Il Papa in un’intervista alla Televisione della Svizzera Italiana, in una serie di interviste dedicata ai colori e in questo caso al colore bianco, ha parlato di “non vergognarsi di sventolare la Bandiera Bianca“ per negoziare la Pace.

Questa affermazione non nuova, ma insistente e ripetuta da parte di Francesco, “negoziare per la Pace“ ha scandalizzato molti in Italia perfino più della dichiarazione del Presidente francese Macron per cui la Nato dovrebbe inviare suoi soldati in Ucraina a combattere contro la Russia. 

In questo caso la bandiera della Nato dovrebbe affiancare quella ucraina contro quella rossa, perché l’Armata Russa usa ancora la bandiera dell’Urss, il Papa sventola invece Bandiera Bianca che non è nemmeno quella dello Stato della Città del Vaticano che bianca e gialla con le chiavi di San Pietro che distingue il suo esercito, il più piccolo del mondo, di 143 guardie svizzere prestate da un paese neutrale.

Il Papa chiede di aprire un negoziato senza più pensare a ipotesi di vittoria, la vittoria di Putin sull’Ucraina o la vittoria di Zelenskyj sulla Russia. Al Papa non interessa chi vince, chi potrebbe vincere se la guerra continuasse ancora ma interessa la Pace, cioè che la guerra finisca al più presto anche se così non vince nessuno e perdono tutti qualcosa. 

Perché la vittoria ha un prezzo umano, di perdite di vite di soldati, di civili, bambini, donne e anziani, sociale, economico per le continue distruzioni e fermo delle produzioni e negli armamenti sempre più insostenibile. La Pace può avere dei costi e comportare rinuncia e sacrificio ma la guerra ne sta imponendo di più e ai più deboli .

Questo non significa rinuncia alla legittima difesa: infatti non pochi hanno criticato il Papa perché ha condannato l’illegittima e ingiusta invasione da parte della Russia e i crimini di guerra da parte della Russia e riconosciuto il diritto degli ucraini a difendersi. Per il Papa la difesa però deve essere sempre proporzionata e sempre l’extrema ratio quando si sono percorse tutte le vie diplomatiche e politiche per evitarla ed evitarne la prosecuzione.

Una posizione che la Santa Sede ha sempre avuto su tutti i conflitti del passato e che ha sempre scontentato Occidente ed Oriente, destra e sinistra, a volte alternativamente e a volte perfino tutte e due. Anche sul conflitto in Donbass il Papa ha sempre chiesto soluzioni negoziali e condannato l’annessione forzata della Crimea da parte della Russia. 

E’ una coerenza impolitica ma molto evangelica quella di Papa Francesco. Far cessare al più presto la catena di morti, dolore, distruzione ed evitare un’escalation del conflitto, il suo incancrenirsi, il suo probabile allargamento ad altri fronti e Paesi, le sue conseguenze dirompenti su tante altre situazioni già fortemente conflittuali come in Medio Oriente, scongiurare il pericolo reale dell’ uso di armi nucleari con il disastro che ne può seguire. Sembra una via utopica la ricerca della Pace ed invece è l’unica realistica.

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Pier Luigi Tolardo

54 anni, novarese da sempre, passioni: politica, scrittura. Blogger dal 2001.

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Bandiera bianca

Il Papa in un’intervista alla Televisione della Svizzera Italiana, in una serie di interviste dedicata ai colori e in questo caso al colore bianco, ha parlato di “non vergognarsi di sventolare la Bandiera Bianca“ per negoziare la Pace.

Questa affermazione non nuova, ma insistente e ripetuta da parte di Francesco, “negoziare per la Pace“ ha scandalizzato molti in Italia perfino più della dichiarazione del Presidente francese Macron per cui la Nato dovrebbe inviare suoi soldati in Ucraina a combattere contro la Russia. 

In questo caso la bandiera della Nato dovrebbe affiancare quella ucraina contro quella rossa, perché l’Armata Russa usa ancora la bandiera dell’Urss, il Papa sventola invece Bandiera Bianca che non è nemmeno quella dello Stato della Città del Vaticano che bianca e gialla con le chiavi di San Pietro che distingue il suo esercito, il più piccolo del mondo, di 143 guardie svizzere prestate da un paese neutrale.

Il Papa chiede di aprire un negoziato senza più pensare a ipotesi di vittoria, la vittoria di Putin sull’Ucraina o la vittoria di Zelenskyj sulla Russia. Al Papa non interessa chi vince, chi potrebbe vincere se la guerra continuasse ancora ma interessa la Pace, cioè che la guerra finisca al più presto anche se così non vince nessuno e perdono tutti qualcosa. 

Perché la vittoria ha un prezzo umano, di perdite di vite di soldati, di civili, bambini, donne e anziani, sociale, economico per le continue distruzioni e fermo delle produzioni e negli armamenti sempre più insostenibile. La Pace può avere dei costi e comportare rinuncia e sacrificio ma la guerra ne sta imponendo di più e ai più deboli .

Questo non significa rinuncia alla legittima difesa: infatti non pochi hanno criticato il Papa perché ha condannato l’illegittima e ingiusta invasione da parte della Russia e i crimini di guerra da parte della Russia e riconosciuto il diritto degli ucraini a difendersi. Per il Papa la difesa però deve essere sempre proporzionata e sempre l’extrema ratio quando si sono percorse tutte le vie diplomatiche e politiche per evitarla ed evitarne la prosecuzione.

Una posizione che la Santa Sede ha sempre avuto su tutti i conflitti del passato e che ha sempre scontentato Occidente ed Oriente, destra e sinistra, a volte alternativamente e a volte perfino tutte e due. Anche sul conflitto in Donbass il Papa ha sempre chiesto soluzioni negoziali e condannato l’annessione forzata della Crimea da parte della Russia. 

E’ una coerenza impolitica ma molto evangelica quella di Papa Francesco. Far cessare al più presto la catena di morti, dolore, distruzione ed evitare un’escalation del conflitto, il suo incancrenirsi, il suo probabile allargamento ad altri fronti e Paesi, le sue conseguenze dirompenti su tante altre situazioni già fortemente conflittuali come in Medio Oriente, scongiurare il pericolo reale dell’ uso di armi nucleari con il disastro che ne può seguire. Sembra una via utopica la ricerca della Pace ed invece è l’unica realistica.

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