Il garage dove ci ha dato appuntamento è poco fuori città. La giornata è fredda, ma non troppo e nell’aria si respira già la leggerezza del fine settimana. Dietro la basculante troviamo Luca Panozzo, giovane cantautore novarese che ci aspetta con la chitarra in mano, ovviamente. La sua storia musicale inizia molti anni fa, ma si fa radice nel maledetto 2019, quando siamo costretti a farci isola e rinchiuderci nelle tane per scampare a un virus che da lì a poco avrebbe capovolto le vite di tutti noi. Le composizioni del giovane musicista sono composizioni che finiscono subito sottopelle, sono di facile assorbimento, ma per nulla prevedibili: storie di vita, di amore e passione, il tutto cantato con voce modulata e avvolgente. «Benvenuti nel Sunny Garage» esordisce così Panozzo e allarga le braccia per accoglierci mentre in radio Lucio Dalla e Francesco De Gregori si chiedono, cosa sarà che fa crescere gli alberi/ la felicità, che fa morire a vent’anni/ anche se vivi fino a cento, in un capolavoro uscito nel lontano 1978.
Lucio Dalla, Francesco De Gregori, nomi importanti. Facci indovinare: per caso ti hanno in qualche modo influenzato?
Bingo! Certo, tutta la leva cantautorale italiana di quegli anni ha avuto e ha tutt’ora un’importanza centrale nella mia musica. Ma anche gli autori e musicisti moderni, sia chiaro.
Questo garage è tutto tranne che un box per auto. Sembra uno studio di registrazione, una tana…
Esatto, questo è il Sunny Garage. Qui è dove nasce la mia musica, dove mi ritiro per comporre e mettermi in salvo dal mondo cattivo [ride]. Nel 2019, il terribile anno, ho preso in affitto questo posto, perché avevo bisogno di un luogo decontaminato; un posto dove connettermi a tantissime persone, pur restando chiuso qui dentro. Ho iniziato a produrre video di cover per Youtube. In quel periodo la musica, per molti, è stata davvero l’unica salvezza.
Come darti torto. Dunque, da lì è partito il progetto del Sunny Garage, che, oltre a essere un posto fisico, è anche il titolo del tuo primo disco. Giusto?
Esattamente. Sunny Garage è il titolo del mio primo appuntamento discografico. Sono dieci brani, dieci momenti intimisti dove mi slego e mi racconto, ma soprattutto racconto le storie che mi circondano.
Una sorta di bardo dei tempi moderni?
Sì, se vogliamo, sì. Il cantautorato si nutre di storie, senza dover scomodare i nomi più grandi, ma ci tengo a farlo, mi viene in mente Fabrizio De André, chi meglio di lui è stato capace di narrare e mettere in musica tutto ciò che lo circondava? Nella mie canzoni faccio lo stesso, e no, non sto facendo paragoni impossibili, parlo di intenzioni di verismo musicato. Anche la provincia di Novara fa parte delle mie composizioni, senza dubbio alcuno. Sono molto legato anche alla figura del busker…
Quindi, appena puoi, ti piace portare per strada la tua musica. A proposito, ci parli dei tuoi progetti futuri?
Suonare in giro, quanto ci manca? Suonare ai concerti, quanto ci manca? Senza limiti, intendo. Prendere la chitarra, caricarla in macchina e partire per la prima città e piazzarsi per strada. La gente che si ferma spontaneamente è la benzina che mi fa andare avanti. Dunque, per tornare alla domanda, i progetti in cantiere sono diversi, il primo è quello appunto di portare a spasso il mio disco, farlo conoscere un po’. Poi, simultaneamente, continuare il mio discorso di composizione: scrivo e compongo di continuo, perché, senza mezze misure, io vivo per la musica.