La ricomposizione della sinistra da parte di Letta

Il disegno di ricomporre una sinistra troppo frantumata e sparsa che costituisca l’alternativa al centrodestra a trazione meloniana è quello che sta perseguendo Enrico Letta. 

Allearsi con la formazione europeista di Calenda-Bonino e con quella rossoverde di Bonelli-Fratoianni candidando nel Pd figure come  Speranza e Fornaro significa pensare ad una sinistra di tipo europeo che in partiti come quello laburista inglese o socialdemocratico tedesco sa riunire più sensibilità , da quelle più moderate a quelle più radicali . 

Del resto Calenda stesso proviene dal Pd, come anche una buona parte dei quadri locali di questo partito essendo stato eletto deputato europeo proprio nelle liste democratiche .

La scelta europea e quella atlantista riuniscono comunque le sinistre europee come dimostra la scelta delle giovani Premier socialdemocratiche di Svezia e Finlandia alla guida di governi di sinistra che hanno voluto con forza rompere una tradizione neutralista per aderire alla NATO dopo la tragica aggressione russa all’Ucraina.

È una scelta che le sinistre europee condividono con i partiti liberal conservatori in Inghilterra come in Germania , Olanda, Belgio, Svezia, Finlandia e Slovenia, Polonia, ma anche con i socialisti francesi e i gollisti per quanto decimati da partiti nuovi , anche questi europeisti e atlantisti,  come quello di Macron.

L’anomalia della situazione italiana che ha visto una forza come i 5 Stelle e soprattutto la Lega ma anche Berlusconi appiattiti sulle posizioni di Putin è però corretta dall’approccio atlantista di Fratelli d’Italia.

L’approccio di Letta è quindi, come sempre, di tipo europeo per cercare di far approdare finalmente il nostro Paese ad un bipolarismo europeo in cui l’alternanza di destra e sinistra non metta mai in discussione le grandi fondamentali opzioni di politica estera e di convinta e fattiva collocazione europea. 

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Pier Luigi Tolardo

54 anni, novarese da sempre, passioni: politica, scrittura. Blogger dal 2001.

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Il disegno di ricomporre una sinistra troppo frantumata e sparsa che costituisca l’alternativa al centrodestra a trazione meloniana è quello che sta perseguendo Enrico Letta. 

Allearsi con la formazione europeista di Calenda-Bonino e con quella rossoverde di Bonelli-Fratoianni candidando nel Pd figure come  Speranza e Fornaro significa pensare ad una sinistra di tipo europeo che in partiti come quello laburista inglese o socialdemocratico tedesco sa riunire più sensibilità , da quelle più moderate a quelle più radicali . 

Del resto Calenda stesso proviene dal Pd, come anche una buona parte dei quadri locali di questo partito essendo stato eletto deputato europeo proprio nelle liste democratiche .

La scelta europea e quella atlantista riuniscono comunque le sinistre europee come dimostra la scelta delle giovani Premier socialdemocratiche di Svezia e Finlandia alla guida di governi di sinistra che hanno voluto con forza rompere una tradizione neutralista per aderire alla NATO dopo la tragica aggressione russa all’Ucraina.

È una scelta che le sinistre europee condividono con i partiti liberal conservatori in Inghilterra come in Germania , Olanda, Belgio, Svezia, Finlandia e Slovenia, Polonia, ma anche con i socialisti francesi e i gollisti per quanto decimati da partiti nuovi , anche questi europeisti e atlantisti,  come quello di Macron.

L’anomalia della situazione italiana che ha visto una forza come i 5 Stelle e soprattutto la Lega ma anche Berlusconi appiattiti sulle posizioni di Putin è però corretta dall’approccio atlantista di Fratelli d’Italia.

L’approccio di Letta è quindi, come sempre, di tipo europeo per cercare di far approdare finalmente il nostro Paese ad un bipolarismo europeo in cui l’alternanza di destra e sinistra non metta mai in discussione le grandi fondamentali opzioni di politica estera e di convinta e fattiva collocazione europea. 

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