Fra poco inizierà nella parrocchia dove vivo la festa del nostro santo patrono San Rocco. La nostra è una delle parrocchie più giovani della diocesi di Novara e della stessa città, la penultima ad essere stata fondata, poi è arrivata quella di S. Francesco in un altro quartiere periferico all’altro capo della città. Rocco era un giovane, morto ancora giovane, un giovane ricco che sceglie di essere Povero, solo un Povero Pellegrino.

Sceglie di essere in movimento, di lasciare la sua terra, la sua casa, le sue abitudini, le sue certezze.

Il quartiere di San Rocco è accanto all’autostrada Torino-Milano e l’Alta Velocità delimita il sui territorio ma non solo: è abitato dalle sue origini moderne da persone provenienti da ogni parte d’Italia: dalmati, giuliani, friulani, veneti, laziali, pugliesi, calabresi, siciliani, sardi, e più recentemente perfino da pakistani, marocchini, albanesi, romeni, tutta gente che ha lasciato la sua terra, la sua casa, la sua vita. 

Rocco lungo il suo pellegrinaggio incontra la peste, una pandemia globale che semina morti e miseria già molti secoli fa, cura i malati in un’epoca senza mutua, vaccini, ospedali, antibiotici e si ammala anche lui.

Solo un cane, come quelli che fanno compagnia a tanti anziani del quartiere, ha pena di lui e gli porta da mangiare mentre è in isolamento.

Rocco muore straniero nella sua stessa Patria, non riconosciuto nemmeno più dai suoi.

La sua vita è estremamente moderna, somiglia molto alla nostra, a volte in difficoltà a riconoscere le nostre radici, a vedere  quale potrà essere il nostro futuro, alle prese con cambiamenti che facciamo fatica a capire ed accettare, dubbiosi della nostra identità, provati spesso dalla malattia, dalla sofferenza e dal dolore.

Per Rocco, Pellegrino senza tetto, senza famiglia, senza Patria, c’è solo Dio da cui si fa prendere e a cui si affida, la sua spiritualità è povera, essenziale come lui. 

I santi sono uomini come noi, anche loro alle prese con le fatiche della vita scelgono la compagnia di Dio e offrono la loro invisibile e reale compagnia, il loro esempio a noi, così è per Rocco Santo e il suo quartiere.

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Pier Luigi Tolardo

54 anni, novarese da sempre, passioni: politica, scrittura. Blogger dal 2001.

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Il Pellegrino Rocco

Fra poco inizierà nella parrocchia dove vivo la festa del nostro santo patrono San Rocco. La nostra è una delle parrocchie più giovani della diocesi di Novara e della stessa città, la penultima ad essere stata fondata, poi è arrivata quella di S. Francesco in un altro quartiere periferico all’altro capo della città. Rocco era un giovane, morto ancora giovane, un giovane ricco che sceglie di essere Povero, solo un Povero Pellegrino.

Sceglie di essere in movimento, di lasciare la sua terra, la sua casa, le sue abitudini, le sue certezze.

Il quartiere di San Rocco è accanto all’autostrada Torino-Milano e l’Alta Velocità delimita il sui territorio ma non solo: è abitato dalle sue origini moderne da persone provenienti da ogni parte d’Italia: dalmati, giuliani, friulani, veneti, laziali, pugliesi, calabresi, siciliani, sardi, e più recentemente perfino da pakistani, marocchini, albanesi, romeni, tutta gente che ha lasciato la sua terra, la sua casa, la sua vita. 

Rocco lungo il suo pellegrinaggio incontra la peste, una pandemia globale che semina morti e miseria già molti secoli fa, cura i malati in un’epoca senza mutua, vaccini, ospedali, antibiotici e si ammala anche lui.

Solo un cane, come quelli che fanno compagnia a tanti anziani del quartiere, ha pena di lui e gli porta da mangiare mentre è in isolamento.

Rocco muore straniero nella sua stessa Patria, non riconosciuto nemmeno più dai suoi.

La sua vita è estremamente moderna, somiglia molto alla nostra, a volte in difficoltà a riconoscere le nostre radici, a vedere  quale potrà essere il nostro futuro, alle prese con cambiamenti che facciamo fatica a capire ed accettare, dubbiosi della nostra identità, provati spesso dalla malattia, dalla sofferenza e dal dolore.

Per Rocco, Pellegrino senza tetto, senza famiglia, senza Patria, c’è solo Dio da cui si fa prendere e a cui si affida, la sua spiritualità è povera, essenziale come lui. 

I santi sono uomini come noi, anche loro alle prese con le fatiche della vita scelgono la compagnia di Dio e offrono la loro invisibile e reale compagnia, il loro esempio a noi, così è per Rocco Santo e il suo quartiere.

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54 anni, novarese da sempre, passioni: politica, scrittura. Blogger dal 2001.