In questo ultimo anno chi ha provveduto a tenere aperto sempre il dialogo con il Governo Meloni, nello schieramento delle forze sociali, è stata soprattutto la Cisl di Luigi Sbarra.
Ha voluto tenacemente distinguersi da Landini e dalla Cgil per non voler anticipare pregiudizialmente una chiusura ed un rifiuto delle politiche economiche e sociali del primo esecutivo di “destracentro” della storia repubblicana.
Ha voluto dare fiducia ad una svolta di queste forze politiche nel senso, più volte dichiarato da Meloni, di dare dignità e spazio al dialogo sociale, ha voluto cercare convergenze e spirito unitario, senza farsi condizionare dal gioco politico con l’esecutivo.
Alla fine le risposte concrete del Governo Meloni danno ragione, purtroppo, a Landini e torto a chi ha voluto credere fino in fondo nel dialogo sociale come Sbarra.
Sulle pensioni il Governo Meloni ha tirato in giro, fino all’ultimo, i sindacati a cui ha voluto far credere, come alla maggioranza degli italiani, che ci sarebbero stati dei passi diversi verso un’uscita più flessibile dal mondo del lavoro.
Alla fine la legge Fornero, così vilipesa, attaccata, denigrata da Meloni e da Salvini, è stata addirittura peggiorata in fatto di penalizzazioni e sostanzialmente mantenuta.
Il metodo di dire una cosa, farla credere e poi all’ultimo contraddirla in pieno non solo è stato confermato dalla nuova coalizione di Governo ma è stato esasperato e portato alle sue estreme conseguenze.
Chi ha creduto nel dialogo sociale come la Cisl è stato tradito e sbeffeggiato, chi non ha mai voluto crederci troppo ne esce premiato.