- La Guerra di aggressione è sempre ingiusta e illegittima. Lo è per la dottrina sociale cattolica che condanna la guerra di aggressione e per la Costituzione della Repubblica Italiana: “ L’Italia rifiuta la guerra come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali.”
- L’aggressore deve sentire sempre il giudizio morale e politico negativo della comunità internazionale, non si può per motivi etici e politici rispondere alla guerra d’aggressione con un’altra guerra di aggressione ma devono essere messe in atto tutte quelle forme di pressione politica ed economica per sanzionare le aggressioni belliche .
- Le sanzioni politiche ed economiche devono essere proporzionate e mirate a dissuadere l’aggressore, devono colpire più lo Stato aggressore che i suoi cittadini, quindi non devono sospendere le forniture di farmaci e vaccini e la cooperazione sanitaria e non devono portare alla fame il popolo. Le sanzioni economiche hanno un costo anche per chi le infligge ma va sopportato in nome della giustizia.
- Il Paese aggredito va supportato dal punto di vista economico e sanitario, mai con forniture di armi, la legge italiana proibisce di fornire armi a Paesi in guerra.
- Chi si reca in un Paese invaso e aggredito per aiutare la sua difesa commette un reato secondo le leggi italiane ed è giusto così sempre e in ogni caso perché l’Italia rifiuta la guerra.
- Chi fugge da un Paese invaso e in guerra, chi fa obiezione di coscienza all’uso delle armi ha diritto all’ asilo politico in Italia, lo prevede la nostra Costituzione ed è un obbligo del diritto naturale e della carità Cristiana .
- Perché la guerra cessi, per chi muore e rischia la vita innocente o per ordine altrui, perché chi ha responsabilità senta l’urgenza della pace e dei negoziati il credente ha sempre l’obbligo di pregare cercando di non provare odio nemmeno per i responsabili della guerra.
- Il negoziato, il cessate il fuoco e accordi anche provvisori che mettano fine anche temporaneamente al conflitto armato possono essere insoddisfacenti o parziali, possono portare a sacrifici anche ingiusti rispetto ad aspettative e interessi legittimi ma sono sempre e comunque da preferire alla guerra.