Un vero e proprio “dietro le quinte” di un complesso museale. Presentare attraverso una serie di immagini quello che avviene quando un allestimento viene smontato per lasciare spazio a quello successivo. E’ il tema del progetto “Nuova Galleria Giannoni – Pagine di storia novarese”, una raccolta di immagini scattate dai soci della Società fotografica novarese nel corso di più sessioni tra gli anni 2020 e ’21 durante il disallestimento del precedente percorso nel celebre spazio museale cittadino e l’allestimento di quello attuale. Fotografie che sono andate a loro volta a impaginare una mostra, ospitata nella Sala dell’Accademia del Complesso del Broletto, e presenta al pubblico nel pomeriggio di giovedì 6 ottobre e che sarà visitabile sino a fine mese.
L’allestimento, che la Sfm ha realizzato con la collaborazione del Comune e dell’Ufficio Musei e il sostegno della Fondazione Cariplo e Comunità Novarese, come ha spiegato il presidente Stefano Nai, «ritrae i momenti piu salienti e interessanti delle due fasi che hanno interessato i locali della Giannoni. Una visione degli spazi decisamente diversa di quella alla quale siamo abituati, ma la cosa più interessante dal punto di vista fotografico è quella di aver ripreso i momenti più inconsueti, una sorta di backstage di quello che avviene quando si “monta” una nuova mostra, dove il contrasto è molto forte fra le sale vuote, desolate e la complessa attività febbrile di ha poi contribuito anche fisicamente a sistemare i nuovi quadri e a posizionare le illuminazioni».
«Questo è un esempio – ha detto il sindaco Alessandro Canelli – di come l’attività che abbiamo messo in campo come amministrazione e con l’aiuto di tanti soggetti come le due fondazioni riesca a funzionare», ricordando inoltre come il il progetto sia partito nel 2011 attraverso i fondi per i 150 anni dell’Unità d’Italia che hanno consentito la ristrutturazione di un’ala del Broletto e a fare “rivivere” una realtà come la Galleria Giannoni, da tempo preclusa al pubblico: «A distanza di dieci anni si è poi deciso di rinnovare il progetto scientifico e utilizzando i fondi Cariplo e quelli della Fondazione Comunità Novarese è stato possibile restaurare alcuni quadri conservati nei magazzini, per poi proporli attraverso un nuovo percorso museale. Qui il supporto e l’affiancamento della Società fotografica novarese ci ha aiutato a “cristallizare” e nello steso tempo rendere noti al pubblico quelli che sono stati i passaggi fondamentali di questo percorso. Un esempio di come più soggetti che operano sul territorio possano collaborare per rendere sempre più visibile e valorizzare l’attività che viene svolta in ambito culturale nella nostra città».
Con una battuta il presidente della Fondazione Comunità Novarese Davide Maggi ha sostenuto che i contributi sono importanti, «ma se manca l’idea, l’occhio intorno al quale ragionare per rendere la bellezza ostensibile, il denaro di per sé non è una cosa bella da vedere. E’ bello quando si trasforma in un’idea che possa prendere corpo come in questo caso. Come fondazione – ha aggiunto – pur nel momento difficile che abbiamo attraversato con la pandemia, non abbiamo “distratto” un euro dagli investimenti in cultura. Molto è stato destinato nei servizi alla persona perché quello era il momento più critico, ma nulla è stato tolto agli altri settori, perché cultura e arte rappresentano l’humus di una comunità. Se li prosciughiamo non abbiamo più il senso di vivere insieme».