La sicurezza delle chiocciole

L’arte fa sicurezza. È questa la motivazione che porta il comune di Novara ad installare per alcuni mesi delle gigantesche chiocciole dei colori fluo sulla piazza Garibaldi.

Chi arriva alla stazione di Novara si trova subito davanti il monumento Giuseppe Garibaldi: così deve essere stato per i tanti italiani del sud che provenendo dalle regioni che il generale aveva liberato e unificato sono arrivati a Novara negli anni ‘60 dello scorso secolo. 

Oggi se lo trovano al loro arrivo uruguaiani e argentini e brasiliani, che arrivano nei nostri anni, abitanti di zone del mondo che pure hanno visto le gesta garibaldine e subito possono rifocillarsi in qualche locale latino americano che insieme a kebabbari è l’unica offerta gastronomica di questa zona. 

Poi c’è il monumento alla mondina, umile ed anonima eroina femminile che ha fatto la civiltà del riso e che oggi si può trovare solo in questa statua; le uniche mondine ancora in servizio hanno i tratti orientali delle zone della Cina più profonda da cui arrivano. 

Oggi chi arriva troverà le chiocciole: forse per Novara sarebbero state più azzeccate le tane, immense rane, anche queste estinte, ma non perché ce le siamo mangiate tutte, prodotto base della nostra cucina novarese, ma perché vittime anche loro come le mondine dei diserbanti dell’agricoltura moderna. 

La trovata è cercare di animare una piazza spesso teatro di autentici fatti di violenza, di delinquenza spesso, purtroppo, giovanile, poco frequentata dai cittadini onesti perché troppo frequentata da personaggi meno raccomandabili. 

Le chiocciole svolgono, più che una funzione artistica e decorativa una funzione “magica”, dei totem che cercano di scacciare e tenere lontani gli spiriti maligni dal nostro villaggio. 

In questo c’è un certo fondo “celtico” da villaggio di Asterix che la Lega, al governo di Novara fin dai suoi inizi, ha sempre coltivato.

La stessa Lega che alla guida dell’amministrazione comunale è responsabile di un numero, ormai impossibile da contare, di interventi di restyling della stessa piazza, con la storica rimozione dei schienali delle panchine per ridurre la sosta sulle stesse, di retate di pattuglioni e battaglioni di polizia, carabinieri, finanzieri con i rispettivi reparti cinofili, con una lotta epocale alle biciclette parcheggiate fuori dagli spazi. 

L’idea delle chiocciole appartiene quindi all’ultima spiaggia, quella della magia e della fantasia, quando la realtà, nonostante milioni in cantieri e forze dell’ordine, non vuole cambiare con gli strumenti della ragione.

Se vinceranno le chiocciole – animali pacifici e lenti, certo non gli elefanti di Chambery – o se invece saranno vandalizzate dalla maledizione della piazza, lo sapremo solo vivendo.

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Lumache giganti e luminose in piazza Garibaldi. «Così si riqualifica la zona»

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Pier Luigi Tolardo

54 anni, novarese da sempre, passioni: politica, scrittura. Blogger dal 2001.

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L’arte fa sicurezza. È questa la motivazione che porta il comune di Novara ad installare per alcuni mesi delle gigantesche chiocciole dei colori fluo sulla piazza Garibaldi.

Chi arriva alla stazione di Novara si trova subito davanti il monumento Giuseppe Garibaldi: così deve essere stato per i tanti italiani del sud che provenendo dalle regioni che il generale aveva liberato e unificato sono arrivati a Novara negli anni ‘60 dello scorso secolo. 

Oggi se lo trovano al loro arrivo uruguaiani e argentini e brasiliani, che arrivano nei nostri anni, abitanti di zone del mondo che pure hanno visto le gesta garibaldine e subito possono rifocillarsi in qualche locale latino americano che insieme a kebabbari è l’unica offerta gastronomica di questa zona. 

Poi c’è il monumento alla mondina, umile ed anonima eroina femminile che ha fatto la civiltà del riso e che oggi si può trovare solo in questa statua; le uniche mondine ancora in servizio hanno i tratti orientali delle zone della Cina più profonda da cui arrivano. 

Oggi chi arriva troverà le chiocciole: forse per Novara sarebbero state più azzeccate le tane, immense rane, anche queste estinte, ma non perché ce le siamo mangiate tutte, prodotto base della nostra cucina novarese, ma perché vittime anche loro come le mondine dei diserbanti dell’agricoltura moderna. 

La trovata è cercare di animare una piazza spesso teatro di autentici fatti di violenza, di delinquenza spesso, purtroppo, giovanile, poco frequentata dai cittadini onesti perché troppo frequentata da personaggi meno raccomandabili. 

Le chiocciole svolgono, più che una funzione artistica e decorativa una funzione “magica”, dei totem che cercano di scacciare e tenere lontani gli spiriti maligni dal nostro villaggio. 

In questo c’è un certo fondo “celtico” da villaggio di Asterix che la Lega, al governo di Novara fin dai suoi inizi, ha sempre coltivato.

La stessa Lega che alla guida dell’amministrazione comunale è responsabile di un numero, ormai impossibile da contare, di interventi di restyling della stessa piazza, con la storica rimozione dei schienali delle panchine per ridurre la sosta sulle stesse, di retate di pattuglioni e battaglioni di polizia, carabinieri, finanzieri con i rispettivi reparti cinofili, con una lotta epocale alle biciclette parcheggiate fuori dagli spazi. 

L’idea delle chiocciole appartiene quindi all’ultima spiaggia, quella della magia e della fantasia, quando la realtà, nonostante milioni in cantieri e forze dell’ordine, non vuole cambiare con gli strumenti della ragione.

Se vinceranno le chiocciole – animali pacifici e lenti, certo non gli elefanti di Chambery – o se invece saranno vandalizzate dalla maledizione della piazza, lo sapremo solo vivendo.

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