Rivelata una Novara medievale, in attesa di conoscere quella romana

Nel tardo pomeriggio di venerdì 21 luglio, in occasione della visita guidata al cantiere per la costruzione del nuovo parcheggio sotterraneo organizzata dalla Soprintendenza. In un'area di oltre 3 mila metri quadrati emersi anche i resti di abitazioni distrutte tra il XIII e il XIV secolo

Che l’interesse di molti novaresi verso la costruzione del nuovo parcheggio sotterraneo – primo “step” verso l’agognato progetto riguardante la pedonalizzazione di piazza Martiri – è risaputo da tempo. Che gli scavi, iniziati poco meno di due mesi fa, potessero stimolare la curiosità di tanti nel partecipare, nel tardo pomeriggio di venerdì 21 luglio, alla prima visita guidata al cantiere organizzata dalla Soprintendenza è stata invece una piacevole sorpresa.


Così l’evento è stato anche l’occasione per conoscere una Novara rivelata proprio in questi giorni. A illustrare lo stato dell’arte nel cantiere di oltre 3 mila metri quadrati è stata l’archeologa della Soprintendenza Francesca Garanzini (curatrice insieme alla collega Lucia Mordeglia degli aspetti storico – culturali del sito) insieme ad alcuni responsabili dell’esecuzione dei lavori: «Uno scavo archeologico preliminare alla realizzazione del parcheggio». La zona è stata definita “strategica” per quella che fu la “città Romana” e sui la Chiesa locale iniziò a erigere la sua sede intorno al V secolo, con il Battistero, la prima Cattedrale e il Palazzo Vescovile. Uno dei Centri di poteri della Novara medievale.


«Proprio per queste ragioni – ha proseguito – un’opera, pubblica o privata che sia, non può prescindere da studi preparatori e analisi per quanto riguarda tutti gli aspetti archeologici che hanno preso il via una quindicina di anni fa. Proprio per capire se l’intervento previsto fosse fattibile, con quali tempistiche e con quali costi. Dal punto di vista archeologico si tratta per noi di un’occasione straordinaria, perché si tratta di una delle poche aree libere rimaste in città e quindi non avremo più altre occasioni come questa».


Attraverso l’utilizo di scavatori e di una gru montata sul posto gli addetti hanno iniziato, come si fa con le pagine di un libro, a “sfogliare” ogni strato, rimuovendo quanto si era depositato dal punto edilizio negli ultimi secoli, dal XX andando poi a ritroso nel tempo sino al XVI e poi ancora più indietro sino al XIII. Un lavoro che ha permesso di riportare alla luce i resti di un quartiere medievale, con abitazioni (l’area residenziale era delimitata da una muratura che la separava da quello che era il giardino del Vescovado) che a suo tempo vennero smantellate per lasciare spazio a un’area libera tra il Castello Visconteo (non ancora Sforzesco) e il Palazzo Vescovile. Un sito la cui conservazione è stata considerata in termini “nornali” per quanto riguarda lo standard dell’archeologia urbana, ma che ha permesso di rivelare tutto il suo fascino. Perché l’obiettivo a questo punto è quello di proseguire, andare più… sotto (e indietro nel tempo), per arrivare a quella Novara romana ipoteticamente databile al I secolo avanti Cristo. Anche per questo le visite – per appassionati e curiosi – proseguiranno in futuro. Il prossimo appuntamento è per il mese di settembre.

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Rivelata una Novara medievale, in attesa di conoscere quella romana

Nel tardo pomeriggio di venerdì 21 luglio, in occasione della visita guidata al cantiere per la costruzione del nuovo parcheggio sotterraneo organizzata dalla Soprintendenza. In un’area di oltre 3 mila metri quadrati emersi anche i resti di abitazioni distrutte tra il XIII e il XIV secolo

Che l’interesse di molti novaresi verso la costruzione del nuovo parcheggio sotterraneo – primo “step” verso l’agognato progetto riguardante la pedonalizzazione di piazza Martiri – è risaputo da tempo. Che gli scavi, iniziati poco meno di due mesi fa, potessero stimolare la curiosità di tanti nel partecipare, nel tardo pomeriggio di venerdì 21 luglio, alla prima visita guidata al cantiere organizzata dalla Soprintendenza è stata invece una piacevole sorpresa.


Così l’evento è stato anche l’occasione per conoscere una Novara rivelata proprio in questi giorni. A illustrare lo stato dell’arte nel cantiere di oltre 3 mila metri quadrati è stata l’archeologa della Soprintendenza Francesca Garanzini (curatrice insieme alla collega Lucia Mordeglia degli aspetti storico – culturali del sito) insieme ad alcuni responsabili dell’esecuzione dei lavori: «Uno scavo archeologico preliminare alla realizzazione del parcheggio». La zona è stata definita “strategica” per quella che fu la “città Romana” e sui la Chiesa locale iniziò a erigere la sua sede intorno al V secolo, con il Battistero, la prima Cattedrale e il Palazzo Vescovile. Uno dei Centri di poteri della Novara medievale.


«Proprio per queste ragioni – ha proseguito – un’opera, pubblica o privata che sia, non può prescindere da studi preparatori e analisi per quanto riguarda tutti gli aspetti archeologici che hanno preso il via una quindicina di anni fa. Proprio per capire se l’intervento previsto fosse fattibile, con quali tempistiche e con quali costi. Dal punto di vista archeologico si tratta per noi di un’occasione straordinaria, perché si tratta di una delle poche aree libere rimaste in città e quindi non avremo più altre occasioni come questa».


Attraverso l’utilizo di scavatori e di una gru montata sul posto gli addetti hanno iniziato, come si fa con le pagine di un libro, a “sfogliare” ogni strato, rimuovendo quanto si era depositato dal punto edilizio negli ultimi secoli, dal XX andando poi a ritroso nel tempo sino al XVI e poi ancora più indietro sino al XIII. Un lavoro che ha permesso di riportare alla luce i resti di un quartiere medievale, con abitazioni (l’area residenziale era delimitata da una muratura che la separava da quello che era il giardino del Vescovado) che a suo tempo vennero smantellate per lasciare spazio a un’area libera tra il Castello Visconteo (non ancora Sforzesco) e il Palazzo Vescovile. Un sito la cui conservazione è stata considerata in termini “nornali” per quanto riguarda lo standard dell’archeologia urbana, ma che ha permesso di rivelare tutto il suo fascino. Perché l’obiettivo a questo punto è quello di proseguire, andare più… sotto (e indietro nel tempo), per arrivare a quella Novara romana ipoteticamente databile al I secolo avanti Cristo. Anche per questo le visite – per appassionati e curiosi – proseguiranno in futuro. Il prossimo appuntamento è per il mese di settembre.

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