Oltre 4000 persone tra bambine e bambini, adulti e genitori, 1500 piccoli tra i 4 e gli 11 anni, si sono date appuntamento a Scarabocchi, immaginando e riflettendo sul gesto e l’atto del disegnare facce, visi, volti, le tre parole, tema della settimana edizione del festival, che indicano la nostra visione dell’altro e il senso di incontrarsi intorno alla creatività e all’immaginazione. L’appuntamento di Novara, ideato da Doppiozero e dalla Fondazione Circolo dei lettori, ha ospitato più di 40 laboratori e incontri ispirati all’atto del guardare attraverso uno dei gesti più istintivi e innati, lo scarabocchiare, disegnando noi stessi e gli altri, mentre gli adulti ascoltavano oltre 40 ospiti tra disegnatori, artisti e pensatori.
Tra questi, lo storico conduttore di Art Attack Giovanni Muciaccia, l’antropologo Marco Aime, la psicologa Laura Pigozzi, la drammaturga Tolja Djokovic, lo stencil artist Federico Vullo, illustratori e illustratrici come Pierre Bourrigault, Margherita Mattotti, Elena Tognoli. Il curatore di Scarabocchi Marco Belpoliti e l’illustratrice Giovanna Durì hanno tracciato l’identikit di una società attraverso una galleria di ritratti, comprese la facce e volti di Altan, che ha rinunciato all’ultimo alla presenza dopo aver festeggiato i suoi 80 anni a Scarabocchi nel 2022 e dialogato con Lorenzo Mattotti nella passata edizione. Purtroppo anche l’inaugurazione di venerdì sera con la voce dei Baustelle Rachele Bastreghi e il suo concerto disegnato da Alessandro Baronciani, con Mario Conte, è stata cancellata per un incidente capitato alla cantante. Queste defezioni non hanno scoraggiato il pubblico né il senso dell’edizione, per il cui successo è stato, come abitudine, fondamentale l’entusiasmo dei 50 volontari delle scuole medie superiori di Novara, che hanno lavorato per l’accoglienza dei bambini e la buona realizzazione dei giochi per piccoli e adulti di Scarabocchi.
«È stato un festival segnato dal successo dei laboratori in generale e in particolare da quelli per gli adulti segnati da un desiderio di disegnare – dichiara Marco Belpoliti, curatore di Scarabocchi e direttore editoriale di Doppiozero – di usare le mani che impugnano matite pennarelli e pennelli per dare forma a facce visi e volti dopo che gran parte del tempo le nostre mani e dita battono su tastiere o sfiorano schermi elettronici per vedere il mondo: un modo per farlo nascere il mondo in immagine dai nostri movimenti di mani e occhi una esperienza del reale dopo tanto virtuale».
«Anche questa settima edizione di Scarabocchi si è rivelata una festa per la città di Novara, per tutti i bambini e le bambine che si sono dedicati ai tantissimi laboratori negli spazi del Broletto, ma anche per gli adulti, che si sono lasciati andare alla creatività a partire dal segno più liberatorio e naturale che ci sia commenta Elena Loewenthal, direttore della Fondazione Circolo dei lettori -. Facce visi volti: un fil rouge che ha saputo unire la fantasia alla riflessione, i gesti ai pensieri, in tre giorni indimenticabili anche per noi».
«I veri volti e le facce sono quelle che abbiamo incontrato sorridenti e pieni di entusiasmo e di stupore tra le mura del Broletto – aggiunge Paola Turchelli, responsabile del Circolo dei lettori di Novara -. Sono i protagonisti degli incontri, non solo nei laboratori, ma anche tra gli spazi del festival, bambini e adulti che a volte rincorrendosi, a volte fermandosi a riflettere, hanno sempre elevato lo spirito della bellezza, delle relazioni che si intrecciano intorno all’arte e alla cultura».