Dal Blog Fuori di Cupola

Dico subito che la pornografia mi fa schifo. Passata la prima curiosità adolescenziale molto in fretta, ne ho un ricordo lontano, di qualcosa di bestiale e nello stesso tempo di noioso, meccanico, freddo e irreale. 

Ricordo però bene le lunghe discussioni sulla pornografia: i sequestri dei film che contribuivano al loro successo, la decisione del governo francese di una supertassa sui film pornografici, ricordo i cinema specializzati in film a doppia X, a Novara l’Astra, che oggi hanno lasciato il posto a canali streaming specializzati, l’intenso commercio di videocassette e le vetrine specializzate in riviste porno delle edicole novaresi, città piena di caserme e di militari di leva, grandi consumatori di queste riviste. Oggi le caserme sono chiuse, molte edicole pure e la discussione se ripristinare o meno la naja è sempre aperta. 

Il problema non è degli adulti, liberi di buttare via i loro soldi e il loro tempo anche nella pornografia su Internet e sui cellulari. Il problema è solo dei ragazzi e dei bambini, esposti nella fase più delicata della loro formazione sentimentale e morale a un continuo bombardamento di immagini che spesso mescolano sesso e violenza.

Alcuni studi ipotizzano una triste connessione fra consumo della pornografia eccessivo e abusi e violenze sessuali praticati dai giovani; altri studi addirittura una crescente apatia e disinteresse dei giovani verso il sesso prodotto proprio da un’overdose di immagini pornografiche.

Oggi alcuni giovani vivono la tentazione di essere loro stessi produttori e autori di video pornografici, perfino con la violenza mettendoli poi in rete.

Le famiglie possono e devono installare dei sistemi di controllo anche gratuiti su pc e smartphone dei figli, ma soprattutto non possono rinunciare a un ruolo essenziale di vigilanza e dialogo in casa anche sul porno.

La lotta alla pornografia però non si fa con i software e con nuovi divieti e sanzioni, ma soprattutto con l’educazione: un’educazione affettiva e sessuale in cui si impara la bellezza del corpo e dei sentimenti oltre ogni mercificazione e consumismo.

L’educazione in senso integrale: religiosa e civile, sportiva, artistica e anche sessuale è l’unica vera alternativa alla pornografia. 

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Pier Luigi Tolardo

54 anni, novarese da sempre, passioni: politica, scrittura. Blogger dal 2001.

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Della pornografia nel 2023

Dal Blog Fuori di Cupola

Dico subito che la pornografia mi fa schifo. Passata la prima curiosità adolescenziale molto in fretta, ne ho un ricordo lontano, di qualcosa di bestiale e nello stesso tempo di noioso, meccanico, freddo e irreale. 

Ricordo però bene le lunghe discussioni sulla pornografia: i sequestri dei film che contribuivano al loro successo, la decisione del governo francese di una supertassa sui film pornografici, ricordo i cinema specializzati in film a doppia X, a Novara l’Astra, che oggi hanno lasciato il posto a canali streaming specializzati, l’intenso commercio di videocassette e le vetrine specializzate in riviste porno delle edicole novaresi, città piena di caserme e di militari di leva, grandi consumatori di queste riviste. Oggi le caserme sono chiuse, molte edicole pure e la discussione se ripristinare o meno la naja è sempre aperta. 

Il problema non è degli adulti, liberi di buttare via i loro soldi e il loro tempo anche nella pornografia su Internet e sui cellulari. Il problema è solo dei ragazzi e dei bambini, esposti nella fase più delicata della loro formazione sentimentale e morale a un continuo bombardamento di immagini che spesso mescolano sesso e violenza.

Alcuni studi ipotizzano una triste connessione fra consumo della pornografia eccessivo e abusi e violenze sessuali praticati dai giovani; altri studi addirittura una crescente apatia e disinteresse dei giovani verso il sesso prodotto proprio da un’overdose di immagini pornografiche.

Oggi alcuni giovani vivono la tentazione di essere loro stessi produttori e autori di video pornografici, perfino con la violenza mettendoli poi in rete.

Le famiglie possono e devono installare dei sistemi di controllo anche gratuiti su pc e smartphone dei figli, ma soprattutto non possono rinunciare a un ruolo essenziale di vigilanza e dialogo in casa anche sul porno.

La lotta alla pornografia però non si fa con i software e con nuovi divieti e sanzioni, ma soprattutto con l’educazione: un’educazione affettiva e sessuale in cui si impara la bellezza del corpo e dei sentimenti oltre ogni mercificazione e consumismo.

L’educazione in senso integrale: religiosa e civile, sportiva, artistica e anche sessuale è l’unica vera alternativa alla pornografia. 

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54 anni, novarese da sempre, passioni: politica, scrittura. Blogger dal 2001.