Lo Scisma fra Chiesa d’Oriente e Chiesa d’Occidente nei primi secoli del Cristianesimo è la linea di demarcazione culturale prima ancora che religiosa fra Europa e Russia.
Con la lotta delle investiture fra Papato e Impero, la cattività avignonese e poi la Rivoluzione francese e perfino il processo di unificazione italiana che fece finire il potere temporale dei Papi è nata la separazione fra Chiesa e Stato e quindi la democrazia come la conosciamo.
Se a Bisanzio oggi Instanbul il Patriarca Bartolomeo, ecologista che parla un buonissimo italiano, ha solo un potere spirituale su una piccola minoranza in mezzo all’Islam il Patriarca Kirill va a braccetto con Putin esattamente come i suoi predecessori fino al 1917 furono il braccio religioso dello Zar.
Anche Stalin non volle infierire più con gli ortodossi e anzi proprio in Ucraina si accanì soprattutto con i greco-cattolici, gli uniati, simili all’Ortodossia per la liturgia e i preti sposati ma obbedienti al Papa di Roma.
Dopo la fine dell’URSS le chiese che Stalin aveva tolto ai greco-cattolici per darle agli ortodossi ritornarono alla Chiesa di Roma e questo è il motivo principale per cui nessun Papa ha potuto finora andare a Mosca ma solo Papa Wojtyla riuscì nel 2001 a visitare proprio Leopoli in Ucraina.
Da qualche anno anche la Chiesa Ortodossa d’Ucraina ha consumato un piccolo scisma separandosi da quella Russa, non sopportava più che il Patriarca Cirillo appoggiasse sempre Putin dando sempre torto agli ucraini.
Il Patriarca Cirillo proprio in queste ore dice che la guerra contro l’Ucraina è giusta perché è una punizione degli omosessuali e dei regimi politici che li proteggono.
Va bene il tradizionalismo e anche la condanna di quello che è fuori dalla famiglia ma giustificare la guerra e l’omicidio e la distruzione di tante famiglie tradizionali in nome della lotta all’omosessualità è certamente qualcosa che stride con il messaggio Cristiano sia nella tradizione orientale che in quella occidentale.
Senza separazione fra Stato e Chiesa ne soffre lo Stato ma ne soffre soprattutto la Chiesa e questa è la conclusione del Concilio Vaticano II a cui gli ortodossi di Russia vennero invitati come osservatori ma a cui non parteciparono per ordine di Krusciov.