Per Ignazio La Russa un giornalista dovrebbe girare per Torino con un giubbotto catarifrangente, dai colori vivaci, ben visibile anche la notte con scritto “Press-Stampa” in modo da poter essere sempre riconoscibile da chiunque per non suscitare “reazioni“ come il pestaggio al giornalista de La Stampa Andrea Joly.
Torino come Gaza o come l’Ucraina in cui il corrispondente di guerra deve dichiararsi tale per evitare che gli sparino come a un nemico.
A Torino c’era la guerra e non lo sapevamo. Peccato che i picchiatori, pare con precedenti dello stesso tipo, siano indagati per violenza con l’aggravante dei futili motivi.
Picchiare una persona per strada perché voleva fotografare un gruppo di persone, circa un centinaio, che in una pubblica strada, in una manifestazione non autorizzata nella notte, posava per farsi fotografare mentre cantava inni fascisti e faceva il saluto fascista, usando fumogeni, non è ammissibile e non è legale a prescindere se sia un giornalista o no.
Il rispetto della privacy che in parte non vale per i giornalisti se la notizia è di interesse pubblico non vale per i luoghi pubblici, le manifestazioni pubbliche, in un paese libero e pacifico dal 1945, da quando è finita l’ultima guerra, quella voluta dai fascisti che i giornalisti liberi picchiavano e fucilavano.