E’ora di mettere un Alt alla logistica nel Novarese 

La decisione di procedere senza indugi sull’autorizzazione al Polo logistico di Pernate può essere un punto di svolta , anzi un punto fermo al boom senza freni dei capannoni a Novara e nel suo hinterland.

7 anni fa si discuteva ancora tanto di Agognate: più di 5.000 firme su 100 mila abitanti per dire No ad una variante urbanistica che autorizzava un grande polo logistico, l’opposizione allora guidata dalla Lega diceva No con forza, la maggioranza di centrosinistra guidata da Ballare’ si spaccava e rischiava di terminare prima il proprio mandato proprio su Agognate. 

Oggi Agognate è una realtà: un po’ ridimensionato Canelli con pugno di ferro ha attuato quello che a Ballare’ aveva contestato : esiste un grande magazzino di Amazon e altre realtà potrebbero insediarsi . 

Ora anche a Pernate assistiamo a qualcosa che invece l’Amministrazione Canelli è sempre riuscita prima delle elezioni del 2021 a negare per poi lanciare in grande stile. 

Intanto anche a Trecate è sorto un altro imponente polo logistico e un altro ne sorgerà presto a Cameri sul confine di Novara ed è previsto un allargamento dell’area del CIM a ridosso della Tav nel quartiere S. Rocco mentre crescono come i funghi i capannoni di S. Pietro Mosezzo ormai alla periferia di Novara.

La vocazione strategica di Novara per la logistica  mostra ora tutti i suoi limiti: in pochi anni, in assenza di un nuovo Piano Regolatore di Novara, di una programmazione interregionale e anche solo provinciale, comprensoriale, viene realizzato senza precedenti nel dopoguerra, un consumo del suolo per circa dieci milioni di metri quadrati che balza Novara in vetta alle peggiori classifiche italiane.

Un territorio stravolto e imbruttito in modo irrimediabile, una Novara sempre più circondata da capannoni , assediata dai camion e dall’inquinamento. 

Come sia stato possibile negli anni della Laudato Si di Papa Francesco, delle rivolte giovanili contro il climate challenge sembra inspiegabile se non in nome di un colossale abbaglio collettivo, di un’ indifferenza troppo diffusa, di una politica che non riesce ad opporsi alle pretese di una cementificazione selvaggia. 

Ora su Pernate ci si può fermare, segnare una provvidenziale Battuta di arresto e di ripensamento di un sviluppo caotico e insostenibile.

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Pier Luigi Tolardo

54 anni, novarese da sempre, passioni: politica, scrittura. Blogger dal 2001.

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La decisione di procedere senza indugi sull’autorizzazione al Polo logistico di Pernate può essere un punto di svolta , anzi un punto fermo al boom senza freni dei capannoni a Novara e nel suo hinterland.

7 anni fa si discuteva ancora tanto di Agognate: più di 5.000 firme su 100 mila abitanti per dire No ad una variante urbanistica che autorizzava un grande polo logistico, l’opposizione allora guidata dalla Lega diceva No con forza, la maggioranza di centrosinistra guidata da Ballare’ si spaccava e rischiava di terminare prima il proprio mandato proprio su Agognate. 

Oggi Agognate è una realtà: un po’ ridimensionato Canelli con pugno di ferro ha attuato quello che a Ballare’ aveva contestato : esiste un grande magazzino di Amazon e altre realtà potrebbero insediarsi . 

Ora anche a Pernate assistiamo a qualcosa che invece l’Amministrazione Canelli è sempre riuscita prima delle elezioni del 2021 a negare per poi lanciare in grande stile. 

Intanto anche a Trecate è sorto un altro imponente polo logistico e un altro ne sorgerà presto a Cameri sul confine di Novara ed è previsto un allargamento dell’area del CIM a ridosso della Tav nel quartiere S. Rocco mentre crescono come i funghi i capannoni di S. Pietro Mosezzo ormai alla periferia di Novara.

La vocazione strategica di Novara per la logistica  mostra ora tutti i suoi limiti: in pochi anni, in assenza di un nuovo Piano Regolatore di Novara, di una programmazione interregionale e anche solo provinciale, comprensoriale, viene realizzato senza precedenti nel dopoguerra, un consumo del suolo per circa dieci milioni di metri quadrati che balza Novara in vetta alle peggiori classifiche italiane.

Un territorio stravolto e imbruttito in modo irrimediabile, una Novara sempre più circondata da capannoni , assediata dai camion e dall’inquinamento. 

Come sia stato possibile negli anni della Laudato Si di Papa Francesco, delle rivolte giovanili contro il climate challenge sembra inspiegabile se non in nome di un colossale abbaglio collettivo, di un’ indifferenza troppo diffusa, di una politica che non riesce ad opporsi alle pretese di una cementificazione selvaggia. 

Ora su Pernate ci si può fermare, segnare una provvidenziale Battuta di arresto e di ripensamento di un sviluppo caotico e insostenibile.

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