La sala del consiglio provinciale di Novara affollatissima di autorità, esponenti politici, medici e sanitari, cittadini ha seguito attenta la commemorazione di Piero Fornara, illustre clinico pediatra, fra i capi della Resistenza novarese, primo Prefetto della Liberazione, deputato socialista all’Assemblea Costituente nel 1946, sabato mattina.
Prima della scopertura di una targa in corso Mazzini all’esterno della sua abitazione e studio medico oggi sede dell’Istituto Storico della Resistenza e per la storia della società contemporanea intitolato proprio a Piero Fornara.
Dopo il saluto del prefetto di Novara, Francesco Garsia, successore attuale di Fornara, il Prof. Gianni Bona, successore di Fornara alla Pediatria novarese di cui è primario emerito, ha tratteggiato il Fornara medico dei bambini di grande valore scientifico, di cui ha ricordato l’impegno già nella Costituente di un “gruppo medico” per delineare le riforme della sanità pubblica che poi si dipanarono negli anni e la partecipazione come consulente alla progettazione e fondazione dell’Ospedale per i bambini “Eletto Lualdi” di Novara, allora autonomo dall’Ospedale Maggiore di Novara sul cui terreno fu edificato.
Gianni Cerutti, storico e presidente della Fondazione Marazza di Borgomanero ha delineato la figura del Fornara politico, un impegno sociale che non è mai stato disgiunto dalla sua attività di medico.
Fornara è stato una figura singolare di socialista non marxista, ha avuto come suoi maestri di politica il socialista riformista Treves e lo scrittore Carlo Levi, e cattolico praticante: nella sua camera da letto l’ inginocchiatoio su cui recitava ogni sera il Rosario.
Dopo l’ Assemblea Costituente, la mancata rielezione nel collegio senatoriale di Verbania, Fornara, senza clamori, si dedicò completamente all’attività di pediatria, non rinnovando più la tessera del partito Socialista.
Lo fece contestando all’allora dirigenza socialista l’appiattimento sulle posizioni del Partito Comunista del tempo che non riusciva ad avere un giudizio critico sull’Urss e sul suo regime totalitario che disgiungeva il benessere economico dei lavoratori dal rispetto delle libertà della persona a cominciare dal diritto di sciopero.