Lo scoppio di continui conflitti armati alle porte del nostro Paese, dal canale di Suez alla Palestina o la Libia molto più vicina da quando è in guerra civile riporta al centro dell’attenzione dell’ opinione pubblica il problema etico e politico delle produzione, vendita e detenzione delle armi che prelude al loro uso nelle varie guerre. 

Inizio con il dire subito la mia dicendo quali armi, secondo me, non andrebbero mai prodotte e detenute perché quando le si dovesse usare sarebbe veramente troppo tardi per discuterne. 

Sono le armi atomiche, nucleari che portano ad una distruzione di civili e di opere civili assolutamente gravi, con conseguenze sull’ambiente e sulle persone a lungo termine e per generazioni, l’ipotesi di una guerra nucleare rischia di sconvolgere per sempre la zona, anche limitata, dove si può verificare, l’ipotesi di un conflitto mondiale atomico significa il rischio reale di eliminare la vita umana dal nostro pianeta. 

Le armi atomiche quindi non vanno prodotte e l’Italia ha sottoscritto da molti anni il trattato di non proliferazione delle armi nucleari ma non il trattato di non detenzione eppure sappiamo che nelle basi Nato del nostro Paese sono ospitate anche testate nucleari.

Un altro tipo di armi vietate e da vietare sempre sono quelle batteriologiche, pensiamo a cosa abbiamo patito per il Covid e non sappiamo bene come e’ nato e si è diffuso , come ancora faccia danni e capiamo facilmente perché sono inaccettabili eticamente, socialmente, politicamente, sempre e comunque.

Esistono poi armi come le mine antiuomo e l’uranio impoverito, particolarmente letali anche nei loro effetti nel tempo e anche queste l’Italia si è impegnata a non adottare. 

Rimangono quindi le armi cosiddette convenzionali che nel caso delle armi cosiddette leggere che servono anche alla polizia ed entro certi limiti alla legittima difesa personale. I delinquenti, i violentatori, i rapinatori, gli assassini, i mafiosi, i terroristi di queste armi ne hanno fin troppe ed impensabile che lo Stato non ne disponga per difenderci tutti e sono anche un’attività industriale e commerciale che può dare un giusto guadagno .

Le altre armi convenzionali servono e sono lecite sempre? Iniziamo con il dire che le armi possono essere difensive soprattutto o offensive soprattutto: un aereo caccia può permettere ad un Paese di difendersi da attacchi ingiusti di un altro Paese ma un potente bombardiere che può bombardare città e ospedali? 

Un sistema di difesa contraerea molto perfezionato e’ indispensabile per difendere ospedali e monumenti e abitazioni ma un sistema missilistico che in pochi giorni distrugge una città? 

E’ evidente che nel modello di difesa militare che un Paese sceglie è sottesa una concezione politica che ripudia il più possibile o no la guerra di aggressione limitandosi all’auto difesa, per molti anni l’Italia dopo la seconda guerra mondiale ha contenuto molto le spese militari concentrandosi sulla difesa, sarà così ancora in futuro? 

Infine per molto tempo l’industria militare è stata soprattutto pubblica , dello Stato senza preoccupazioni di concorrenza e profitto. 

Oggi i privati che dalla vendita di armi si attendono sempre più utili sono predominanti , questo può portare più efficienza ma non rischia di alimentare ancora di più il rischio della guerra e la proliferazione dei conflitti? 

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Pier Luigi Tolardo

54 anni, novarese da sempre, passioni: politica, scrittura. Blogger dal 2001.

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Armi sì, armi no

Lo scoppio di continui conflitti armati alle porte del nostro Paese, dal canale di Suez alla Palestina o la Libia molto più vicina da quando è in guerra civile riporta al centro dell’attenzione dell’ opinione pubblica il problema etico e politico delle produzione, vendita e detenzione delle armi che prelude al loro uso nelle varie guerre. 

Inizio con il dire subito la mia dicendo quali armi, secondo me, non andrebbero mai prodotte e detenute perché quando le si dovesse usare sarebbe veramente troppo tardi per discuterne. 

Sono le armi atomiche, nucleari che portano ad una distruzione di civili e di opere civili assolutamente gravi, con conseguenze sull’ambiente e sulle persone a lungo termine e per generazioni, l’ipotesi di una guerra nucleare rischia di sconvolgere per sempre la zona, anche limitata, dove si può verificare, l’ipotesi di un conflitto mondiale atomico significa il rischio reale di eliminare la vita umana dal nostro pianeta. 

Le armi atomiche quindi non vanno prodotte e l’Italia ha sottoscritto da molti anni il trattato di non proliferazione delle armi nucleari ma non il trattato di non detenzione eppure sappiamo che nelle basi Nato del nostro Paese sono ospitate anche testate nucleari.

Un altro tipo di armi vietate e da vietare sempre sono quelle batteriologiche, pensiamo a cosa abbiamo patito per il Covid e non sappiamo bene come e’ nato e si è diffuso , come ancora faccia danni e capiamo facilmente perché sono inaccettabili eticamente, socialmente, politicamente, sempre e comunque.

Esistono poi armi come le mine antiuomo e l’uranio impoverito, particolarmente letali anche nei loro effetti nel tempo e anche queste l’Italia si è impegnata a non adottare. 

Rimangono quindi le armi cosiddette convenzionali che nel caso delle armi cosiddette leggere che servono anche alla polizia ed entro certi limiti alla legittima difesa personale. I delinquenti, i violentatori, i rapinatori, gli assassini, i mafiosi, i terroristi di queste armi ne hanno fin troppe ed impensabile che lo Stato non ne disponga per difenderci tutti e sono anche un’attività industriale e commerciale che può dare un giusto guadagno .

Le altre armi convenzionali servono e sono lecite sempre? Iniziamo con il dire che le armi possono essere difensive soprattutto o offensive soprattutto: un aereo caccia può permettere ad un Paese di difendersi da attacchi ingiusti di un altro Paese ma un potente bombardiere che può bombardare città e ospedali? 

Un sistema di difesa contraerea molto perfezionato e’ indispensabile per difendere ospedali e monumenti e abitazioni ma un sistema missilistico che in pochi giorni distrugge una città? 

E’ evidente che nel modello di difesa militare che un Paese sceglie è sottesa una concezione politica che ripudia il più possibile o no la guerra di aggressione limitandosi all’auto difesa, per molti anni l’Italia dopo la seconda guerra mondiale ha contenuto molto le spese militari concentrandosi sulla difesa, sarà così ancora in futuro? 

Infine per molto tempo l’industria militare è stata soprattutto pubblica , dello Stato senza preoccupazioni di concorrenza e profitto. 

Oggi i privati che dalla vendita di armi si attendono sempre più utili sono predominanti , questo può portare più efficienza ma non rischia di alimentare ancora di più il rischio della guerra e la proliferazione dei conflitti? 

© 2020-2024 La Voce di Novara
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54 anni, novarese da sempre, passioni: politica, scrittura. Blogger dal 2001.