Andare o no a 30 all’ora?

Sembra scoppiata la guerra dei 30 km/ora nelle città italiane: da una parte il Sindaco di Bologna del Pd che, sull’esempio di non poche città europee, ha voluto introdurre il limite dei 30Km/h per le auto in città e dall’ altra il Ministro dei Trasporti, nonché leader della Lega, Matteo Salvini che vi si oppone duramente.

Poco importa che qualche mese fa lo stesso Ministero dei Trasporti, forse all’insaputa di Salvini, in un elenco di proposte per migliorare la mobilità urbana abbia inserito anche questa possibilità e che, da sempre, i limiti di velocità in città sono di competenza dei sindaci, come invece dovrebbe sapere bene un campione delle autonomie locali come Salvini che vuole a tutti costi maggiori autonomie per le Regioni.

Il dibattito, come quasi sempre avviene in Italia, diventa polarizzato ideologicamente: da una parte ci sarebbe la sinistra che fa proprie le istanze di pedoni e ciclisti spesso vittima di automobili a tutta velocità in città , dall’ altra la destra che vuole più velocità e produttività.

Certamente in passato la Lega ha voluto rappresentare rigidamente gli interessi degli automobilisti, pensiamo alla vicenda del Musa a Novara salvo poi addirittura prorogare di molti anni ed aumentare le stesse tariffe dei parcheggi a pagamento che aveva duramente contestato.

La guerra ideologica dei 30Km/h arriva anche in un momento in cui cresce l’insofferenza verso gli autovelox con il moltiplicarsi di App che lo segnalano agli automobilisti e addirittura, purtroppo, l’aumento di atti di vandalismo contro questi apparati che sanzionano il superamento di limiti ben maggiori dei 30Km.

Uscendo dall’ideologia possiamo notare che spesso, a causa di un troppo alto traffico urbano in alcune fasce orarie , molti automobilisti sarebbero ben contenti di fare almeno i 30Km/h e devono stare ben al di sotto mentre ci sono viali anche in città medie come Novara scambiati da alcuni per circuiti ad alta velocità. Il problema poi per la sicurezza non è dato dalla velocità dei veicoli ma troppo spesso dall’indisciplina con troppa distrazione al volante di persone impegnate in telefonate e Whatsapp.

C’è però una dialettica politica reale fra forze che non vogliono mai mettere limiti all’uso e all’abuso dell’ automobile privata in città e favorire i trasporti pubblici collettivi e forze che riconoscono la necessità anche impopolare di disincentivare i mezzi privati. 

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Pier Luigi Tolardo

54 anni, novarese da sempre, passioni: politica, scrittura. Blogger dal 2001.

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Andare o no a 30 all’ora?

Sembra scoppiata la guerra dei 30 km/ora nelle città italiane: da una parte il Sindaco di Bologna del Pd che, sull’esempio di non poche città europee, ha voluto introdurre il limite dei 30Km/h per le auto in città e dall’ altra il Ministro dei Trasporti, nonché leader della Lega, Matteo Salvini che vi si oppone duramente.

Poco importa che qualche mese fa lo stesso Ministero dei Trasporti, forse all’insaputa di Salvini, in un elenco di proposte per migliorare la mobilità urbana abbia inserito anche questa possibilità e che, da sempre, i limiti di velocità in città sono di competenza dei sindaci, come invece dovrebbe sapere bene un campione delle autonomie locali come Salvini che vuole a tutti costi maggiori autonomie per le Regioni.

Il dibattito, come quasi sempre avviene in Italia, diventa polarizzato ideologicamente: da una parte ci sarebbe la sinistra che fa proprie le istanze di pedoni e ciclisti spesso vittima di automobili a tutta velocità in città , dall’ altra la destra che vuole più velocità e produttività.

Certamente in passato la Lega ha voluto rappresentare rigidamente gli interessi degli automobilisti, pensiamo alla vicenda del Musa a Novara salvo poi addirittura prorogare di molti anni ed aumentare le stesse tariffe dei parcheggi a pagamento che aveva duramente contestato.

La guerra ideologica dei 30Km/h arriva anche in un momento in cui cresce l’insofferenza verso gli autovelox con il moltiplicarsi di App che lo segnalano agli automobilisti e addirittura, purtroppo, l’aumento di atti di vandalismo contro questi apparati che sanzionano il superamento di limiti ben maggiori dei 30Km.

Uscendo dall’ideologia possiamo notare che spesso, a causa di un troppo alto traffico urbano in alcune fasce orarie , molti automobilisti sarebbero ben contenti di fare almeno i 30Km/h e devono stare ben al di sotto mentre ci sono viali anche in città medie come Novara scambiati da alcuni per circuiti ad alta velocità. Il problema poi per la sicurezza non è dato dalla velocità dei veicoli ma troppo spesso dall’indisciplina con troppa distrazione al volante di persone impegnate in telefonate e Whatsapp.

C’è però una dialettica politica reale fra forze che non vogliono mai mettere limiti all’uso e all’abuso dell’ automobile privata in città e favorire i trasporti pubblici collettivi e forze che riconoscono la necessità anche impopolare di disincentivare i mezzi privati. 

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