I libri di Paolo Cognetti e il loro successo hanno portato in auge anche presso il grande pubblico il genere della letteratura di montagna, non solo di ambiente alpino ma in cui l’alpinismo, la scalata, le ascensioni sono un’avventura umana ed esistenziale dell’uomo che nella natura ancora non completamente antropizzata scopre i suoi limiti , le sue aspirazioni , in una parola se stesso.
A questo genere di narrazione appartiene in senso riuscito e felice il romanzo breve “Peak Tower” ( Le cose dimenticate) di Andress Allan Paul, un novarese appassionato di alpinismo e scrittura.
Un giovane uomo , un ingegnere appassionato di montagna, sposato con una ragazza appassionata di montagna , con due bambini affronta una scalata a lungo ambita e studiata con meticolosità , come nel suo carattere logico e pianificatore , attento ai dettagli, molto anzi fin troppo controllato emozionalmente.
Dopo la prima tappa per raggiungere le pendici del “ Pizzo Torre” in una fitta nebbia il protagonista incontra un altro alpinista solitario, non molto diverso da lui nell’ aspetto fisico esteriore , misterioso ma che dimostra di conoscerlo quanto se non più di lui stesso.
La scalata e la notte trascorsa insieme in rifugio permettono al protagonista di rompere la spessa coltre di ghiaccio che copre i suoi sentimenti rispetto alla vita, facendo venire a galla : “ le cose dimenticate” e facendo modificare il programma stesso e l’itinerario della scalata.
Come va a finire e soprattutto quali sono “ le cose dimenticate “ non si deve spoilerare più di tanto perché costituiscono un motivo intrigante di questa scalata nella coscienza e nel passato del protagonista.