Piergiorgio Branzi in mostra al castello di Novara con “Il giro dell’occhio”

Piergiorgio Branzi in mostra al castello di Novara con “Il giro dell’occhio”. Apre oggi la personale di uno dei fotografi più autorevoli del ventesimo secolo. In esposizione circa 60 immagini nelle sale del piano terra: «Branzi, classe 1928, è uno dei maestri indisscussi della fotografia italiana – ha spiegato Alessia Paladini, la curatrice, durante al preview – uno dei primi che ha saputo coniugare un pensiero astratto a uan scelta di soggetti da fotografare. Non nasce come fotografo, ma un giorno venne folgorato da una mostra di Henri Cartier-Bresson a Firenze e da lì decise qualce serebbe stata al sua strada. Inizia a fotografare alla fine degli anni Quaranta e lavora ancora oggi».

 

 

Il percorso espositivo, ordinato per cicli tematici cronologici, delinea una mappa geografica che dalla sua Toscana si sposta verso l’Italia del sud e il Mediterraneo, per poi salire a Parigi e a Mosca, dove Branzi lavorò come inviato della Rai.

Si parte idealmente dai chiaroscuri toscani, come omaggio alla sua regione d’origine, con fotografie scattate negli anni cinquanta che appartengono alla prima parte della sua carriera, tutte rigorosamente in bianco e nero per rispettare il cromatismo di quella terra che, secondo Branzi, si gioca tra il grigio grafite e l’ocra spento delle pietre che caratterizzano i palazzi e le strade di Firenze e tra il verde scuro del cipresso e il verde argento degli ulivi che contraddistinguono la campagna toscana.

La mostra prosegue proponendo gli scatti realizzati tra il 1962 e il 1966 a Mosca, l’allora capitale sovietica dove Branzi lavorò come inviato della RAI. Quello che ne risulta è l’incontro con la quotidianità di una società, allora misteriosa e certamente poco conosciuta ma in lento e costante mutamento dove, tra i paesaggi urbani innevati e le celebrazioni del regime comunista, ci si trova di fronte a incontri di straordinaria umanità.

E poi Parigi che Branzi visse da vero flaneur, girovagando senza meta per le sue piazze, i suoi boulevard e i suoi bistrot, lasciandosi stupire dagli sguardi e sorprendere dagli incontri fortuiti.

L’esposizione si chiude con la sezione dedicata a Le Forme, ovvero alla produzione più recente del fotografo toscano, decisamente più sperimentale.


Piergiorgio Branzi – Il giro dell’occhio

Novara, Castello Visconteo Sforzesco
23 giugno – 6 settembre 2020
Orari: martedì – domenica, 10-19 (la biglietteria chiude alle 18)
Biglietti: intero 8 euro, ridotto 6 euro.
È consigliata la prenotazione e l’acquisto on line su www.ticketone.it
Informazioni: tel. 0321.1855421

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Cecilia Colli

Novarese, giornalista professionista, ha lavorato per settimanali e tv. A La Voce di Novara ha il ruolo di direttore

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Piergiorgio Branzi in mostra al castello di Novara con “Il giro dell’occhio”

Piergiorgio Branzi in mostra al castello di Novara con “Il giro dell’occhio”. Apre oggi la personale di uno dei fotografi più autorevoli del ventesimo secolo. In esposizione circa 60 immagini nelle sale del piano terra: «Branzi, classe 1928, è uno dei maestri indisscussi della fotografia italiana – ha spiegato Alessia Paladini, la curatrice, durante al preview – uno dei primi che ha saputo coniugare un pensiero astratto a uan scelta di soggetti da fotografare. Non nasce come fotografo, ma un giorno venne folgorato da una mostra di Henri Cartier-Bresson a Firenze e da lì decise qualce serebbe stata al sua strada. Inizia a fotografare alla fine degli anni Quaranta e lavora ancora oggi».

 

 

Il percorso espositivo, ordinato per cicli tematici cronologici, delinea una mappa geografica che dalla sua Toscana si sposta verso l’Italia del sud e il Mediterraneo, per poi salire a Parigi e a Mosca, dove Branzi lavorò come inviato della Rai.

Si parte idealmente dai chiaroscuri toscani, come omaggio alla sua regione d’origine, con fotografie scattate negli anni cinquanta che appartengono alla prima parte della sua carriera, tutte rigorosamente in bianco e nero per rispettare il cromatismo di quella terra che, secondo Branzi, si gioca tra il grigio grafite e l’ocra spento delle pietre che caratterizzano i palazzi e le strade di Firenze e tra il verde scuro del cipresso e il verde argento degli ulivi che contraddistinguono la campagna toscana.

La mostra prosegue proponendo gli scatti realizzati tra il 1962 e il 1966 a Mosca, l’allora capitale sovietica dove Branzi lavorò come inviato della RAI. Quello che ne risulta è l’incontro con la quotidianità di una società, allora misteriosa e certamente poco conosciuta ma in lento e costante mutamento dove, tra i paesaggi urbani innevati e le celebrazioni del regime comunista, ci si trova di fronte a incontri di straordinaria umanità.

E poi Parigi che Branzi visse da vero flaneur, girovagando senza meta per le sue piazze, i suoi boulevard e i suoi bistrot, lasciandosi stupire dagli sguardi e sorprendere dagli incontri fortuiti.

L’esposizione si chiude con la sezione dedicata a Le Forme, ovvero alla produzione più recente del fotografo toscano, decisamente più sperimentale.


Piergiorgio Branzi – Il giro dell’occhio

Novara, Castello Visconteo Sforzesco
23 giugno – 6 settembre 2020
Orari: martedì – domenica, 10-19 (la biglietteria chiude alle 18)
Biglietti: intero 8 euro, ridotto 6 euro.
È consigliata la prenotazione e l’acquisto on line su www.ticketone.it
Informazioni: tel. 0321.1855421

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