Gli stipendi però devono aumentare 

Alla fine la maggioranza del Parlamento ha bocciato la proposta dell’opposizione di fissare in 9 euro all’ora quel minimo per vivere che un lavoratore deve guadagnare per non cadere nella povertà in cui già diversi milioni di lavoratori, non disoccupati si badi, vivono in Italia e con loro i loro figli che, secondo il Governo, non sono più abbastanza.

Non poteva essere diversamente: era una proposta che la Meloni aveva sempre osteggiato soprattutto in campagna elettorale, accettarla sarebbe sembrato a lei stessa un grave cedimento e perdere così la faccia. 

La destra non nega che ci sia un problema di salari ma lo rimanda fra 6 sei mesi per imporre che non si possa guadagnare meno di quanto preveda la contrattazione collettiva per il settore in cui opera il lavoratore. 

Non è fissato in 9 euro, anzi potrebbe essere anche di più anche se, oggi, alcuni contratti collettivi stanno sotto i 9 euro all’ora, potrebbe essere una buona soluzione ma 6 mesi non sono pochi e il rischio, in Italia, succede spesso, è che questo termine sia prorogato e poi prorogato ancora. 

Una cosa è certa: in diversi settori che sono importanti e coinvolgono sempre più lavoratori i Sindacati annaspano, fanno fatica ad organizzare i lavoratori, a tesserarli, a farli scioperare. 

Le motivazioni stanno anche in quella precarietà del lavoro sancita dall’abolizione dell’art.18 per i nuovi assunti e il nuovo assunto potrebbe essere anche un lavoratore di 55 anni, licenziato da un’impresa e riassunto recentemente da un’altra. 

Fare sciopero potrebbe significare per molti essere lasciato a casa e allora chi si espone per avere qualcosa di più di salario se rischia di perdere anche  il poco che ha di lavoro? 

I salari però o aumentano grazie ad una contrattazione collettiva che, inevitabilmente, deve prevedere dei momenti di conflittualità oppure per legge. 

Nel primo caso bisogna sostenere i sindacati, politicamente e con leggi che non scoraggino il lavoratore dal partecipare alle lotte, nel secondo fare una legge sul salario minimo. 

Quello che la destra non può fare è evitare l’una e l’altra cosa perché così i salari non aumenteranno anzi è facile solo che rimangano ancora fermi.

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Pier Luigi Tolardo

54 anni, novarese da sempre, passioni: politica, scrittura. Blogger dal 2001.

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Gli stipendi però devono aumentare 

Alla fine la maggioranza del Parlamento ha bocciato la proposta dell’opposizione di fissare in 9 euro all’ora quel minimo per vivere che un lavoratore deve guadagnare per non cadere nella povertà in cui già diversi milioni di lavoratori, non disoccupati si badi, vivono in Italia e con loro i loro figli che, secondo il Governo, non sono più abbastanza.

Non poteva essere diversamente: era una proposta che la Meloni aveva sempre osteggiato soprattutto in campagna elettorale, accettarla sarebbe sembrato a lei stessa un grave cedimento e perdere così la faccia. 

La destra non nega che ci sia un problema di salari ma lo rimanda fra 6 sei mesi per imporre che non si possa guadagnare meno di quanto preveda la contrattazione collettiva per il settore in cui opera il lavoratore. 

Non è fissato in 9 euro, anzi potrebbe essere anche di più anche se, oggi, alcuni contratti collettivi stanno sotto i 9 euro all’ora, potrebbe essere una buona soluzione ma 6 mesi non sono pochi e il rischio, in Italia, succede spesso, è che questo termine sia prorogato e poi prorogato ancora. 

Una cosa è certa: in diversi settori che sono importanti e coinvolgono sempre più lavoratori i Sindacati annaspano, fanno fatica ad organizzare i lavoratori, a tesserarli, a farli scioperare. 

Le motivazioni stanno anche in quella precarietà del lavoro sancita dall’abolizione dell’art.18 per i nuovi assunti e il nuovo assunto potrebbe essere anche un lavoratore di 55 anni, licenziato da un’impresa e riassunto recentemente da un’altra. 

Fare sciopero potrebbe significare per molti essere lasciato a casa e allora chi si espone per avere qualcosa di più di salario se rischia di perdere anche  il poco che ha di lavoro? 

I salari però o aumentano grazie ad una contrattazione collettiva che, inevitabilmente, deve prevedere dei momenti di conflittualità oppure per legge. 

Nel primo caso bisogna sostenere i sindacati, politicamente e con leggi che non scoraggino il lavoratore dal partecipare alle lotte, nel secondo fare una legge sul salario minimo. 

Quello che la destra non può fare è evitare l’una e l’altra cosa perché così i salari non aumenteranno anzi è facile solo che rimangano ancora fermi.

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