1992 . L’anno che cambiò l’Italia 

Si legge quasi come un romanzo breve tanto è incalzante la sequenza degli avvenimenti che hanno cambiato, in modo drammatico e inatteso, la storia italiana, il libro di Enzo Ciconte, docente di Storia della Mafia all’Università di Pavia: “1992. L’anno che cambiò l’Italia. Da Mani Pulite alle stragi di mafia “, edito da Interlinea.

È il racconto di una democrazia piegata dal peso della corruzione al Nord e dal cancro di Ndrangheta e Mafia al Sud e in Calabria e Sicilia in particolare.

La fine della guerra fredda, oggi siamo in un contesto di guerra calda e guerreggiata, la crisi economica che stringe il Paese con il crollo della lira e l’uscita dell’ Italia dallo SME, l’insostenibile peso delle tangenti per le imprese del Nord sono la causa di un confronto aspro e duro fra magistratura, il pool di Mani Pulite che, viene ricordato, invia addirittura i finanzieri a sequestrare il bilancio del PSI alla Camera provocando la protesta ferma dell’ allora Presidente della Camera Napolitano che costringe i Pm milanesi a scusarsi . 

Le origini della questione della giustizia e della questione morale sono tutte in quelle giornate convulse : la morte per ictus del tesoriere del PSI Balzamo, il suicidio del deputato Moroni.

Nello stesso anno a distanza di poco più di 50 giorni le stragi di Capaci in cui perde la vita Falcone , sua moglie la giudice Morvillo, la scorta e successivamente la strage di Via D’Amelio in cui viene assassinato Borsellino , una strage annunciata e che non si è fatto molto per evitare. 

Il libro fa memoria lucidamente come anche la magistratura palermitana fosse spesso divisa sulle finalità e sui metodi delle indagini di mafia , sullo stesso ruolo di Falcone e Borsellino, sui rapporti con la politica, sull’uso dei pentiti, uscendo da una certa logica agiografica quando si parla di quei protagonisti e fatti. 

Ci sono cose e dinamiche ancora poco chiare e non chiarite, a livello giudiziario, storico, politico anche se grazie all’impegno di quegli uomini e alla legge Rognoni-La Torre, costata la vita a La Torre, la mafia di Riina e Provenzano si è finalmente riuscito a piegare .

Il libro è un utile e sintetico ripasso per chi di quegli avvenimenti ha un ricordo sgomento e oggi un po’ sfocato da testimone in diretta e per i tanti giovani nati dopo che vogliano sapere e capire. 

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Pier Luigi Tolardo

54 anni, novarese da sempre, passioni: politica, scrittura. Blogger dal 2001.

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1992 . L’anno che cambiò l’Italia 

Si legge quasi come un romanzo breve tanto è incalzante la sequenza degli avvenimenti che hanno cambiato, in modo drammatico e inatteso, la storia italiana, il libro di Enzo Ciconte, docente di Storia della Mafia all’Università di Pavia: “1992. L’anno che cambiò l’Italia. Da Mani Pulite alle stragi di mafia “, edito da Interlinea.

È il racconto di una democrazia piegata dal peso della corruzione al Nord e dal cancro di Ndrangheta e Mafia al Sud e in Calabria e Sicilia in particolare.

La fine della guerra fredda, oggi siamo in un contesto di guerra calda e guerreggiata, la crisi economica che stringe il Paese con il crollo della lira e l’uscita dell’ Italia dallo SME, l’insostenibile peso delle tangenti per le imprese del Nord sono la causa di un confronto aspro e duro fra magistratura, il pool di Mani Pulite che, viene ricordato, invia addirittura i finanzieri a sequestrare il bilancio del PSI alla Camera provocando la protesta ferma dell’ allora Presidente della Camera Napolitano che costringe i Pm milanesi a scusarsi . 

Le origini della questione della giustizia e della questione morale sono tutte in quelle giornate convulse : la morte per ictus del tesoriere del PSI Balzamo, il suicidio del deputato Moroni.

Nello stesso anno a distanza di poco più di 50 giorni le stragi di Capaci in cui perde la vita Falcone , sua moglie la giudice Morvillo, la scorta e successivamente la strage di Via D’Amelio in cui viene assassinato Borsellino , una strage annunciata e che non si è fatto molto per evitare. 

Il libro fa memoria lucidamente come anche la magistratura palermitana fosse spesso divisa sulle finalità e sui metodi delle indagini di mafia , sullo stesso ruolo di Falcone e Borsellino, sui rapporti con la politica, sull’uso dei pentiti, uscendo da una certa logica agiografica quando si parla di quei protagonisti e fatti. 

Ci sono cose e dinamiche ancora poco chiare e non chiarite, a livello giudiziario, storico, politico anche se grazie all’impegno di quegli uomini e alla legge Rognoni-La Torre, costata la vita a La Torre, la mafia di Riina e Provenzano si è finalmente riuscito a piegare .

Il libro è un utile e sintetico ripasso per chi di quegli avvenimenti ha un ricordo sgomento e oggi un po’ sfocato da testimone in diretta e per i tanti giovani nati dopo che vogliano sapere e capire. 

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