Non è banale la traccia del tema che propone ai maturandi di riflettere sull’uso dell’’atomica in Europa. Non è la prima volta: la guerra, le guerre hanno fatto capolino ogni tanto nella prima prova scritta della maturità così come l’energia atomica per usi civili, il conflitto fra scienza ed etica, fra progresso tecnologico ed evoluzione/involuzione del genere umano. 

Soprattutto è veramente un tema di attualità anche se si potrebbe ritenere che, alla fine, si parli di una potenziale, catastrofica guerra nucleare per non parlare delle guerre in corso, così convenzionali e tradizionali con le trincee, il corpo a corpo, i carri armati, i prigionieri, le mine e centinaia di migliaia di morti che non sono ancora tutti e non bastano mai. 

Parliamo delle atomiche che mai come in questi giorni se ne minaccia l’uso, si sperimentano e chi non ce l’ha cerca di dotarsene.

Il candidato potrebbe citare la dottrina della Chiesa che, da Giovanni XXIII a Papa Francesco, sulla scorta della minaccia nucleare. ha superato ogni legittimazione della guerra “giusta” o giustificabile per condannare la guerra tout court perché va a finire lì alla fine , questo se ha approfondito il tema nell’ora di religione non limitandosi a temi di etica sessuale. 

Il candidato dei licei che ha studiato filosofia potrebbe spaziare da Bertrand Russel, primo filosofo ad affrontare il tema della guerra atomica, per arrivare fino al nostro Norberto Bobbio, a Jürge Habermas e alla sua teoria della responsabilità, sperando che il programma di “filo” sia arrivato fin lì.

Per tutti si spera in lezioni di educazione civica che partendo dalla Costituzione e dal suo rifiuto della guerra abbiano insegnato che l’Italia, dopo un momento in cui fu accarezzata anche l’idea di dotarsi di una bomba atomica , abbia poi scelto l’adesione al trattato internazionale di non proliferazione nucleare. 

La storia in cui il candidato avrà conosciuto che dalla “crisi dei missili di Cuba” fino al crollo del comunismo nel 1989 il confronto abbia avuto momenti drammatici proprio nella corsa agli  armamenti nucleari, almeno si spera che il programma sia riuscito ad arrivare fin lì.

Il candidato avrà espresso le sue paure, le sue riflessioni sull’insensatezza di accumulare bombe che potrebbero distruggere l’unico mondo che abbiamo più e più volte e si rivelerà maturo.

A questo punto ci si potrebbe domandare se sono maturi i governanti che le finanziano, producono con il rischio di un errore fatale sempre in agguato ma questo è un altro tema, un’altra traccia.

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Pier Luigi Tolardo

54 anni, novarese da sempre, passioni: politica, scrittura. Blogger dal 2001.

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Atomica sulla Maturità

Non è banale la traccia del tema che propone ai maturandi di riflettere sull’uso dell’'atomica in Europa. Non è la prima volta: la guerra, le guerre hanno fatto capolino ogni tanto nella prima prova scritta della maturità così come l’energia atomica per usi civili, il conflitto fra scienza ed etica, fra progresso tecnologico ed evoluzione/involuzione del genere umano. 

Soprattutto è veramente un tema di attualità anche se si potrebbe ritenere che, alla fine, si parli di una potenziale, catastrofica guerra nucleare per non parlare delle guerre in corso, così convenzionali e tradizionali con le trincee, il corpo a corpo, i carri armati, i prigionieri, le mine e centinaia di migliaia di morti che non sono ancora tutti e non bastano mai. 

Parliamo delle atomiche che mai come in questi giorni se ne minaccia l’uso, si sperimentano e chi non ce l’ha cerca di dotarsene.

Il candidato potrebbe citare la dottrina della Chiesa che, da Giovanni XXIII a Papa Francesco, sulla scorta della minaccia nucleare. ha superato ogni legittimazione della guerra “giusta” o giustificabile per condannare la guerra tout court perché va a finire lì alla fine , questo se ha approfondito il tema nell’ora di religione non limitandosi a temi di etica sessuale. 

Il candidato dei licei che ha studiato filosofia potrebbe spaziare da Bertrand Russel, primo filosofo ad affrontare il tema della guerra atomica, per arrivare fino al nostro Norberto Bobbio, a Jürge Habermas e alla sua teoria della responsabilità, sperando che il programma di “filo” sia arrivato fin lì.

Per tutti si spera in lezioni di educazione civica che partendo dalla Costituzione e dal suo rifiuto della guerra abbiano insegnato che l’Italia, dopo un momento in cui fu accarezzata anche l’idea di dotarsi di una bomba atomica , abbia poi scelto l’adesione al trattato internazionale di non proliferazione nucleare. 

La storia in cui il candidato avrà conosciuto che dalla “crisi dei missili di Cuba” fino al crollo del comunismo nel 1989 il confronto abbia avuto momenti drammatici proprio nella corsa agli  armamenti nucleari, almeno si spera che il programma sia riuscito ad arrivare fin lì.

Il candidato avrà espresso le sue paure, le sue riflessioni sull’insensatezza di accumulare bombe che potrebbero distruggere l’unico mondo che abbiamo più e più volte e si rivelerà maturo.

A questo punto ci si potrebbe domandare se sono maturi i governanti che le finanziano, producono con il rischio di un errore fatale sempre in agguato ma questo è un altro tema, un’altra traccia.

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54 anni, novarese da sempre, passioni: politica, scrittura. Blogger dal 2001.