In questi giorni si è parlato tanto di Ventotene e del suo Manifesto europeista come mai in passato: ha ispirato la manifestazione di Roma per l’Europa e la successiva polemica di segno contrario della premier Meloni.
Strano che la Lega non abbia tirato fuori un altro documento della storia della Resistenza europea e italiana, tappa basilare dell’Europa, considerata per molti anni da Umberto Bossi la base ideologica del suo movimento politico.
Si tratta della Dichiarazione di Chivasso del 19 dicembre del 1943, in piena epopea resistenziale, quando partigiani di tutte le valli alpine, piemontesi e valdostane, queste ultime guidate dal padre dell’autonomia della Val d’Aosta ,Emile Chanoux, si riunirono clandestinamente nella cittadina piemontese ai piedi delle Alpi per teorizzare un impegno comune per passare dall’Italia fascista e nazionalista a un’Europa senza confini che valorizzasse le autonomie delle comunità locali con la loro identità culturale e linguistica.
Per Umberto Bossi quel manifesto autonomista e antifascista e federalista per l’Europa era il Dna stesso del suo leghismo. Lo ripetevano più di trent’anni fa gli stessi esponenti storici del leghismo novarese, allora giovanissimi: Massimo Giordano, Roberto Cota, l’allora sindaco di Novara Sergio Merusi, lo stesso Matteo Marnati ragazzino.
Cosa ne è stato di quella Lega novarese innamorata del federalismo europeo in chiave autonomista? Non esiste più: oggi la Lega è solo per Salvini e anche Riccardo Molinari la interpreta in senso sovranista, in una infinita gara fra lui e Meloni per chi é più nazionalista e ostile all’idea di superare i confini per dare vita a istituzioni federaliste in tutta Europa.
Al modello di Chanoux e Chabod hanno sostituito l’idea di De Gaulle dell’Europa delle Nazioni: il generale avrebbe annesso volentieri Aosta alla Savoia e forse sarebbe arrivato anche a Torino.
La realtà è che l’attuale leghismo, anche se Giordano fa finta di niente, è il migliore alleato di Le Pen che per anni ha sostenuto la validità di Petain, il collaborazionista francese che voleva fucilare quei partigiani valdostani, francesi e italiani che collaboravano e sognavano un’Europa unita.
Così del sogno europeista di Bossi non è rimasto più niente.