Fratelli d’Italia ha presentato la scorsa settimana in Parlamento un disegno di legge per aumentare le pene per il cosidetto “ utero in affitto “, cioè la gestazione, in genere a pagamento, di donne che dopo il parto consegneranno il bambino a chi lo ha ordinato, in prevalenza coppie eterosessuali ma anche coppie omosessuali, che già è reato in Italia , è ammesso solo in 20 Paesi contro 122 che lo vietano, ma estendendo il divieto a tutti cittadini italiani anche se volessero compiere questo atto in Paesi che lo hanno legalizzato .
Mi pare una proposta che fa propria un’esigenza giusta: prima del desiderio legittimo di una coppia di avere un bambino viene il diritto di un bambino di non essere considerato una cosa che si ordina, magari su un catalogo dove si scelgano anche colore della pelle, degli occhi, naso e quoziente intellettivo di chi dovrà magari fornire il seme maschile o i gameti femminili. Prima viene il diritto di una donna a non essere considerata un mero incubatore approfittando di una situazione di miseria.
Nello stesso tempo però la proposta di legge del Partito Democratico perché le donne incinta non debbano più partorire un bambino in carcere e lo debbano crescere già dai primi mesi in un carcere fino ai primi anni di vita è stata respinta dalla stessa maggioranza di governo di cui fa parte Fratelli d’Italia.
Eppure anche qui si tratta di mettere al primo posto i bambini incolpevoli e innocenti rispetto alle colpe delle madri che potrebbero invece scontare la pena in case famiglia, comunità in cui vivere e non commettere più reati e nello stesso tempo non far vivere un bambino fra le sbarre, in un nido carcerario.
Al primo posto sempre e comunque i bambini, questo al di là della destra e della sinistra .