Sette Corti del Coccia accolgono il pubblico in presenza

Sabato 19 giugno il teatro riapre le porte per la prima volta dopo sedici mesi. Sette micro opere liriche tutte in una sera, frutto del lavoro dell'Accademia AMO

Sette Corti del Coccia accolgono il pubblico in presenza. Sabato 19 giugno il teatro riapre le porte per la prima volta dalla pandemia con sette micro opere liriche messe in scena tutte in una sera per un’ora e dieci minuti di spettacolo. Una produzione che è frutto del lavoro dell’Accademia dei Mestieri dell’Opera del Teatro Coccia AMO.

Un teatro di tradizione che riparte per la prima volta non solo dopo la pandemia, ma dopo sedici mesi di ristrutturazione. «Abbiamo sfruttato la situazione per un vero e proprio restyling – ha detto il sindaco Alessandro Canelli -. Dal 1993, dalla sua apertura, il Coccia non era più stato sottoposto a lavori, soprattutto sulla parte della messa in sicurezza. Un milione e 300 mila euro per interventi che rendono la struttura più sicura possibile».

Anche il presidente della fondazione Fabio Ravanelli ha affermato; «Simbolicamente restituiamo il Coccia alla città e riapriamo con un rispetto maniacale delle regole. È un nuovo teatro anche se i lavori non sono visibili a occhio».

«Cantanti, regia, compositori sono tutti allievi dell’Accademia oltre ad altri professionisti che hanno donato gratuitamente il loro lavoro – ha spiegato la direttrice del Coccia, Corinne Baroni -. Le scenografie sono montate sugli spicchi di una struttura rotonda e girevole utilizzata ai cambi di scena».

Sabato 19 la serata inaugurale, domenica la replica. Sul podio ci sarà la direttrice d’orchestra Margherita Colombo oltre ad altri allievi dell’Accademia: «Questo è un vero e proprio ritorno alla vita. Portiamo in scena opere che non si possono raccontare se non vedendole».

«Perché portare in scena un’opera che dura più di un’ora? È così che è stato fatto questo esperimento mettendo al lavoro i migliori allievi di scrittura del corso – ha detto Marco Taralli, docente di composizione dell’Accademia -. Il teatro riapre con la migliore tradizione dell’Ottocento: commissionare un’ora secondo le esigenze di quel momento. È ed ciò che sta succedendo al Coccia: piccola orchestra perché anche in buca serve il distanziamento, pochi cantanti. Un lavoro veramente artigianale peccato che abbiamo smesso di pensare in questo modo».

Il dettaglio delle opere

Alberto Cara firma – anche in qualità di librettista – il primo atto: Diva Killer, un thriller ambientato proprio nel camerino di un teatro d’opera, la regia è di Stefano Ferrara, interpreti il soprano Alina Tabolina e il tenore Nanxin Ye; Cristiano Serino è l’autore di De due ne famo una, una stralunata storia d’amore tra le stelle scritta, da Serino stesso, in romanesco. La regia è di Elena Masullo, interpreti il soprano Maria Grazia Piccardi e il mezzo soprano Caterina Dellaere. Si cambia stile con un’atmosfera da sit-com newyorkese: a firma di Paola Magnanini Un paio in tre, su soggetto di Stefano Valanzuolo e libretto di Vincenzo De Vivo (autori in residence della Fondazione Teatro Coccia per quanto riguarda la produzione contemporanea), regia di Salvatore Sito, protagonisti Federica Vinci, Simona Ruisi e Riccardo Massolin (pianista, ma non solo…); una fiaba contemporanea che parla di solitudine e condivisione è Stracci di poesia di Joe Schittino, regia di Salvatore Sito, su libretto di Stefano Valanzuolo, interpretato dal soprano Sachi Nogami e dal mezzo soprano Sabrina D’Amato; Federico Biscione è autore di musiche, soggetto e libretto de L’autopsia, ambientata in uno studio medico dove non tutto è come sembra, a firmare la regia è Mirco Michelon, interpreti il soprano Laura Ali e il baritono Wankyung Park; ancora un medical drama contemporaneo quello firmato da Salvatore Passantino Dormire, guarire forse, l’opera il cui libretto è firmato da Stefano Valanzuolo e Vincenzo De Vivo, è stata presentata in anteprima streaming il 12 maggio in occasione della Giornata Mondiale dell’Infermiere all’Auditorium dell’ospedale Maggiore, un lavoro a tutti gli effetti dedicato a chi in questo ultimo anno e mezzo sta lottando insieme agli ammalati. La produzione ha ottenuto il premio speciale della Giuria nell’ultima edizione del Concorso di Canto Lirico Virtuale SOI Scuola dell’Opera Italiana Fiorenza Cedolins. La regia è di Stefano Ferrara, interpreti il soprano Laura Ali e il soprano Miryam Marcore; ultimo atto l’opera buffa a firma di Marco Taralli Magic Moments, un mago cialtrone tratteggiato dalla penna e dalla creatività di Stefano Valanzuolo e Vincenzo De Vivo, la regia è di Mirco Michelon, interpreti il soprano Miryam Marcone e il baritono Semyon Basalaev.

