Il Cardinale Arcivescovo di Bologna Mons. Matteo Zuppi, per molti semplicemente Don Matteo, è stato scelto dal Papa come Presidente dei Vescovi italiani ma anche indicato dalla maggioranza degli stessi Vescovi al Papa per questo incarico .

Mons. Zuppi oggi è il capo della Chiesa bolognese ma per tutta la sua vita di prete e di vescovo ha operato a Roma dove è nato ed è vissuto.

Prima di lui a Bologna è stato Arcivescovo il Card. Carlo Caffarra, recentemente scomparso, considerato uno dei maggiori esperti di bioetica cattolica, molto rigido sulle posizioni morali rispetto a fecondazione assistita, utero in affitto, famiglia naturale. 

E prima ancora di Caffarra è stato vescovo di Bologna il Cardinale Giacomo Biffi, molto vicino a Comunione e Liberazione mentre Zuppi è stato addirittura uno dei fondatori della Comunità di S.Egidio che ha espresso politicamente addirittura un partito cattolico di centrosinistra vicino al Pd come Demos come invece Cl aveva generato l’esperienza di Roberto Formigoni che si era collocato nel centrodestra.

Giacomo Biffi, fine teologo ma soprattutto arguto comunicatore aveva inventato l’espressione “ Emilia sazia e disperata” per definire una Regione come l’Emilia-Romagna segnata da un forte benessere ma anche dalla deriva del consumismo e dell’edonismo a volte sfrenati e disperati fino “ alle stanze da pasticche trasformate “ come canta Francesco Guccini.

Prima di Biffi Bologna ha avuto un Cardinale Lercaro, protagonista del rinnovamento conciliare ma anche di un confronto anche duro con il PCI che a Bologna aveva la sua vetrina, un fortissimo sistema di potere e anche una buona esperienza di buongoverno.

Da quello scontro alla fine è nato l’Ulivo cioè l’incontro fra gli eredi democristiani di Dossetti come Prodi  e gli eredi del PCI bolognese che a sua volta era stato duramente contestato dalla sinistra extraparlamentare che a Bologna aveva accarezzato purtroppo l’utopia della rivolta armata. 

Insomma Bologna è stata sempre negli ultimi 70 anni al centro del rapporto fra Chiesa italiana e società civile nazionale , un punto di snodo strategico .

Un rapporto non sempre facile tanto è vero che Mons. Zuppi ha citato nella sua ultima lettera pastorale il prete cattolico più famoso del cinema italiano, cioè il Don Camillo inventato da Guareschi e fra i suoi primi atti come Vescovo di Bologna ci fu la memoria dei tanti preti bolognesi uccisi alla fine della II Guerra mondiale, quelli uccisi dai nazifascisti ma anche quelli ammazzati dai partigiani comunisti .

Ancora una volta Bologna è Caput Mundi come Roma, forse più di Roma nelle nuove frontiere che la Chiesa italiana deve attraversare per essere ancora più vicina agli uomini e al Signore.

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Pier Luigi Tolardo

54 anni, novarese da sempre, passioni: politica, scrittura. Blogger dal 2001.

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Il Cardinale Arcivescovo di Bologna Mons. Matteo Zuppi, per molti semplicemente Don Matteo, è stato scelto dal Papa come Presidente dei Vescovi italiani ma anche indicato dalla maggioranza degli stessi Vescovi al Papa per questo incarico .

Mons. Zuppi oggi è il capo della Chiesa bolognese ma per tutta la sua vita di prete e di vescovo ha operato a Roma dove è nato ed è vissuto.

Prima di lui a Bologna è stato Arcivescovo il Card. Carlo Caffarra, recentemente scomparso, considerato uno dei maggiori esperti di bioetica cattolica, molto rigido sulle posizioni morali rispetto a fecondazione assistita, utero in affitto, famiglia naturale. 

E prima ancora di Caffarra è stato vescovo di Bologna il Cardinale Giacomo Biffi, molto vicino a Comunione e Liberazione mentre Zuppi è stato addirittura uno dei fondatori della Comunità di S.Egidio che ha espresso politicamente addirittura un partito cattolico di centrosinistra vicino al Pd come Demos come invece Cl aveva generato l’esperienza di Roberto Formigoni che si era collocato nel centrodestra.

Giacomo Biffi, fine teologo ma soprattutto arguto comunicatore aveva inventato l’espressione “ Emilia sazia e disperata” per definire una Regione come l’Emilia-Romagna segnata da un forte benessere ma anche dalla deriva del consumismo e dell’edonismo a volte sfrenati e disperati fino “ alle stanze da pasticche trasformate “ come canta Francesco Guccini.

Prima di Biffi Bologna ha avuto un Cardinale Lercaro, protagonista del rinnovamento conciliare ma anche di un confronto anche duro con il PCI che a Bologna aveva la sua vetrina, un fortissimo sistema di potere e anche una buona esperienza di buongoverno.

Da quello scontro alla fine è nato l’Ulivo cioè l’incontro fra gli eredi democristiani di Dossetti come Prodi  e gli eredi del PCI bolognese che a sua volta era stato duramente contestato dalla sinistra extraparlamentare che a Bologna aveva accarezzato purtroppo l’utopia della rivolta armata. 

Insomma Bologna è stata sempre negli ultimi 70 anni al centro del rapporto fra Chiesa italiana e società civile nazionale , un punto di snodo strategico .

Un rapporto non sempre facile tanto è vero che Mons. Zuppi ha citato nella sua ultima lettera pastorale il prete cattolico più famoso del cinema italiano, cioè il Don Camillo inventato da Guareschi e fra i suoi primi atti come Vescovo di Bologna ci fu la memoria dei tanti preti bolognesi uccisi alla fine della II Guerra mondiale, quelli uccisi dai nazifascisti ma anche quelli ammazzati dai partigiani comunisti .

Ancora una volta Bologna è Caput Mundi come Roma, forse più di Roma nelle nuove frontiere che la Chiesa italiana deve attraversare per essere ancora più vicina agli uomini e al Signore.

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Pier Luigi Tolardo

54 anni, novarese da sempre, passioni: politica, scrittura. Blogger dal 2001.