La prima reazione che ho avuto quando ho letto che UniCredit aveva lanciato l’Ops sul Banco Bpm è stata: le banche sono riuscite a non pagare delle tasse in più sui loro superprofitti che hanno fatto, sfuggendo al Governo Draghi, che era un banchiere, e al Governo Meloni che diceva di non amare troppo i banchieri, ma i soldi per comprare altre banche li hanno e li tirano fuori.
Da qualche anno, anche nel territorio novarese, si continuano a chiudere sportelli e perfino i Bancomat che avevano sostituito gli sportelli e il BancoPosta, che era presente dove non c’erano le banche: con una eventuale nuova fusione, che interessa la banca più presente a Novara, il fenomeno della chiusura degli sportelli crescerà.
Certo oggi il 50% delle operazioni se non di più le fai dallo smartphone e i contanti servono quasi più solo per il caffè, ma anche per pagare in nero, quindi sembra un processo naturale. E comunque se chiedi un appuntamento te lo danno in tempi brevi, sempre più brevi che la mutua per una visita urgente che viene fissata per un anno o due dopo e questo perché non ci sarebbero abbastanza soldi.
Tutto bene finchè i Pos funzionano, perchè se la rete salta, magari nei giorni del Black Friday, allora sono dolori e magari non c’è nemmeno un Bancomat vicino per prelevare, come è successo in questi giorni.
La sensazione della gente comune è che questi processi passino sempre e comunque sopra la loro testa e delle loro esigenze, finchè ci sono i fallimenti bancari come quello, che nessuno e tutti prevedeva nel 2011, non solo nel 1929, che travolgono non solo l’economia ma la vita concreta quotidiana di decine milioni di persone in Italia, e che sembrano aver insegnato poco e niente.
Forse è vero che è sempre stato così, ma oggi sembra non ci si possa neanche più lamentare troppo e ad alta voce se no si rischia di passare per populisti, conservatori e reazionari: è questa forse la novità vera.