoi locali (quello che nel dopoguerra sarebbe diventato il cinema “Excelsior”) ospitava il Teatro della Casa Littoria. Proprio in quella sala il 24 gennaio 1943 un gruppo di giovani del Guf guidati da un triestino neanche ventiduenne, Giorgio Strehler (nelle vesti di regista e interprete), mettevano in scena tre atti unici di Luigi Pirandello. L’episodio, accuratamente descritto ne libro di Clarissa Egle Mambrini “Il giovane Strehler. Da Novara al Piccolo teatro”, pubblicato nel 2013 da “Lampi di stampa” era stato ricordato due anni fa (in occasione del centenario della nascita del drammaturgo triestino) con la posa di una targa nel giardini della Questura. Un vero e proprio “omaggio” ripetuto sabato mattina, 28 gennaio, per ricordare in questo caso gli ottant’anni da quell’evento.


Alla cerimonia, promossa da Provincia, Comune e Pro loco, sono intervenuti l’autrice del libro con l’editore Mariano Settembri, il gestore cinematografico Mario Tosi (che con il suo “Vip” ereditò la licenza della precedente sala), la vicesindaca Marina Chiarelli con l’assessore Ivan De Grandis e il presidente del Consiglio comunale Edoardo Brustia. Ad Andrea Doni è stata affidata la lettura di altri brani della pubblicazione, mentre un saluto da parte della Polizia di Stato novarese, a nome del questore, è stato portato dal vicario Giovanni Temporale. Caterina Zadra della Po loco ha ricordato come sia importante che «cinema, teatri e luoghi di cultura, adesso che è possibile frequentarli, tornino ad essere una meta di giovani, oggi impegnati in altre cose. Il ricordo di oggi è declinato proprio per i giovani, affinché titornino negli spazi e questa cosa dovrebbe essere facilitata da noi adulti».

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Ottant’anni fa il debutto “novarese” di Giorgio Strehler

L’avvenimento, promosso dal Comune e dalla Pro loco, è stato ricordato sabato mattina presso la targa nei giardini della Questura anche con letture tratte dal libro di Clarissa Egle Mambrini pubblicato dieci anni fa da “Lampi di stampa”

Ottant’anni fa l’Italia stava affrontando il suo terzo inverno di guerra. Il 1943 si era aperto sul fronte orientale con l’inizio della tragica ritirata dell’Armir sotto il peso dalla controffensiva sovietica a Stalingrado e, a diverse migliaia di chilometri di distanza, con lo sgombero di Tripoli da parte delle truppe italiane, conseguenza di quella “rotta” iniziata nel novembre precedente dopo la battaglia di el-Alamein. Due avvenimenti che avrebbero mutato il corso del conflitto; prime avvisaglie di quello che sarebbe accaduto nei mesi estivi, con lo sbarco degli Alleati in Sicilia dopo l’effimera resistenza in Tunisia, la caduta del fascismo e l’armistizio, con tutte le successive conseguenze.


Eppure in quel gennaio del ’43 la vita, anche quella culturale, sembrava non risentirne. La guerra, avvertita dalla popolazione dalla sempre maggiore difficoltà nel reperimento di generi alimentari, sembrava ancora essere lontana. Anche i pesanti bombarmenti sulle città sarebbero arrivati più avanti.


A Novara il palazzo in classico stile razionalista anni ’30-’40 del secolo scorso che oggi ospita la Questura era la sede della Federazione provinciale del Partito fascista e uno dei suoi locali (quello che nel dopoguerra sarebbe diventato il cinema “Excelsior”) ospitava il Teatro della Casa Littoria. Proprio in quella sala il 24 gennaio 1943 un gruppo di giovani del Guf guidati da un triestino neanche ventiduenne, Giorgio Strehler (nelle vesti di regista e interprete), mettevano in scena tre atti unici di Luigi Pirandello. L’episodio, accuratamente descritto ne libro di Clarissa Egle Mambrini “Il giovane Strehler. Da Novara al Piccolo teatro”, pubblicato nel 2013 da “Lampi di stampa” era stato ricordato due anni fa (in occasione del centenario della nascita del drammaturgo triestino) con la posa di una targa nel giardini della Questura. Un vero e proprio “omaggio” ripetuto sabato mattina, 28 gennaio, per ricordare in questo caso gli ottant’anni da quell’evento.


Alla cerimonia, promossa da Provincia, Comune e Pro loco, sono intervenuti l’autrice del libro con l’editore Mariano Settembri, il gestore cinematografico Mario Tosi (che con il suo “Vip” ereditò la licenza della precedente sala), la vicesindaca Marina Chiarelli con l’assessore Ivan De Grandis e il presidente del Consiglio comunale Edoardo Brustia. Ad Andrea Doni è stata affidata la lettura di altri brani della pubblicazione, mentre un saluto da parte della Polizia di Stato novarese, a nome del questore, è stato portato dal vicario Giovanni Temporale. Caterina Zadra della Po loco ha ricordato come sia importante che «cinema, teatri e luoghi di cultura, adesso che è possibile frequentarli, tornino ad essere una meta di giovani, oggi impegnati in altre cose. Il ricordo di oggi è declinato proprio per i giovani, affinché titornino negli spazi e questa cosa dovrebbe essere facilitata da noi adulti».

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