Il partito dei Sindaci lo abbiamo già avuto

Si parla con insistenza, soprattutto dopo l’abbandono di Luigi Di Maio dei 5 Stelle, di una nuova formazione politica non si capisce se alleata con il Pd o terzo polista di amministratori comunali e regionali guidata dall’attuale Sindaco di Milano Beppe Sala.

Che Beppe Sala, manager che ho incrociato nella mia vita quando guidò Telecom Italia che avrebbe avuto migliore fortuna se lo avesse lasciato fare mentre lo estromise quasi subito, abbia le carte in regola per guidare l’Italia di questi tempi difficili non ho dubbi: dopo l’Expo di Rho ha dimostrato capacità politiche non comuni in un uomo che era abituato a governare aziende.

Molti dubbi ho invece su una formazione che dovrebbe radunare esponenti eterogenei solo perché amministratori locali : da Brugnaro, Sindaco di Venezia e che ha fondato “ Coraggio Italia” all’ex Sindaco di Parma Pizzarotti che era stato espulso per indisciplina dai 5 Stelle proprio per aver realizzato l’inceneritore che i 5 Stelle vogliono bloccare a Roma e fu espulso proprio da Di Maio.

Non è la prima volta che gli amministratori locali , soprattutto i Sindaci , forti del consenso popolare ottenuto, in fondo sono gli unici eletti, rivendicano un maggiore peso nelle vicende nazionali.

Alla fine degli anni ‘90 ci fu il movimento “ Cento Piazze” dei Sindaci Rutelli, Orlando, Cacciari che poi si fuse con i Democratici di Prodi e poi dette vita con loro alla Margherita.

Rutelli che ne fu il leader poi venne sconfitto nel 2001 da Berlusconi, che Sindaco non è mai stato, mentre Veltroni che ne aveva preso il posto come Sindaco di Roma venne sconfitto sempre dal solito Berlusconi nel 2006.

Non maggiore fortuna si può dire che abbia avuto, se non per tre anni, Renzi lanciatosi come Sindaco di Firenze con grandi ambizioni e oggi leader di una forza stimata dal 2 al 4% dei voti se va bene. 

Insomma il Sindaco d’Italia è un deja-vu, non basta la base elettorale e la visibilità che essere Sindaco di una grande metropoli ti può dare : senza un progetto politico, un’immagine forte a livello nazionale, una coalizione politica ma ancora di più sociale e di interessi il Sindaco sulla scena nazionale è solo uno dei tanti, non necessariamente vincente.

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Pier Luigi Tolardo

54 anni, novarese da sempre, passioni: politica, scrittura. Blogger dal 2001.

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Il partito dei Sindaci lo abbiamo già avuto

Si parla con insistenza, soprattutto dopo l’abbandono di Luigi Di Maio dei 5 Stelle, di una nuova formazione politica non si capisce se alleata con il Pd o terzo polista di amministratori comunali e regionali guidata dall’attuale Sindaco di Milano Beppe Sala.

Che Beppe Sala, manager che ho incrociato nella mia vita quando guidò Telecom Italia che avrebbe avuto migliore fortuna se lo avesse lasciato fare mentre lo estromise quasi subito, abbia le carte in regola per guidare l’Italia di questi tempi difficili non ho dubbi: dopo l’Expo di Rho ha dimostrato capacità politiche non comuni in un uomo che era abituato a governare aziende.

Molti dubbi ho invece su una formazione che dovrebbe radunare esponenti eterogenei solo perché amministratori locali : da Brugnaro, Sindaco di Venezia e che ha fondato “ Coraggio Italia” all’ex Sindaco di Parma Pizzarotti che era stato espulso per indisciplina dai 5 Stelle proprio per aver realizzato l’inceneritore che i 5 Stelle vogliono bloccare a Roma e fu espulso proprio da Di Maio.

Non è la prima volta che gli amministratori locali , soprattutto i Sindaci , forti del consenso popolare ottenuto, in fondo sono gli unici eletti, rivendicano un maggiore peso nelle vicende nazionali.

Alla fine degli anni ‘90 ci fu il movimento “ Cento Piazze” dei Sindaci Rutelli, Orlando, Cacciari che poi si fuse con i Democratici di Prodi e poi dette vita con loro alla Margherita.

Rutelli che ne fu il leader poi venne sconfitto nel 2001 da Berlusconi, che Sindaco non è mai stato, mentre Veltroni che ne aveva preso il posto come Sindaco di Roma venne sconfitto sempre dal solito Berlusconi nel 2006.

Non maggiore fortuna si può dire che abbia avuto, se non per tre anni, Renzi lanciatosi come Sindaco di Firenze con grandi ambizioni e oggi leader di una forza stimata dal 2 al 4% dei voti se va bene. 

Insomma il Sindaco d’Italia è un deja-vu, non basta la base elettorale e la visibilità che essere Sindaco di una grande metropoli ti può dare : senza un progetto politico, un’immagine forte a livello nazionale, una coalizione politica ma ancora di più sociale e di interessi il Sindaco sulla scena nazionale è solo uno dei tanti, non necessariamente vincente.

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