Amatevi: un ricatto affettivo 

Amatevi almeno il 14 febbraio perché altrimenti fallirà una fabbrica di cioccolatini o due. Amatevi perché altrimenti dovrò chiudere il mio ristorante o dovrò licenziare due camerieri. Amatevi: fatelo per la mia gioielleria. 

La Festa di San Valentino appena trascorsa diventa sempre più la Festa di un ricatto affettivo, a cui si deve cedere se si ama, magari non tantissimo il proprio partner ma certamente la propria comunità nazionale che cala nelle esportazioni ma ha bisogno di aumentare i consumi interni. 

Del resto è il Paese ad aver bisogno di più Amore: sempre meno figli, pare non solo per i soliti problemi economici o la mancanza di lavoro, pare proprio che si faccia meno all’amore, meno sesso e sempre più tardi e quindi meno figli. 

Perciò amatevi per salvare la Patria e dare quei diecimila soldati che ci servirebbero, fare all’amore per fare la guerra, a questo siamo ridotti. 

Perché amarsi in coppia se poi scoppia una guerra e può scoppiare, a che serve? 

Il 14 febbraio del 2024: uno dei primi di un tempo di guerra a cui ci chiedono tutti di prepararci, in cui ci vogliono spingere e ci motivano come indispensabile, ineluttabile, ineliminabile, un tempo di guerra in cui viviamo anche se ci sforziamo in tutti i modi di non usare la parola guerra.

L’Amore è sempre stato utile per anestetizzarci dal rischio incombente o già accaduto della guerra.

Non importa la guerra, noi ci amiamo, ci attenderemo , ci salveremo e ricominceremo fino alla prossima guerra. 

Il fatto che sempre meno gente ci creda a questo Amore bellico o prebellico mi sembra un fatto positivo. 

Con meno Amore o senza Amore forse lo ritroveremo: l’Amore. 

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Pier Luigi Tolardo

54 anni, novarese da sempre, passioni: politica, scrittura. Blogger dal 2001.

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Amatevi: un ricatto affettivo 

Amatevi almeno il 14 febbraio perché altrimenti fallirà una fabbrica di cioccolatini o due. Amatevi perché altrimenti dovrò chiudere il mio ristorante o dovrò licenziare due camerieri. Amatevi: fatelo per la mia gioielleria. 

La Festa di San Valentino appena trascorsa diventa sempre più la Festa di un ricatto affettivo, a cui si deve cedere se si ama, magari non tantissimo il proprio partner ma certamente la propria comunità nazionale che cala nelle esportazioni ma ha bisogno di aumentare i consumi interni. 

Del resto è il Paese ad aver bisogno di più Amore: sempre meno figli, pare non solo per i soliti problemi economici o la mancanza di lavoro, pare proprio che si faccia meno all’amore, meno sesso e sempre più tardi e quindi meno figli. 

Perciò amatevi per salvare la Patria e dare quei diecimila soldati che ci servirebbero, fare all’amore per fare la guerra, a questo siamo ridotti. 

Perché amarsi in coppia se poi scoppia una guerra e può scoppiare, a che serve? 

Il 14 febbraio del 2024: uno dei primi di un tempo di guerra a cui ci chiedono tutti di prepararci, in cui ci vogliono spingere e ci motivano come indispensabile, ineluttabile, ineliminabile, un tempo di guerra in cui viviamo anche se ci sforziamo in tutti i modi di non usare la parola guerra.

L’Amore è sempre stato utile per anestetizzarci dal rischio incombente o già accaduto della guerra.

Non importa la guerra, noi ci amiamo, ci attenderemo , ci salveremo e ricominceremo fino alla prossima guerra. 

Il fatto che sempre meno gente ci creda a questo Amore bellico o prebellico mi sembra un fatto positivo. 

Con meno Amore o senza Amore forse lo ritroveremo: l’Amore. 

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