Le vacche grasse e quelle magre

Il Presidente francese Macron appena rieletto ha detto in questi giorni in un discorso pubblico alla nazione: “ Gli anni dell’abbondanza sono terminati”.

Il segretario della Cgt Martinez,,la Cgil francese,  gli ha replicato che per milioni di lavoratori francesi sottopagati e precari gli anni dell’abbondanza non sono mai iniziati.

Il predecessore di Macron, il socialista Hollande non arrivò nemmeno al ballottaggio: era stato coperto di ridicolo perché seduto dietro su uno scooter della scorta  si recava a portare le brioches al mattino alla sua giovane amante, mentre il predecessore di Hollande, il conservatore Sarkozy  è stato arrestato ed è sotto processo per fondi neri ricevuti per la sua campagna elettorale e altre regalie da parte di grandi imprenditori.

Anche il predecessore del sindacalista Martinez, Thierry Lepaon , nel 2015 fu costretto a dimettersi da segretario del più grande sindacato francese: avrebbe speso troppe decine di migliaia di euro per ristrutturare il proprio studio e il proprio alloggio.

Sull’onda degli scandali Macron al ballottaggio deve vedersela per ben due volte con la Le Pen , segretaria di quel Raggruppamento Nazionale molto simile a Fratelli d’Italia e amica di Salvini mentre nelle elezioni del 2018 il partito di Beppe Grillo, i 5 Stelle, vince le elezioni e per ben 3 anni esprimerà il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte, un avvocato d’affari di successo che ha scelto di rappresentare la protesta popolare contro le classi dirigenti e i loro privilegi .

La tensione fra necessarie politiche di austerity a causa della crisi energetica e il problema tutto politico di chi ne deve sopportare maggiormente il peso ci riporta agli anni ‘80, con il loro carico di inflazione e uno scenario internazionale sullo sfondo da brivido per un nuovo confronto fra potenze nucleari e questa volta una feroce guerra convenzionale. 

Allora il Paese resse perché scelse decisamente di stare in Occidente, in Europa e nella NATO e grazie ad una base di solidarietà nazionale che sia pure nella dialettica sindacale e politica a volte aspra, perfino più di oggi, funzionò. 

Sarà così anche oggi? 

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Pier Luigi Tolardo

54 anni, novarese da sempre, passioni: politica, scrittura. Blogger dal 2001.

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Le vacche grasse e quelle magre

Il Presidente francese Macron appena rieletto ha detto in questi giorni in un discorso pubblico alla nazione: “ Gli anni dell’abbondanza sono terminati”.

Il segretario della Cgt Martinez,,la Cgil francese,  gli ha replicato che per milioni di lavoratori francesi sottopagati e precari gli anni dell’abbondanza non sono mai iniziati.

Il predecessore di Macron, il socialista Hollande non arrivò nemmeno al ballottaggio: era stato coperto di ridicolo perché seduto dietro su uno scooter della scorta  si recava a portare le brioches al mattino alla sua giovane amante, mentre il predecessore di Hollande, il conservatore Sarkozy  è stato arrestato ed è sotto processo per fondi neri ricevuti per la sua campagna elettorale e altre regalie da parte di grandi imprenditori.

Anche il predecessore del sindacalista Martinez, Thierry Lepaon , nel 2015 fu costretto a dimettersi da segretario del più grande sindacato francese: avrebbe speso troppe decine di migliaia di euro per ristrutturare il proprio studio e il proprio alloggio.

Sull’onda degli scandali Macron al ballottaggio deve vedersela per ben due volte con la Le Pen , segretaria di quel Raggruppamento Nazionale molto simile a Fratelli d’Italia e amica di Salvini mentre nelle elezioni del 2018 il partito di Beppe Grillo, i 5 Stelle, vince le elezioni e per ben 3 anni esprimerà il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte, un avvocato d’affari di successo che ha scelto di rappresentare la protesta popolare contro le classi dirigenti e i loro privilegi .

La tensione fra necessarie politiche di austerity a causa della crisi energetica e il problema tutto politico di chi ne deve sopportare maggiormente il peso ci riporta agli anni ‘80, con il loro carico di inflazione e uno scenario internazionale sullo sfondo da brivido per un nuovo confronto fra potenze nucleari e questa volta una feroce guerra convenzionale. 

Allora il Paese resse perché scelse decisamente di stare in Occidente, in Europa e nella NATO e grazie ad una base di solidarietà nazionale che sia pure nella dialettica sindacale e politica a volte aspra, perfino più di oggi, funzionò. 

Sarà così anche oggi? 

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