Che cosa accomuna il governatore uscente del Veneto, Luca Zaia, che ha esaurito i suoi mandati a disposizione, e Massimo Giordano, ex sindaco di Novara ed ex assessore regionale del Piemonte che, teoricamente, potrebbe ricandidarsi di nuovo nel 2026 a sindaco di Novara e che attualmente è il segretario provinciale della Lega per Salvini?

Tutte e due non possono vedere Salvini. Non lo dicono apertamente ma è chiaro che di Salvini non ne possono più.

Esponenti di primo piano della prima ora della Lega – il Veneto e la provincia di Novara in cui la Lega è sempre stata fortissima anche se oggi decisamente in calo – si può dire da sempre abbiano in comune un approccio antifascista e liberale anche sui temi etici. 

Vannacci tutte e due non l’hanno voluto, l’hanno subìto, non lo hanno votato e non lo hanno sostenuto. Se in Veneto Vannacci ha girato e parlato, in provincia di Novara sgradito da Giordano non si è fatto nemmeno vedere. 

Eppure Novara è una delle città più zeppe di generali, forse del mondo intero: per anni sede di una divisione corazzata, di un aeroporto militare, di un ospedale militare. Lo stesso Giordano ha avuto per Vicesindaco un generale in congedo: il compianto e moderato Mario Ferullo.

Lo stesso Giordano, alieno da simpatie filoputiniane, avrebbe voluto una base militare Nato nelle caserme in pieno centro tuttora vuote edinutilizzate dalla fine della leva obbligatoria.

Giordano e Zaia sono indubbiamente popolari nella base della Lega e anche fuori dalla Lega.

Ora, delle due l’una: Vannacci lascia la Lega per farsi un suo partito generalesco, sovranista e magari un tantinello razzista, oppure finalmente Salvini supportato dalle truppe di Vannacci si scontra con le truppe di Zaia, e perché no di Giordano, in una battaglia in cui non si faranno prigionieri.

In tutte e due le ipotesi i destini di Salvini e Zaia e Giordano si separano forse definitivamente, anche se in politica non c’è mai niente di definitivo: Zaia e Giordano saranno più vicini anche se Venezia è più lontana da Novara di Milano.

Giordano sarà forse candidato sindaco nel 2026, forse con la Lega di Zaia ma comunque senza Salvini, forse meno leghista piacerà perfino di più, forse. 

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Pier Luigi Tolardo

54 anni, novarese da sempre, passioni: politica, scrittura. Blogger dal 2001.

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GiordanZaia

Che cosa accomuna il governatore uscente del Veneto, Luca Zaia, che ha esaurito i suoi mandati a disposizione, e Massimo Giordano, ex sindaco di Novara ed ex assessore regionale del Piemonte che, teoricamente, potrebbe ricandidarsi di nuovo nel 2026 a sindaco di Novara e che attualmente è il segretario provinciale della Lega per Salvini?

Tutte e due non possono vedere Salvini. Non lo dicono apertamente ma è chiaro che di Salvini non ne possono più.

Esponenti di primo piano della prima ora della Lega - il Veneto e la provincia di Novara in cui la Lega è sempre stata fortissima anche se oggi decisamente in calo - si può dire da sempre abbiano in comune un approccio antifascista e liberale anche sui temi etici. 

Vannacci tutte e due non l’hanno voluto, l’hanno subìto, non lo hanno votato e non lo hanno sostenuto. Se in Veneto Vannacci ha girato e parlato, in provincia di Novara sgradito da Giordano non si è fatto nemmeno vedere. 

Eppure Novara è una delle città più zeppe di generali, forse del mondo intero: per anni sede di una divisione corazzata, di un aeroporto militare, di un ospedale militare. Lo stesso Giordano ha avuto per Vicesindaco un generale in congedo: il compianto e moderato Mario Ferullo.

Lo stesso Giordano, alieno da simpatie filoputiniane, avrebbe voluto una base militare Nato nelle caserme in pieno centro tuttora vuote edinutilizzate dalla fine della leva obbligatoria.

Giordano e Zaia sono indubbiamente popolari nella base della Lega e anche fuori dalla Lega.

Ora, delle due l’una: Vannacci lascia la Lega per farsi un suo partito generalesco, sovranista e magari un tantinello razzista, oppure finalmente Salvini supportato dalle truppe di Vannacci si scontra con le truppe di Zaia, e perché no di Giordano, in una battaglia in cui non si faranno prigionieri.

In tutte e due le ipotesi i destini di Salvini e Zaia e Giordano si separano forse definitivamente, anche se in politica non c’è mai niente di definitivo: Zaia e Giordano saranno più vicini anche se Venezia è più lontana da Novara di Milano.

Giordano sarà forse candidato sindaco nel 2026, forse con la Lega di Zaia ma comunque senza Salvini, forse meno leghista piacerà perfino di più, forse. 

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