Alla fine le liste per le elezioni europee sono state chiuse e depositate ma questo momento è già stato uno spettacolo non emozionante ma certamente folcloristico nel pieno senso della parola cioè espressione viva della cultura e del costume di un popolo, il nostro. 

Abbiamo visto di tutto e di più: dal generale che è riuscito ad espugnare le liste della Lega occupando un posto, dal primo all’ultimo, nonostante la resistenza e ostilità della maggioranza degli stessi leghisti.

Per non parlare del tentativo un po’ comico di scrivere il nome Schlein nel simbolo del Pd, dopo che la Schlein ha vinto il congresso opponendosi alla estrema personalizzazione della politica e dello stesso Pd, tentativo fortemente osteggiato e quindi fallito. 

Abbiamo Renzi che per settimane e settimane afferma di non volersi candidare ma poi non resiste, a se stesso e al suo istinto e all’ultimo momento si candida e Calenda che non voleva candidarsi alla fine cede, sempre ovviamente, per spirito di servizio.

La Meloni è convinta che le elezioni europee siano una sorta di grande specchio del reame da cui dovrà venire fuori per forza che è la più bella del Reame e probabilmente sarà la più votata, possibilmente non per imporci in autunno una manovra tutta lacrime. Si candiderà dunque non per andare al Parlamento europeo ma per un test sul suo consenso , una specie di interrogazione programmata alla fine del primo semestre.

Il risultato però più vero di uno spettacolo fin troppo acrobatico ed illusionistico sembra il dato della partecipazione degli elettori in Molise una settimana fa. 

Meno del 50%, forse alle Europee, forse, sarà qualcosa di più ma solo qualcosa.

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Pier Luigi Tolardo

54 anni, novarese da sempre, passioni: politica, scrittura. Blogger dal 2001.

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Alla fine le liste per le elezioni europee sono state chiuse e depositate ma questo momento è già stato uno spettacolo non emozionante ma certamente folcloristico nel pieno senso della parola cioè espressione viva della cultura e del costume di un popolo, il nostro. 

Abbiamo visto di tutto e di più: dal generale che è riuscito ad espugnare le liste della Lega occupando un posto, dal primo all’ultimo, nonostante la resistenza e ostilità della maggioranza degli stessi leghisti.

Per non parlare del tentativo un po’ comico di scrivere il nome Schlein nel simbolo del Pd, dopo che la Schlein ha vinto il congresso opponendosi alla estrema personalizzazione della politica e dello stesso Pd, tentativo fortemente osteggiato e quindi fallito. 

Abbiamo Renzi che per settimane e settimane afferma di non volersi candidare ma poi non resiste, a se stesso e al suo istinto e all’ultimo momento si candida e Calenda che non voleva candidarsi alla fine cede, sempre ovviamente, per spirito di servizio.

La Meloni è convinta che le elezioni europee siano una sorta di grande specchio del reame da cui dovrà venire fuori per forza che è la più bella del Reame e probabilmente sarà la più votata, possibilmente non per imporci in autunno una manovra tutta lacrime. Si candiderà dunque non per andare al Parlamento europeo ma per un test sul suo consenso , una specie di interrogazione programmata alla fine del primo semestre.

Il risultato però più vero di uno spettacolo fin troppo acrobatico ed illusionistico sembra il dato della partecipazione degli elettori in Molise una settimana fa. 

Meno del 50%, forse alle Europee, forse, sarà qualcosa di più ma solo qualcosa.

© 2020-2024 La Voce di Novara
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54 anni, novarese da sempre, passioni: politica, scrittura. Blogger dal 2001.