Per molti anni si è gridato alla morte della Politica a causa del dilagare della tecnica, dei tecnici, della tecnocrazia.

Ci vuole competenza, ci vogliono competenze, non importa se il gatto è rosso o nero ma deve prendere i topi, per cui si esaltava, oltre e contro le ideologie politiche, il governo dei tecnici.

Tecnici che nei Governi anche della Prima Repubblica sono sempre esistiti : che so Guido Carli o Gaetano Stammati al Tesoro nei Governi Dc, Piga o il giurista Morlino, persone di grande competenza specialistica non espressione di un partito politico preciso ma che avevano, comunque, le loro idee politiche e prima o poi si candidavano come indipendenti e diventavano così dei politici: per esempio Nino Andreatta o Leopoldo Elia, erano però casi limitati, il timone era dei politici.

La crisi del sistema politico, dopo la caduta del Muro di Berlino e l’avvento del maggioritario ha fatto dilagare i tecnici : prima Ciampi, banchiere centrale, ma presidente di un governo con tutti o quasi politici, poi il governo Dini fatto di prefetti, giudici, generali ma che produsse alla fine politici: lo stesso Dini e poi Frattini e Mancuso.

Infine il governo Monti: un governo tutto di professori universitari, ambasciatore e ammiraglio, che produsse le riforme politiche più controverse: il pareggio di  bilancio in Costituzione, la riforma delle pensioni, la legge Severino.

A quel punto sembrava troppo, ai tecnici si era chiesta una mano e loro si erano montati la testa, il governo Renzi fu una completa e continua contestazione dei tecnici.

Vennero i grillini allora : rifiutavano l’ideologia della competenza e della scienza in nome del governo delle persone comuni.

Il ritorno di fiamma per i tecnici è stato il governo Draghi , in cui i grillini hanno esordito pieni di entusiasmo per il tecnico Cingolani salvo poi prenderne le distanze.

La caduta di Draghi e la polemica di questi giorni contro i virologi che si candidano forse ci dicono che l’amore per il tecnico in politica si è esaurito: non si sopportano i tecnici nemmeno quando vogliono diventare politici. Chi esalta ancora Draghi poi dice che Crisanti si è montato la testa durante la pandemia, da un banchiere si accettano lezioni ma da un medico non più e del resto nella vita una volta guariti si tende a snobbare i medici mentre dei banchieri riesci a farne a meno con più difficoltà .

Certamente la luna di miele dei tecnici in politica pare conclusa, fino a quando? 

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Pier Luigi Tolardo

54 anni, novarese da sempre, passioni: politica, scrittura. Blogger dal 2001.

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La Fine dei Tecnici

Per molti anni si è gridato alla morte della Politica a causa del dilagare della tecnica, dei tecnici, della tecnocrazia.

Ci vuole competenza, ci vogliono competenze, non importa se il gatto è rosso o nero ma deve prendere i topi, per cui si esaltava, oltre e contro le ideologie politiche, il governo dei tecnici.

Tecnici che nei Governi anche della Prima Repubblica sono sempre esistiti : che so Guido Carli o Gaetano Stammati al Tesoro nei Governi Dc, Piga o il giurista Morlino, persone di grande competenza specialistica non espressione di un partito politico preciso ma che avevano, comunque, le loro idee politiche e prima o poi si candidavano come indipendenti e diventavano così dei politici: per esempio Nino Andreatta o Leopoldo Elia, erano però casi limitati, il timone era dei politici.

La crisi del sistema politico, dopo la caduta del Muro di Berlino e l’avvento del maggioritario ha fatto dilagare i tecnici : prima Ciampi, banchiere centrale, ma presidente di un governo con tutti o quasi politici, poi il governo Dini fatto di prefetti, giudici, generali ma che produsse alla fine politici: lo stesso Dini e poi Frattini e Mancuso.

Infine il governo Monti: un governo tutto di professori universitari, ambasciatore e ammiraglio, che produsse le riforme politiche più controverse: il pareggio di  bilancio in Costituzione, la riforma delle pensioni, la legge Severino.

A quel punto sembrava troppo, ai tecnici si era chiesta una mano e loro si erano montati la testa, il governo Renzi fu una completa e continua contestazione dei tecnici.

Vennero i grillini allora : rifiutavano l’ideologia della competenza e della scienza in nome del governo delle persone comuni.

Il ritorno di fiamma per i tecnici è stato il governo Draghi , in cui i grillini hanno esordito pieni di entusiasmo per il tecnico Cingolani salvo poi prenderne le distanze.

La caduta di Draghi e la polemica di questi giorni contro i virologi che si candidano forse ci dicono che l’amore per il tecnico in politica si è esaurito: non si sopportano i tecnici nemmeno quando vogliono diventare politici. Chi esalta ancora Draghi poi dice che Crisanti si è montato la testa durante la pandemia, da un banchiere si accettano lezioni ma da un medico non più e del resto nella vita una volta guariti si tende a snobbare i medici mentre dei banchieri riesci a farne a meno con più difficoltà .

Certamente la luna di miele dei tecnici in politica pare conclusa, fino a quando? 

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Pier Luigi Tolardo

54 anni, novarese da sempre, passioni: politica, scrittura. Blogger dal 2001.