Chissà se Mario Monicelli quando nel 1992 ha firmato la pellicola “Parenti serpenti” ha pensato in qualche modo a Puccini e al suo “Gianni Schicchi” del 1918. Ne è convinta Teresa Gargano, la regista che questa sera, venerdì 25 ottobre, e domenica 27 porterà in scena al Teatro Coccia il doppio titolo La Benedizione, opera contemporanea con le musiche di Cristian Carrara e il testo del noto autore toscano Marco Malvaldi, che anticipa in 35 minuti la vicenda classica di Gianni Schicchi di Giacomo Puccini, opera cosiddetta buffa, ispirata al XXX Canto dell’Inferno di Dante.
Una storia che si ripete e che non ha età: i parenti che accorrono per accaparrarsi l’eredità e quando scoprono che questa viene meno, fanno il diavolo a quattro per ottenerla.
«Ci siamo sempre chiesti come muore il protagonista silente dello Schicchi, cioè Buoso Donati: grazie a La Benedizione lo scopriremo – racconta la regista -. Un’opera che anticipa l’altra per le quali ho pensato a un assetto scenico collegato. Nella prima ci sono due ambienti separati con giochi di luce con i parenti che confabulano per far morire Buoso; nella seconda c’è invece grande camera da letto in cui la morte, che è il tema principale, viene completamente dissacrata. La scena, infatti, si apre con un buffet all’americana su una tavola rossa dove i parenti vogliono celebrare la loro vittoria e non il morto, dove la festa lascia il posto al funerale».
«L’impressione è quella di una scena grottesca e scura in contrapposizione con gli abiti dai colori vivaci – prosegue Gargano -. Sullo sfondo c’è una Firenze in cui spicca un palazzo moderno che simboleggia gente nuova, ovvero una nuova Babilonia. La Benedizione, infatti, è ambientata negli anni ’90 e ci riporta alla classica commedia italiana; abbiamo così deciso di trasferire anche Schicchi nello stesso periodo storico in modo da dare a tutto lo spettacolo un taglio cinematografico che ricorda proprio la pellicola di Monicelli, un cult di quegli anni».
Un esperimento scenico e registico che riscrive il concetto di opera buffa: «Un sarcasmo amaro e molto sottile che ci fa vedere quello che tutti noi abbiamo visto consumarsi almeno una volta in qualche famiglia – spiega ancora Gargano -. Dove i personaggi si muovono come le api su miele, prima litigano e poi si uniscono; dove l’amore non è solo tra Lauretta e Rinuccio, ma anche tra Schicchi e la figlia viziata Lauretta che lo ricatta e lui cede. E dove i colori accesi, in particolare il rosso e il viola, dipingono un quadro che ricorda un girone dell’Inferno».
Come per l’ultimo Schicchi al Coccia nel 2018, le scene sono curate da Lorenzo Mazzoletti, i costumi da Silvia Lumes e le luci da Ivan Pastrovicchio. In buca il Maestro Vittorio Parisi dirigerà l’orchestra Bazzini Consort.
Il cast alterna interpreti del panorama lirico nazionale ad allievi del corso di canto di Accademia dei Mestieri dell’Opera del Teatro Coccia – AMO. In scena Marcello Rosiello nel ruolo di Gianni Schicchi nell’opera di Puccini e di Buoso Donati, Francesca Mercuriali (Accademia AMO) debutta i ruoli di Zita in entrambi, Xiaosen Su è Gherardo in entrambi i titoli; Stefano Paradiso debutta i ruoli di Simone nell’opera di Puccini stesso personaggio di quella di Carrara, Nicola Di Filippo debutta nel ruolo di Rinuccio in entrambe le opere, Eugenio Di Lieto è un frate nell’opera di Carrrara e Betto di Signa in Puccini, Beatrice Caterino (Accademia AMO) debutta nel ruolo di Lauretta in Gianni Schicchi, nel ruolo di Nello in Gianni Schicchi debutta Zi Jing (Accademia AMO), nel ruolo di Gherardino il giovanissimo Giulio Ongeri di 7 anni appena compiuti come da spartito, Maria Teresa Federico (Accademia AMO) debutta nel ruolo de La Ciesca, Ranyi Jang debutta in Maestro Spinelloccio, Ser Amantio; Alberto Parola debutta nel ruolo di Guccio, Pinellino è Jesus Noguera, nel ruolo di Buoso Donati in Gianni Schicchi l’allievo attore Scuola del Teatro Musicale STM Daniele Guida.
Il debutto di questa sera alle 20.30 sarà anticipato alle 18 da un incontro a ingresso libero in Teatro con Marco Malvaldi e Cristian Carrara a dialogo con Alessandro Barbaglia dal titolo “Come muore Buoso Donati?”.
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