Le sceneggiate politiche di questi giorni sono in drammatico contrasto con la realtà di tutti i giorni.
Da una parte c’è una guerra di aggressione in piena Europa che non accenna minimamente a finire, una crisi energetica come non c’era più dagli anni ‘70, il governo in carica che fa di tutto per ridurre la nostra dipendenza dalla Russia trattando con Algeria, Qatar e Mozambico e strappando dei buoni nuovi contratti, l’esplosione dell’inflazione che riduce il potere d’acquisto di salari mediamente troppo bassi, a cui si aggiungono addirittura la crisi dell’acqua e i disastri climatici, perfino una pandemia che non si riesce ad eliminare del tutto.
Dall’altra c’è una politica ripiegata solo su se stessa, ossessionata dai sondaggi e dal peso che danno alle componenti delle coalizione, impegnata e appassionata solo della conservazione del seggio in parlamento dopo il taglio dei parlamentari.
Anche chi come i grillini e i leghisti avrebbero dovuto rivoluzionare le vecchie logiche della politica sembrano averla trascinata nei suoi difetti più antichi e incurabili : le eterne crisi di governo , le trattative infinite , gli ultimatum e le divisioni e scissioni interne, i continui tentennamenti e capovolgimenti sulla linea da tenere .
Il mondo è profondamente cambiato ma la politica italiana è distante e uguale a tre, cinque, dieci anni fa, trenta anni fa.
Chi è cambiato è l’elettorato: non ha più alcuna speranza nel cambiamento, nessun rimorso a voltare le spalle a questa politica e a disinteressarsene, sembra che la politica misuri il suo successo in quanta gente riesce ad allontanare dalle urne, a quanto riesca a far crescere l’astensionismo e pare davvero che in questo l’attuale classe politica ci riesca alla grande .