Il “Caso Borghi” e il Centrosinistra

Il “ caso Borghi”, cioè il senatore del Pd del Vco, l’unico parlamentare di questo partito eletto in questo quadrante del Piemonte, che oggi ha annunciato di lasciare il Pd per iscriversi a Italia Viva di Renzi farà discutere molto dentro e fuori il Pd. 

Per Borghi che faceva parte della segreteria Letta e che nelle Primarie del Pd ha sostenuto Bonaccini, la Schlein in poche settimane avrebbe già cambiato la natura del Pd trasformandolo in un partito della sinistra massimalista in cui i cattolici democratici non possono avere spazio. 

Borghi però va al di là della scelta di non rinnovare l’iscrizione al Pd, avrebbe potuto rimanere nel gruppo al Senato del Pd sia pure da indipendente oppure iscriversi al Gruppo misto, ma sceglie di andare con Renzi.

La scelta personale e rispettabile, oggi il Pd e Italia Viva sono entrambi all’opposizione, riapre o tiene aperto il dibattito sul Pd e sul centro a livello più generale. 

Per alcuni sarebbe l’ennesima prova, anche l’ex Sindaco di Novara del Pd Andrea Ballaré lo ha lasciato , qualche tempo fa, ma per aderire invece ad Azione, che la fusione fra Ds e Margherita è talmente fallita che se in un Congresso prevale una parte l’altra non può fare a meno di andarsene.

Potrebbe sembrare così ma non si può dimenticare che i Ds e la Margherita erano divisi, soprattutto su alcune questioni eticamente problematiche ma erano comunque alleati, si presentavano insieme alle elezioni e si candidavano a governare insieme il Paese e i Comuni sulla base di un programma comune. 

Per la Margherita, retta da un laico come Rutelli ma in gestione collegiale con tanti ex Dc, non c’erano dubbi sulla collocazione alternativa alla destra di Fini e Berlusconi e Bossi, pur su posizioni più moderate la Margherita voleva essere alleata solo con i Ds ma non ha escluso nemmeno di allearsi con Rifondazione Comunista.

Per Renzi e Italia Viva la collocazione nel centrosinistra in modo organico e permanente non è più un fatto scontato , Italia Viva e Azione hanno corso alle elezioni contro il Pd ponendosi al centro ed escludendo per principio qualunque forma di collaborazione e alleanza con i 5 Stelle anche se hanno governato insieme a Conte nel suo secondo governo e così poi nel governo Draghi.

La Margherita si definiva un partito democratico di centrosinistra, Italia Viva vuole essere più un contenitore di liberali di centro che può anche dialogare con il centrodestra e non esclude nemmeno ad un certo punto di poter governare con questo. 

Finora però l’opzione Renzi pur godendo di nuove adesioni di politici che arrivano dal Pd o da Forza Italia nelle urne non riesce ad aggregare nuovi e crescenti consensi, ha difficoltà quasi insormontabili a collaborare con Calenda, mentre la storia della Margherita dalla sua nascita alla fusione nel Pd fu una storia di sempre maggiori e crescenti successi elettorali. 

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Pier Luigi Tolardo

54 anni, novarese da sempre, passioni: politica, scrittura. Blogger dal 2001.

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Il “ caso Borghi”, cioè il senatore del Pd del Vco, l’unico parlamentare di questo partito eletto in questo quadrante del Piemonte, che oggi ha annunciato di lasciare il Pd per iscriversi a Italia Viva di Renzi farà discutere molto dentro e fuori il Pd. 

Per Borghi che faceva parte della segreteria Letta e che nelle Primarie del Pd ha sostenuto Bonaccini, la Schlein in poche settimane avrebbe già cambiato la natura del Pd trasformandolo in un partito della sinistra massimalista in cui i cattolici democratici non possono avere spazio. 

Borghi però va al di là della scelta di non rinnovare l’iscrizione al Pd, avrebbe potuto rimanere nel gruppo al Senato del Pd sia pure da indipendente oppure iscriversi al Gruppo misto, ma sceglie di andare con Renzi.

La scelta personale e rispettabile, oggi il Pd e Italia Viva sono entrambi all’opposizione, riapre o tiene aperto il dibattito sul Pd e sul centro a livello più generale. 

Per alcuni sarebbe l’ennesima prova, anche l’ex Sindaco di Novara del Pd Andrea Ballaré lo ha lasciato , qualche tempo fa, ma per aderire invece ad Azione, che la fusione fra Ds e Margherita è talmente fallita che se in un Congresso prevale una parte l’altra non può fare a meno di andarsene.

Potrebbe sembrare così ma non si può dimenticare che i Ds e la Margherita erano divisi, soprattutto su alcune questioni eticamente problematiche ma erano comunque alleati, si presentavano insieme alle elezioni e si candidavano a governare insieme il Paese e i Comuni sulla base di un programma comune. 

Per la Margherita, retta da un laico come Rutelli ma in gestione collegiale con tanti ex Dc, non c’erano dubbi sulla collocazione alternativa alla destra di Fini e Berlusconi e Bossi, pur su posizioni più moderate la Margherita voleva essere alleata solo con i Ds ma non ha escluso nemmeno di allearsi con Rifondazione Comunista.

Per Renzi e Italia Viva la collocazione nel centrosinistra in modo organico e permanente non è più un fatto scontato , Italia Viva e Azione hanno corso alle elezioni contro il Pd ponendosi al centro ed escludendo per principio qualunque forma di collaborazione e alleanza con i 5 Stelle anche se hanno governato insieme a Conte nel suo secondo governo e così poi nel governo Draghi.

La Margherita si definiva un partito democratico di centrosinistra, Italia Viva vuole essere più un contenitore di liberali di centro che può anche dialogare con il centrodestra e non esclude nemmeno ad un certo punto di poter governare con questo. 

Finora però l’opzione Renzi pur godendo di nuove adesioni di politici che arrivano dal Pd o da Forza Italia nelle urne non riesce ad aggregare nuovi e crescenti consensi, ha difficoltà quasi insormontabili a collaborare con Calenda, mentre la storia della Margherita dalla sua nascita alla fusione nel Pd fu una storia di sempre maggiori e crescenti successi elettorali. 

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