Un progetto da 27 milioni per gli immobili culturali di Novara

Un progetto da 27 milioni per gli immobili culturali di Novara. È uno dei 33 interventi che il comune di Novara ha inserito tra quelli che aspirano a essere finanziati con i fondi del Recovery Plan e che riguarda sia il recupero degli immobili che l’attività di digitalizzazione del patrimonio culturale. «Non esiste ancora un progetto esecutivo, ma una pianificazione avviata nel tempo; nel caso in cui riuscissimo a ottenere risorse, andremmo a integrare dal punto di vista progettuale. Questo prospetto avrà un forte impatto sulla futura impostazione di sistema culturale della città, sia che finanziato con il Recovery sia con altri fonti di finanziamento» ha detto il sindaco Alessandro Canelli il durante la presentazione in commissione.

“Novara è cultura!”, questo il titolo del documento, comprende: Biblioteca (4 milioni), Palazzo Faraggiana: (8,5 milioni), facciata della basilica di San Gaudenzio (5 milioni), completamento Teatro Faraggiana (1,5 milioni), completamento restauro mura del castello e cortile (6,5 milioni), completamento del percorso di valorizzazione dei beni culturali avviato con la valorizzazione digitale dei musei civici, della biblioteca, delle fondazioni del Comune (Coccia, Castello) e dell’Istituto Brera. (1,5 milioni).

 

 

«Se Casa Bossi sta seguendo un percorso di recupero con un progetto dedicato e ben noto – ha proseguito il sindaco – questo intervento si concentra sul restauro di Palazzo Faraggiana dove sono ancora sistemati gli uffici dell’Urbanistica: lo scopo è di riuscire a restituire la funzione primaria di esposizione museale attraverso la collezione Ferrandi Faraggiana che di trova nei magazzini di Biandrate. La facciata e il cortile interno del teatro Faraggiana, interventi di manutenzione sull’immobile del Brera di proprietà comunale e sulla digitalizzazione degli antichi spartiti musicali; e poi ancora il castello e l’archivio digitale dei reperti archeologici, gli interventi sul patrimonio e su alcune aree di Palazzo Negroni. Un percorso che si sposa bene con le linee guida del Recovery rispetto ad teni che vanno in continuità con quello che già rea stato iniziato dalle precedenti amministrazioni».

Su sollecitazione della minoranza che ha chiesto se dovranno essere impiegati sette anni per la realizzazione del progetto, così come scritto nel documento (Rossano Pirovano Pd) e se in questo modo i magazzini di Biandrate verranno svuotati (Mario Iacopino 5 Stelle) Canelli ha risposto: «Candidiamo 27 milioni di euro e se ce li danno tutti facciamo i salti di gioia, ma è molto difficile che ciò avvenga. Se ci finanziano anche solo una parte, cominciamo a realizzare  una serie di interventi che per i quali non saranno necessari sette anni: quella è la durata di tutto il progetto. Per quanto riguarda Biandrate, non svuoteremo completamente il deposito perchè molte opere resteranno lì. L’intenzione è quello di ridurre gli spazi del magazzino, considerato il fatto però che per esporre i quadri non basta andarli a prendere, bisogna anche restaurarli».


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Cecilia Colli

Novarese, giornalista professionista, ha lavorato per settimanali e tv. A La Voce di Novara ha il ruolo di direttore

0 risposte

  1. BELLO IL CASTELLO RIFATO PERO A GUARDARLO BENE SEMBRA UN ARTISTICO BRIDO TRA ANTICO E MODERNO AD AD OGNI MODO ACCETABILE PERCHE’ COL TEMPO DIVENTEA IL CENTRO SOCIO CULTURAL E DLLA CITTA DI NOVARA A PENSAR CHE TANTI ANNI FA( 70/80!) ERA IL CARCEEE DI NOVARA

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Un progetto da 27 milioni per gli immobili culturali di Novara. È uno dei 33 interventi che il comune di Novara ha inserito tra quelli che aspirano a essere finanziati con i fondi del Recovery Plan e che riguarda sia il recupero degli immobili che l'attività di digitalizzazione del patrimonio culturale. «Non esiste ancora un progetto esecutivo, ma una pianificazione avviata nel tempo; nel caso in cui riuscissimo a ottenere risorse, andremmo a integrare dal punto di vista progettuale. Questo prospetto avrà un forte impatto sulla futura impostazione di sistema culturale della città, sia che finanziato con il Recovery sia con altri fonti di finanziamento» ha detto il sindaco Alessandro Canelli il durante la presentazione in commissione. "Novara è cultura!", questo il titolo del documento, comprende: Biblioteca (4 milioni), Palazzo Faraggiana: (8,5 milioni), facciata della basilica di San Gaudenzio (5 milioni), completamento Teatro Faraggiana (1,5 milioni), completamento restauro mura del castello e cortile (6,5 milioni), completamento del percorso di valorizzazione dei beni culturali avviato con la valorizzazione digitale dei musei civici, della biblioteca, delle fondazioni del Comune (Coccia, Castello) e dell'Istituto Brera. (1,5 milioni).     «Se Casa Bossi sta seguendo un percorso di recupero con un progetto dedicato e ben noto - ha proseguito il sindaco - questo intervento si concentra sul restauro di Palazzo Faraggiana dove sono ancora sistemati gli uffici dell'Urbanistica: lo scopo è di riuscire a restituire la funzione primaria di esposizione museale attraverso la collezione Ferrandi Faraggiana che di trova nei magazzini di Biandrate. La facciata e il cortile interno del teatro Faraggiana, interventi di manutenzione sull'immobile del Brera di proprietà comunale e sulla digitalizzazione degli antichi spartiti musicali; e poi ancora il castello e l'archivio digitale dei reperti archeologici, gli interventi sul patrimonio e su alcune aree di Palazzo Negroni. Un percorso che si sposa bene con le linee guida del Recovery rispetto ad teni che vanno in continuità con quello che già rea stato iniziato dalle precedenti amministrazioni». Su sollecitazione della minoranza che ha chiesto se dovranno essere impiegati sette anni per la realizzazione del progetto, così come scritto nel documento (Rossano Pirovano Pd) e se in questo modo i magazzini di Biandrate verranno svuotati (Mario Iacopino 5 Stelle) Canelli ha risposto: «Candidiamo 27 milioni di euro e se ce li danno tutti facciamo i salti di gioia, ma è molto difficile che ciò avvenga. Se ci finanziano anche solo una parte, cominciamo a realizzare  una serie di interventi che per i quali non saranno necessari sette anni: quella è la durata di tutto il progetto. Per quanto riguarda Biandrate, non svuoteremo completamente il deposito perchè molte opere resteranno lì. L'intenzione è quello di ridurre gli spazi del magazzino, considerato il fatto però che per esporre i quadri non basta andarli a prendere, bisogna anche restaurarli».
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