A un mese dall’inaugurazione, la mostra allestita nelle sale del castello di Novara ha registrato 5000 visitatori. “Il mito di Venezia – da Hayez alla Biennale” espone settanta opere (provenienti da collezioni private) di artisti noti e non solo, che hanno influenzato tutta la pittura degli anni successivi.
«Siamo in linea con le esposizioni degli anni scorsi – spiega Paolo Tacchini, presidente di Mets, l’associazione che in passato ha proposto “Ottocento in collezione” e le due versioni di “Divisionismo, la rivoluzione e della luce” -. Covid permettendo, il nostro obiettivo resta il raggiungimento di 20.000 presenze. Per gennaio abbiamo già numerose prenotazioni e abbiamo notato che questa volta i novaresi hanno dato una risposta migliore, segno che la città sta cominciando ad apprezzare la nostra proposta».
La mostra si inserisce nelle celebrazioni della fondazione della città di Venezia e ha ricevuto l’approvazione del Comitato di Indirizzo Venezia 1600. L’allestimento è stato suddiviso in otto sale; ad accogliere i visitatori c’è la Venere che scherza due colombe (ritratto della ballerina Cecilie Chambert) di Hayez oltre a opere di Lipparini e Molmenti. La seconda sala è dedicata al paesaggio Canella, Favretto, Nono e Ciardi. Dalla quarta alla sesta sono esposti dipinti di vita quotidiana, affetti e famiglia mentre l’ultima accoglie le opere degli stessi artisti realizzate tra la fine dell’Ottocento e i primi del Novecento.
Due le stanze monografiche: la terza accoglie dodici opere di Guglielmo Ciardi raffiguranti i paesaggi veneti, mentre la settima è dedicata a Luigi Nono e ai suoi dipinti più celebri: il Refugium peccatorum nelle due versioni del 1881 e del 1883 (quest’ultima già esposta durante “Ottocento in collezione”) oltre a Le due madri e Ave Maria.
Informazioni dettagliate sulle opere, costi e orari di visita sono disponibili sul sito di Mets.