Al punto in cui siamo Mario Draghi dovrebbe trasformarsi definitivamente in un politico, fare come fecero Dini e Monti, nati banchieri ed economisti, arrivati al Governo con la fiducia del Capo dello Stato e di una larga maggioranza parlamentare comprensiva nel caso di Dini della Lega ma senza Fini e poi anche senza Berlusconi ma con la Lega di Bossi e nel caso di Monti con Berlusconi ma senza la Lega di Salvini, alla fine, a causa dell’opposizione della destra tornata unita, dovettero fondare un partito loro e sottoporsi al giudizio degli elettori.
Il Pd di Letta e i 5 Stelle di Conte e forse anche LeU di Bersani dovrebbero sostenere la candidatura di Draghi a Premier questa volta indicato anche dall’elettorato.
Salvini mollerà Draghi subito in caso di affermazione del centrodestra alle amministrative e in caso di sconfitta o ridimensionamento della Lega alle comunali sosterrà l’elezione di Draghi al Quirinale, promuovere per rimuovere, e se non la otterrà mollerà ugualmente Draghi. Come sempre il centrosinistra non ha candidati suoi a premier, deve ricorrere ad un uomo non di sinistra, come è stato con Prodi e poi Rutelli, quando ci ha provato con candidati suoi tipo D’Alema, Bersani, e lo stesso Renzi, pur essendo molto diversi fra loro per carattere, formazione, programma è stato un disastro.