In attesa della nuova esposizione dedicata ai “Paesaggi” in arrivo il prossimo 1 novembre, focalizzata su Segantini, Morbelli e Pellizza da Volpeda ma non solo, nelle sale del castello di Novara è ancora visitabile la mostra “Boldini, De Nittis et les italiens de Paris” anche nei giorni di Pasqua e Pasquetta e fino al 7 aprile.
Otto sale che ospitano novanta opere in un percorso che ci riporta idealmente nella Parigi di fine ‘800 e inizio ‘900, fra i lavori di alcuni degli artisti italiani più noti e amati dal grande pubblico, primi tra tutti il ferrarese Giovanni Boldini (1842-1931) e il barlettano Giuseppe de Nittis (1846-1884).
Attraverso confronti dal ritmo serrato e stimolante, il visitatore può calarsi nello spirito dell’epoca e immaginarsi fra atelier e mostre nella città che, come è noto, fin dai primi anni Venti dell’Ottocento aveva attratto numerosi artisti italiani desiderosi di confrontarsi con la cultura figurativa d’Oltralpe e di ampliare il proprio mercato oltre confine. Con la nascita delle prime Esposizioni Universali, città come Londra e Parigi avevano attratto infatti milioni di visitatori da tutta Europa per diventare centri nevralgici del mercato internazionale dell’arte contemporanea.
L’Exposition universelle del 1867, la prima strutturata interamente a padiglioni, confermò Parigi, parafrasando Walter Benjamin, capitale del lusso e delle mode, del progresso e della civiltà. In questo contesto, dunque, anche il mercato dell’arte non solo divenne florido ma anche in continua e rapida crescita. Sarà proprio dagli anni Sessanta che intraprendenti mercanti d’arte contemporanea, francesi, inglesi, tedeschi, olandesi faranno a gara per assicurarsi le opere di giovani artisti promettenti riuscendo, spesso, a convincerli a stipulare contratti “in esclusiva”, diventandone i diretti intermediari con i compratori e il loro gusto estetico. Tra i mercanti di maggior fama Adolphe Goupil, Friedrich Reitlinger, Thomas e William Agnew, Algernon Moses Marsden.
La mostra è organizzata da METS Percorsi d’Arte dopo il grande successo di pubblico e critica registrato dalle mostre Ottocento in collezione. Dai Macchiaioli a Segantini (2018-2019), Divisionismo. La rivoluzione della luce (2019-2020), Il mito di Venezia. Da Hayez alla Biennale (2021-2022) e Milano da Romantica a Scapigliata (2022-2023).