Lo stile familiare del Vescovo Brambilla e le pagine bianche

Il Vescovo Franco Giulio Brambilla dedica la sua nuova lettera pastorale alle famiglie, la intitola “ Lessico familiare“ come il quasi omonimo libro celebre di Natalia Ginzburg: “ Lessico famigliare”, di cui il Vescovo sente tutta la suggestione quando la scrittrice parla di quelle parole , di quei modi di dire caratteristici di suo padre e sua madre e della famiglia quando vivevano insieme che bastano, ripetuti ancora dopo tanti anni, ai fratelli e alle sorelle Ginzburg per rivivere quegli anni e l’ambiente unico e irripetibile in cui sono cresciuti e si sono formati.

Il Vescovo sceglie 7 parole per questo Lessico ma premette che ne mancano altre, non poche , perché si tratta di una Lettera aperta in cui ci sono pagine bianche che devono essere scritte  dalle famiglie, dalle coppie di sposi e dai loro figli, e ascoltate dalla Chiesa in un dialogo con le famiglie vere, in carne ed ossa e non solo con quelle astratte, angelicate e perfette della teologia. 

Interessante e originale, secondo me, che Mons. Brambilla non si sofferma più sugli aspetti legali e formali della Chiesa, di cui si vorrebbe che la Chiesa e i suoi Pastori parlassero in continuazione, quasi che parlarne in senso critico o non critico sciogliesse tensioni e problemi reali e nemmeno in aspetti sociologici , pure fondamentali dal welfare alle retribuzioni alla conciliazione con il lavoro. 

Tende il Vescovo a centrare l’attenzione della nostra Chiesa locale sui valori e soprattutto sugli stili delle persone che decidono di formare una famiglia,si formano nella famiglia, che la portano avanti ogni giorno con fatica ma anche con Gioia e che la Chiesa vuole innanzitutto ascoltare e non solo catechizzare , inquadrare, ammonire, giudicare e rimproverare. 

Lo deve fare anche a partire dalla Benedizione delle Case, un rito antico e spesso desueto e abbandonato dai preti per tante ragioni : crescita delle porte chiuse, difficoltà degli orari , sempre meno preti, sempre più anziani e affaticati ma insostituibile per ascoltare e per incontrare tutte le famiglie nelle loro case perché difficilmente la maggior parte di loro verranno in parrocchia. 

Una Chiesa in uscita e in ascolto quella che delinea il Vescovo Franco sulla scia del Papa Francesco impegnativa e impegnata  se vuole avere un futuro. 

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Pier Luigi Tolardo

54 anni, novarese da sempre, passioni: politica, scrittura. Blogger dal 2001.

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Il Vescovo Franco Giulio Brambilla dedica la sua nuova lettera pastorale alle famiglie, la intitola “ Lessico familiare“ come il quasi omonimo libro celebre di Natalia Ginzburg: “ Lessico famigliare”, di cui il Vescovo sente tutta la suggestione quando la scrittrice parla di quelle parole , di quei modi di dire caratteristici di suo padre e sua madre e della famiglia quando vivevano insieme che bastano, ripetuti ancora dopo tanti anni, ai fratelli e alle sorelle Ginzburg per rivivere quegli anni e l’ambiente unico e irripetibile in cui sono cresciuti e si sono formati.

Il Vescovo sceglie 7 parole per questo Lessico ma premette che ne mancano altre, non poche , perché si tratta di una Lettera aperta in cui ci sono pagine bianche che devono essere scritte  dalle famiglie, dalle coppie di sposi e dai loro figli, e ascoltate dalla Chiesa in un dialogo con le famiglie vere, in carne ed ossa e non solo con quelle astratte, angelicate e perfette della teologia. 

Interessante e originale, secondo me, che Mons. Brambilla non si sofferma più sugli aspetti legali e formali della Chiesa, di cui si vorrebbe che la Chiesa e i suoi Pastori parlassero in continuazione, quasi che parlarne in senso critico o non critico sciogliesse tensioni e problemi reali e nemmeno in aspetti sociologici , pure fondamentali dal welfare alle retribuzioni alla conciliazione con il lavoro. 

Tende il Vescovo a centrare l’attenzione della nostra Chiesa locale sui valori e soprattutto sugli stili delle persone che decidono di formare una famiglia,si formano nella famiglia, che la portano avanti ogni giorno con fatica ma anche con Gioia e che la Chiesa vuole innanzitutto ascoltare e non solo catechizzare , inquadrare, ammonire, giudicare e rimproverare. 

Lo deve fare anche a partire dalla Benedizione delle Case, un rito antico e spesso desueto e abbandonato dai preti per tante ragioni : crescita delle porte chiuse, difficoltà degli orari , sempre meno preti, sempre più anziani e affaticati ma insostituibile per ascoltare e per incontrare tutte le famiglie nelle loro case perché difficilmente la maggior parte di loro verranno in parrocchia. 

Una Chiesa in uscita e in ascolto quella che delinea il Vescovo Franco sulla scia del Papa Francesco impegnativa e impegnata  se vuole avere un futuro. 

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