C’era una volta la Dc, un partito che ha ininterrottamente guidato i governi dal 1946 fino al 1994, anche quando doveva cedere il posto di Presidente del Consiglio ad altri come Craxi, Spadolini, Ciampi.
La Dc, grande partito interclassista e nazionale, aveva al suo interno diverse correnti che riflettevano una diversa interpretazione del modo di concepire il fisco, la presenza dello Stato nell’ economia , il rapporto laicità-Fede.
L’area progressista nella Dc aveva il suo punto di forza in figure come Aldo Moro, Zaccagnini, Tina Anselmi, e Guido Bodrato, deputato torinese e leader della sinistra Dc in Piemonte, con punti di riferimento nelle provincia di Novara, che a lungo ha ricompreso l’attuale Vco, Alessandro Giordano ed Enrico Nerviani.
Proprio grazie all’ amicizia profonda di Bodrato con Giordano e Nerviani ho avuto l’onore e la fortuna di conoscere personalmente e frequentare Guido Bodrato , che fu negli anni 80 anche Ministro dell’ Industria e poi della Pubblica Istruzione.
Bodrato ha sempre voluto e saputo congiungere, anche nell’esperienza del Ppi successivo alla Dc, politica e cultura , una grande capacità di analisi della società , dei suoi cambiamenti in meglio e in peggio, di proposta di riforme non demagogiche ma che sapessero accrescere la partecipazione dei cittadini evitando il rischio di delegare tutto al leader di turno, facendo partiti personali e non luoghi di dibattito democratico.
Da questo punto di vista le sue riflessioni sui limiti del presidenzialismo sono tuttora di una grande attualità e necessità .