A traghettare il pubblico da un atto all’altro, munito di telecomando, l’insonne protagonista di Tutto in una notte: il basso baritono Pasquale Greco. Le arie che accompagnano nei passaggi tra le opere sono firmate da Federico Gon, su libretto di Stefano Valanzuolo.

Il racconto si snoda attraverso le varie ambientazioni grazie all’idea scenica di Matteo Capobianco. A confezionare l’intera opera la regia di Roberto Recchia.

L’orchestra è il Giovane Ensemble Guido Cantelli, formata da Ivan Corona, Diego Cristofari, Erika Patrucco, Angelica Seminara, Francesco Bruno, Stefano Raccagni, Davide Agamennone, Davide Cocito, Daniel Ciobanu, Tonino Chiodo e Giorgio Pigni.

Biglietti da 10 a 33 euro in Teatro oppure su www.fondazioneteatrococcia.it

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Cecilia Colli

Novarese, giornalista professionista, ha lavorato per settimanali e tv. A La Voce di Novara ha il ruolo di direttore

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Sette Corti del Coccia accolgono il pubblico in presenza

Sabato 19 giugno il teatro riapre le porte per la prima volta dopo sedici mesi. Sette micro opere liriche tutte in una sera, frutto del lavoro dell’Accademia AMO

Sette Corti del Coccia accolgono il pubblico in presenza. Sabato 19 giugno il teatro riapre le porte per la prima volta dalla pandemia con sette micro opere liriche messe in scena tutte in una sera per un’ora e dieci minuti di spettacolo. Una produzione che è frutto del lavoro dell’Accademia dei Mestieri dell’Opera del Teatro Coccia AMO.

Un teatro di tradizione che riparte per la prima volta non solo dopo la pandemia, ma dopo sedici mesi di ristrutturazione. «Abbiamo sfruttato la situazione per un vero e proprio restyling – ha detto il sindaco Alessandro Canelli -. Dal 1993, dalla sua apertura, il Coccia non era più stato sottoposto a lavori, soprattutto sulla parte della messa in sicurezza. Un milione e 300 mila euro per interventi che rendono la struttura più sicura possibile».

Anche il presidente della fondazione Fabio Ravanelli ha affermato; «Simbolicamente restituiamo il Coccia alla città e riapriamo con un rispetto maniacale delle regole. È un nuovo teatro anche se i lavori non sono visibili a occhio».

«Cantanti, regia, compositori sono tutti allievi dell’Accademia oltre ad altri professionisti che hanno donato gratuitamente il loro lavoro – ha spiegato la direttrice del Coccia, Corinne Baroni -. Le scenografie sono montate sugli spicchi di una struttura rotonda e girevole utilizzata ai cambi di scena».

Sabato 19 la serata inaugurale, domenica la replica. Sul podio ci sarà la direttrice d’orchestra Margherita Colombo oltre ad altri allievi dell’Accademia: «Questo è un vero e proprio ritorno alla vita. Portiamo in scena opere che non si possono raccontare se non vedendole».

