Grazie per averci insegnato che non siamo stati brava gente

 Angelo Del Boca è stato uno degli storici più importanti del nostro Paese, alla storia non c’è arrivato tramite l’insegnamento universitario ma attraverso il giornalismo con grande rigore e voglia di ricostruire la storia italiana contemporanea fuori dai luoghi comuni e dai facili stereotipi.

Emblematica della sua vita fu la polemica con Indro Montanelli, altro giornalista appassionato di storia. Per anni Montanelli negò che in Etiopia durante la guerra gli italiani avessero usato massicciamente i gas, Montanelli diceva io c’ero lì e non ho visto nulla, ovviamente Montanelli aveva tanti fans, purtroppo lui antifascista li aveva fra i fascisti, Del Boca riuscì a documentare in modo impeccabile quella pagina buia che disonorava l’Italia e alla fine, ormai vecchio, perfino Montanelli dovette riconoscerlo e dargli ragione.

No, gli italiani non sono stati sempre brava gente ma anche dei bastardi e degli assassini di donne e anziani e bambini come le decine di migliaia di sloveni e croati fatti morire di freddo, fame, malattie nei campi militari di concentramento durante la guerra e poi la repressione Barbara dei resistenti libici.

In un Paese che più che condannare il fascismo cerca spesso solo di dimenticarlo Del Boca ha tenuto alta la bandiera della Verità, più importante perfino della bandiera italiana.

Era un ragazzo novarese Del Boca, cresciuto ai limiti della Novara degli anni ‘30 sul Corso della Vittoria a pochi passi da dove abito anch’io, si era formato come uomo e come scrittore nella guerra partigiana di cui non ha mai coltivato un’immagine retorica ma tragica, dolente ed umana.

Ha mosso i primi passi come giornalista a Novara nella redazione del settimanale socialista Il Lavoratore e poi l’esperienza a Il Giorno  seguendo proprio le ex colonie italiane , l’Etiopia, la Libia, l’Eritrea, risalendo dalle vicende postcoloniali a quelle storiche coloniali. 

Era un uomo con la schiena dritta come devono essere i giornalisti e gli storici.

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Pier Luigi Tolardo

54 anni, novarese da sempre, passioni: politica, scrittura. Blogger dal 2001.

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Grazie per averci insegnato che non siamo stati brava gente

 Angelo Del Boca è stato uno degli storici più importanti del nostro Paese, alla storia non c’è arrivato tramite l’insegnamento universitario ma attraverso il giornalismo con grande rigore e voglia di ricostruire la storia italiana contemporanea fuori dai luoghi comuni e dai facili stereotipi.

Emblematica della sua vita fu la polemica con Indro Montanelli, altro giornalista appassionato di storia. Per anni Montanelli negò che in Etiopia durante la guerra gli italiani avessero usato massicciamente i gas, Montanelli diceva io c’ero lì e non ho visto nulla, ovviamente Montanelli aveva tanti fans, purtroppo lui antifascista li aveva fra i fascisti, Del Boca riuscì a documentare in modo impeccabile quella pagina buia che disonorava l’Italia e alla fine, ormai vecchio, perfino Montanelli dovette riconoscerlo e dargli ragione.

No, gli italiani non sono stati sempre brava gente ma anche dei bastardi e degli assassini di donne e anziani e bambini come le decine di migliaia di sloveni e croati fatti morire di freddo, fame, malattie nei campi militari di concentramento durante la guerra e poi la repressione Barbara dei resistenti libici.

In un Paese che più che condannare il fascismo cerca spesso solo di dimenticarlo Del Boca ha tenuto alta la bandiera della Verità, più importante perfino della bandiera italiana.

Era un ragazzo novarese Del Boca, cresciuto ai limiti della Novara degli anni ‘30 sul Corso della Vittoria a pochi passi da dove abito anch’io, si era formato come uomo e come scrittore nella guerra partigiana di cui non ha mai coltivato un’immagine retorica ma tragica, dolente ed umana.

Ha mosso i primi passi come giornalista a Novara nella redazione del settimanale socialista Il Lavoratore e poi l’esperienza a Il Giorno  seguendo proprio le ex colonie italiane , l’Etiopia, la Libia, l’Eritrea, risalendo dalle vicende postcoloniali a quelle storiche coloniali. 

Era un uomo con la schiena dritta come devono essere i giornalisti e gli storici.

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