Teho Teardo chiude l’edizione zero di Nu Festival

Teho Teardo chiude l’edizionw zero di Nu Festival. Come Johannes Baader, che si definiva “over-dada” e che scriveva lettere al Kaiser e a Gesù Cristo, da vero vetero-dadista, anche Teho Teardo, scrisse a Man Ray, l’uomo-raggio, come lo chiamò nella lettera. Gli scrisse per annunciare, con molto garbo e tatto, di aver composto una colonna sonora per il suo film “Le Retour à la Raison” del 1923, primo (e forse unico), film girato senza usare una macchina da presa, ma attraverso la proiezione delle cosiddette “rayographies”.

Lunga storia che varrebbe la pena di essere raccontata per intero. Teho Teardo chiamato a chiudere lo straordinario festival di “Nu Arts and Community”, ha “musicato” con intelligenza e gusto quel film rivoluzionario e anche “L’ Etoile de mer” del 1928, sempre di Man Ray, proiettati domenica scorsa nell’ultima serata del festival alla Sala Borsa. Con Teardo, ad addolicre le sue diavolerie elettroniche, il bel violino di Elena De Stabile e la viola di ambra Chiara Michelangeli. Rivedere il cinema di Man Ray commentato dalla musica elettronica ci restituisce una sensazione di inaspettata contemporaneità, effetti speciali ante-litteram utilizzati dai dadaisti e dai surrealisti per indagare quel mondo dell’inconscio che, sulle novità sconvolgenti introdotte dagli studi di Freud, si palesavano nei primi decenni del Novecento.

 

 

Teardo pesca a piene mani in uno straordinario repertorio di suoni elettronici, senza negarsi il piacere di una strumentistica tradizionale che va dalla chitarra elettrica all’ocarina. Un melange possente, variegato, fluido e in cui la ripetizione si adatta magnificamente al commento delle immagini oniriche di Man Ray; a tratti, anche grazie ai suoni armonizzati dai due strumenti ad arco, le composizioni di Teardo, nella loro circolarità, possono ricordare la ricerca musicale di Gavin Bryars. Teho Teardo è un compositore con straordinarie esperienze alle spalle, ha lavorato con registi come Gabriele Salvatores, Paolo Sorrentino e si è sempre mosso in quel fecondo campo che è la multimedialità con uno sguardo attento sulla interdisciplinarietà. Il finale delle proiezioni è arricchito da un “riff”, per così dire, di una decina di chitarristi che sembravano voler prolungare gli echi elettronici della musica di Teho Teardo.

Una performance originalissima che chiude degnamente il numero zero del festival di “Nu Arts and Community” che, come avevano ricordato il sindaco Alessandro Canelli e la diretrice artistica Ricciarda Belgioioso, dovrebbe diventare una presenza costante del variegato panorama culturale cittadino. Chi ben inizia…

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Mario Grella

Nato a Novara, vissuto mentalmente a Parigi, continua a credere che la vita reale sia un ottimo surrogato del web.

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Teho Teardo chiude l'edizionw zero di Nu Festival. Come Johannes Baader, che si definiva “over-dada” e che scriveva lettere al Kaiser e a Gesù Cristo, da vero vetero-dadista, anche Teho Teardo, scrisse a Man Ray, l’uomo-raggio, come lo chiamò nella lettera. Gli scrisse per annunciare, con molto garbo e tatto, di aver composto una colonna sonora per il suo film “Le Retour à la Raison” del 1923, primo (e forse unico), film girato senza usare una macchina da presa, ma attraverso la proiezione delle cosiddette “rayographies”. Lunga storia che varrebbe la pena di essere raccontata per intero. Teho Teardo chiamato a chiudere lo straordinario festival di “Nu Arts and Community”, ha “musicato” con intelligenza e gusto quel film rivoluzionario e anche "L' Etoile de mer" del 1928, sempre di Man Ray, proiettati domenica scorsa nell'ultima serata del festival alla Sala Borsa. Con Teardo, ad addolicre le sue diavolerie elettroniche, il bel violino di Elena De Stabile e la viola di ambra Chiara Michelangeli. Rivedere il cinema di Man Ray commentato dalla musica elettronica ci restituisce una sensazione di inaspettata contemporaneità, effetti speciali ante-litteram utilizzati dai dadaisti e dai surrealisti per indagare quel mondo dell'inconscio che, sulle novità sconvolgenti introdotte dagli studi di Freud, si palesavano nei primi decenni del Novecento.     Teardo pesca a piene mani in uno straordinario repertorio di suoni elettronici, senza negarsi il piacere di una strumentistica tradizionale che va dalla chitarra elettrica all'ocarina. Un melange possente, variegato, fluido e in cui la ripetizione si adatta magnificamente al commento delle immagini oniriche di Man Ray; a tratti, anche grazie ai suoni armonizzati dai due strumenti ad arco, le composizioni di Teardo, nella loro circolarità, possono ricordare la ricerca musicale di Gavin Bryars. Teho Teardo è un compositore con straordinarie esperienze alle spalle, ha lavorato con registi come Gabriele Salvatores, Paolo Sorrentino e si è sempre mosso in quel fecondo campo che è la multimedialità con uno sguardo attento sulla interdisciplinarietà. Il finale delle proiezioni è arricchito da un "riff", per così dire, di una decina di chitarristi che sembravano voler prolungare gli echi elettronici della musica di Teho Teardo. Una performance originalissima che chiude degnamente il numero zero del festival di "Nu Arts and Community" che, come avevano ricordato il sindaco Alessandro Canelli e la diretrice artistica Ricciarda Belgioioso, dovrebbe diventare una presenza costante del variegato panorama culturale cittadino. Chi ben inizia...

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Nato a Novara, vissuto mentalmente a Parigi, continua a credere che la vita reale sia un ottimo surrogato del web.