Ora che la lunga ed intensa vita di Silvio Berlusconi è giunta al suo termine naturale e terreno, non si può non trarre un breve e sintetico bilancio della sua vita pubblica.
Le vite pubbliche, è meglio dire, perché di vite Berlusconi ne ha avute almeno 3.
La prima è quella di un giovane brillante figlio della buona borghesia milanese, con maturità classica dai Salesiani, laurea a pieni voti, una straordinaria capacità di darla ad intendere alla gente, un pallino per gli affari che gli fece chiedere come regalo di laurea ai suoi un Condominio da rivendere e così diventare un grande imprenditore immobiliare negli anni 60 quando costruì Milano2 e Milano3 nel territorio del Comune di Opera di cui era giovane Assessore Bettino Craxi.
Da Milano2 inizia la nuova vita di Silvio Berlusconi, il più importante imprenditore televisivo privato italiano capace di riuscire vendendo pubblicità a più non posso dove non erano riusciti i grandi editori italiani della carta stampata: i Rizzoli, Mondadori e Rusconi.
Un impero televisivo che ha plasmato le stesse regole della Tv privata e anche di quella pubblica costringendo Berlusconi a vivere la sua terza vita.
Quella del politico, fondatore di un partito di massa tutto suo, 3 volte Presidente del Consiglio, creando praticamente dal nulla una coalizione vincente di centrodestra che ha incluso larga parte del vecchio ceto politico democristiano e laico-socialista e ha portato al Governo forze antisistema, fino ad allora escluse come i missini oggi di Giorgia Meloni e i leghisti ieri di Bossi e oggi di Salvini.
3 Vite diverse che hanno influenzato profondamente la politica e l’informazione, la mentalità e il costume degli italiani.