«Perché portare in scena un’opera che dura più di un’ora? È così che è stato fatto questo esperimento mettendo al lavoro i migliori allievi di scrittura del corso – ha detto Marco Taralli, docente di composizione dell’Accademia -. Il teatro riapre con la migliore tradizione dell’Ottocento: commissionare un’ora secondo le esigenze di quel momento. È ed ciò che sta succedendo al Coccia: piccola orchestra perché anche in buca serve il distanziamento, pochi cantanti. Un lavoro veramente artigianale peccato che abbiamo smesso di pensare in questo modo».

Il dettaglio delle opere

Alberto Cara firma – anche in qualità di librettista – il primo atto: Diva Killer, un thriller ambientato proprio nel camerino di un teatro d’opera, la regia è di Stefano Ferrara, interpreti il soprano Alina Tabolina e il tenore Nanxin Ye; Cristiano Serino è l’autore di De due ne famo una, una stralunata storia d’amore tra le stelle scritta, da Serino stesso, in romanesco. La regia è di Elena Masullo, interpreti il soprano Maria Grazia Piccardi e il mezzo soprano Caterina Dellaere. Si cambia stile con un’atmosfera da sit-com newyorkese: a firma di Paola Magnanini Un paio in tre, su soggetto di Stefano Valanzuolo e libretto di Vincenzo De Vivo (autori in residence della Fondazione Teatro Coccia per quanto riguarda la produzione contemporanea), regia di Salvatore Sito, protagonisti Federica Vinci, Simona Ruisi e Riccardo Massolin (pianista, ma non solo…); una fiaba contemporanea che parla di solitudine e condivisione è Stracci di poesia di Joe Schittino, regia di Salvatore Sito, su libretto di Stefano Valanzuolo, interpretato dal soprano Sachi Nogami e dal mezzo soprano Sabrina D’Amato; Federico Biscione è autore di musiche, soggetto e libretto de L’autopsia, ambientata in uno studio medico dove non tutto è come sembra, a firmare la regia è Mirco Michelon, interpreti il soprano Laura Ali e il baritono Wankyung Park; ancora un medical drama contemporaneo quello firmato da Salvatore Passantino Dormire, guarire forse, l’opera il cui libretto è firmato da Stefano Valanzuolo e Vincenzo De Vivo, è stata presentata in anteprima streaming il 12 maggio in occasione della Giornata Mondiale dell’Infermiere all’Auditorium dell’ospedale Maggiore, un lavoro a tutti gli effetti dedicato a chi in questo ultimo anno e mezzo sta lottando insieme agli ammalati. La produzione ha ottenuto il premio speciale della Giuria nell’ultima edizione del Concorso di Canto Lirico Virtuale SOI Scuola dell’Opera Italiana Fiorenza Cedolins. La regia è di Stefano Ferrara, interpreti il soprano Laura Ali e il soprano Miryam Marcore; ultimo atto l’opera buffa a firma di Marco Taralli Magic Moments, un mago cialtrone tratteggiato dalla penna e dalla creatività di Stefano Valanzuolo e Vincenzo De Vivo, la regia è di Mirco Michelon, interpreti il soprano Miryam Marcone e il baritono Semyon Basalaev.

A traghettare il pubblico da un atto all’altro, munito di telecomando, l’insonne protagonista di Tutto in una notte: il basso baritono Pasquale Greco. Le arie che accompagnano nei passaggi tra le opere sono firmate da Federico Gon, su libretto di Stefano Valanzuolo.

Il racconto si snoda attraverso le varie ambientazioni grazie all’idea scenica di Matteo Capobianco. A confezionare l’intera opera la regia di Roberto Recchia.

L’orchestra è il Giovane Ensemble Guido Cantelli, formata da Ivan Corona, Diego Cristofari, Erika Patrucco, Angelica Seminara, Francesco Bruno, Stefano Raccagni, Davide Agamennone, Davide Cocito, Daniel Ciobanu, Tonino Chiodo e Giorgio Pigni.

Biglietti da 10 a 33 euro in Teatro oppure su www.fondazioneteatrococcia.it

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Cecilia Colli

Novarese, giornalista professionista, ha lavorato per settimanali e tv. A La Voce di Novara ha il ruolo di direttore