La lezione di Andreatta a Letta

L’ultimo incarico di statista di Beniamino Andreatta, prima di cadere in coma proprio mentre si trovava in Parlamento, fu da Ministro della Difesa.

Andreatta, già consigliere economico di Aldo Moro, economista e politico specializzato in politica economica si dedicò con rigore e passione al suo ultimo incarico apparentemente il più lontano dalla sua formazione ed interessi.

Nelle sue ultime interviste metteva in primo piano l’esigenza di ammodernamento dello strumento militare italiano, in termine di riduzione degli sprechi e di efficienza ma, soprattutto, l’esigenza di integrare le politiche di difesa dei Paesi europei sempre di più, non in contrapposizione alla NATO ma proprio all’interno del patto atlantico per costituire un polo europeo che si potesse porre con maggiore forza e dignità anche nei confronti dell’alleato americano e ancora non c’era stata la Brexit.

Vi era come sempre in Andreatta una lucida visione dei pericoli per la sicurezza europea derivanti dalla fine disordinata della Guerra fredda e dell’URSS.

Andreatta è stato il maestro politico di Enrico Letta, attuale segretario del Pd, il partito più atlantista e nello stesso tempo europeista dello scacchiere politico italiano, che in questo momento più sta ponendo l’urgenza di una forte sintonia fra Ue e Usa anche all’interno del cooordinanento politico della NATO, nell’ottica di costruzione di un unico esercito europeo al servizio della pace nel

vecchio Continente.

È una cultura politica in cui l’Italia e l’Europa hanno potuto crescere e in cui deve affrontare questo salto di qualità della comune difesa europea. 

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Pier Luigi Tolardo

54 anni, novarese da sempre, passioni: politica, scrittura. Blogger dal 2001.

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La lezione di Andreatta a Letta

L’ultimo incarico di statista di Beniamino Andreatta, prima di cadere in coma proprio mentre si trovava in Parlamento, fu da Ministro della Difesa.

Andreatta, già consigliere economico di Aldo Moro, economista e politico specializzato in politica economica si dedicò con rigore e passione al suo ultimo incarico apparentemente il più lontano dalla sua formazione ed interessi.

Nelle sue ultime interviste metteva in primo piano l’esigenza di ammodernamento dello strumento militare italiano, in termine di riduzione degli sprechi e di efficienza ma, soprattutto, l’esigenza di integrare le politiche di difesa dei Paesi europei sempre di più, non in contrapposizione alla NATO ma proprio all’interno del patto atlantico per costituire un polo europeo che si potesse porre con maggiore forza e dignità anche nei confronti dell’alleato americano e ancora non c’era stata la Brexit.

Vi era come sempre in Andreatta una lucida visione dei pericoli per la sicurezza europea derivanti dalla fine disordinata della Guerra fredda e dell’URSS.

Andreatta è stato il maestro politico di Enrico Letta, attuale segretario del Pd, il partito più atlantista e nello stesso tempo europeista dello scacchiere politico italiano, che in questo momento più sta ponendo l’urgenza di una forte sintonia fra Ue e Usa anche all’interno del cooordinanento politico della NATO, nell’ottica di costruzione di un unico esercito europeo al servizio della pace nel

vecchio Continente.

È una cultura politica in cui l’Italia e l’Europa hanno potuto crescere e in cui deve affrontare questo salto di qualità della comune difesa europea. 

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