L’apertura di Forza Italia allo “Ius scholae” o “ius culturae” cioè l’attribuzione della cittadinanza italiana , senza attendere la maggiore età, ai minorenni figli di stranieri che hanno concluso il ciclo dell’obbligo scolastico nel nostro Paese é la notizia più positiva di questo scorcio d’estate.
Sarà il grande momento delle Olimpiadi e dei suoi successi nazionali italiani che attestano l’esistenza e la positività di una società multietnica come é ormai quella italiana e il disgusto per alcuni inaccettabili rigurgiti razzisti ma ormai il tema sembra maturo anche nell’opinione pubblica superando le distinzioni di destra e sinistra.
La stessa Presidente Meloni non se la sente di dire un no di principio , categorico ed assoluto, cerca soprattutto di evitare il contrasto con la Lega di Salvini, tenacemente contraria ma si limita a sostenere che “non è una priorità“.
Non è una priorità del Governo, d’accordo ma i diritti civiii sono un tema strettamente di competenza del Parlamento più che del Governo.
Non si tratta di uno “ ius soli” cioè di un automatismo legato alla semplice nascita in Italia in qualunque circostanza e per qualsiasi motivo difficilmente comprensibile ed accettabile in un Paese di passaggio e metà da sempre di ogni flusso turistico.
Si tratta di integrare cittadini giovani che hanno imparato a parlare italiano, che conoscono la nostra cultura così peculiare e, diciamolo pure, minoritaria nel mondo, i nostri valori civici e democratici.
L’Italia scelga chi sceglie l’Italia e anche le forze di opposizione, in primis il Partito Democratico, sappiano cogliere questa straordinarietà opportunità e senza calcoli politici e senza irrigidimenti ideologici portino a casa questo dato di progresso sociale e civile, che nella scorsa legislatura si è mancato per poco e oggi potrebbe essere concretamente possibile.