Paolo Fresu riscopre Isabella Leonarda sull’altare di San Gaudenzio

Diciamolo subito, quando Paolo Fresu mette mano alla tromba o al filicorno, qualsiasi spartito interpreti, il risultato è la musica di Paolo Fresu e non altro. Questo potrebbe essere anche un limite, quello dato dalla forte impronta artistica di un musicista che quasi finisce col far passare in secondo piano l’originalità e la bellezza delle partiture originali. È successo così anche sabato 3 ottobre nella basilica di San Gaudenzio per lo stupendo concerto di Paolo Fresu e Daniele Di Bonaventura nell’ambito del festival Nu Arts and Community.

Nel solito incanto della basilica gaudenziana, sono risuonate le note di melodie celebri: “Qual cor tradisti” da “Norma” di Vincenzo Bellini, “Te Recuerdo Amanda” di Victor Jara, “Preghiera di gennaio” di Fabrizio De André, e poi ancora Fito Páesz, Isabella Leonarda, arie celebri e meno celebri, ma sempre con l’inconfondibile imprimatur della tromba, spesso venata di malinconia, del grande jazzista sardo.

 

 

Con Fresu un altrettanto straordinario jazzista italiano con un grande interesse per la musica classica, quella contemporanea e per la world music, Daniele Di Bonaventura al bandoneon. E proprio di Di Bonaventura sono due dei brani originali presentati, “Capo cadenza” e “Santis”, di grande spessore compositivo e sonoro e ben amalgamati nel complesso programma della serata. Fresu racconta all’attentissimo e stregato pubblico, di come abbia fatto conoscenza con la grande compositrice novarese del Seicento, Isabella Leonarda.

Grazie alle ricerche di una studiosa americana naturalizzata italiana, Candy Smith dell’Università di Bologna, nel periodo del lockdown (che detto per inciso sempre ormai diventata anche un’occasione fertile per la creazione artistica), Fresu ha avuto l’occasione di suonare in streaming con centinaia di jazzisti italiani e di farlo proprio su un brano della compositrice novarese, quel “Canone coronata”, di estrema semplicità e di raffinata bellezza che chiude il concerto in San Gaudenzio. Ancora una perla da aggiungere alla collana di questa edizione numero zero del festival di “Nu Arts and Community” che chiude domenica sera una settimana intensa di accadimenti ed eventi artistici, con “Le retour à la raison” di Man Ray con musiche di Teho Teardo alla Sala Borsa.

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Mario Grella

Nato a Novara, vissuto mentalmente a Parigi, continua a credere che la vita reale sia un ottimo surrogato del web.

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Paolo Fresu riscopre Isabella Leonarda sull’altare di San Gaudenzio

Diciamolo subito, quando Paolo Fresu mette mano alla tromba o al filicorno, qualsiasi spartito interpreti, il risultato è la musica di Paolo Fresu e non altro. Questo potrebbe essere anche un limite, quello dato dalla forte impronta artistica di un musicista che quasi finisce col far passare in secondo piano l’originalità e la bellezza delle partiture originali. È successo così anche sabato 3 ottobre nella basilica di San Gaudenzio per lo stupendo concerto di Paolo Fresu e Daniele Di Bonaventura nell’ambito del festival Nu Arts and Community.

Nel solito incanto della basilica gaudenziana, sono risuonate le note di melodie celebri: “Qual cor tradisti” da “Norma” di Vincenzo Bellini, “Te Recuerdo Amanda” di Victor Jara, “Preghiera di gennaio” di Fabrizio De André, e poi ancora Fito Páesz, Isabella Leonarda, arie celebri e meno celebri, ma sempre con l’inconfondibile imprimatur della tromba, spesso venata di malinconia, del grande jazzista sardo.

 

 

Con Fresu un altrettanto straordinario jazzista italiano con un grande interesse per la musica classica, quella contemporanea e per la world music, Daniele Di Bonaventura al bandoneon. E proprio di Di Bonaventura sono due dei brani originali presentati, “Capo cadenza” e “Santis”, di grande spessore compositivo e sonoro e ben amalgamati nel complesso programma della serata. Fresu racconta all’attentissimo e stregato pubblico, di come abbia fatto conoscenza con la grande compositrice novarese del Seicento, Isabella Leonarda.

Grazie alle ricerche di una studiosa americana naturalizzata italiana, Candy Smith dell’Università di Bologna, nel periodo del lockdown (che detto per inciso sempre ormai diventata anche un’occasione fertile per la creazione artistica), Fresu ha avuto l’occasione di suonare in streaming con centinaia di jazzisti italiani e di farlo proprio su un brano della compositrice novarese, quel “Canone coronata”, di estrema semplicità e di raffinata bellezza che chiude il concerto in San Gaudenzio. Ancora una perla da aggiungere alla collana di questa edizione numero zero del festival di “Nu Arts and Community” che chiude domenica sera una settimana intensa di accadimenti ed eventi artistici, con “Le retour à la raison” di Man Ray con musiche di Teho Teardo alla Sala Borsa.

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Nato a Novara, vissuto mentalmente a Parigi, continua a credere che la vita reale sia un ottimo surrogato del web.