L’Occidente e il tabù della Guerra

Bisogna dire onestamente che l’idea che la Guerra, quella offensiva, di attacco e aggressiva, non quella difensiva perché sei sotto attacco, era diventata un tabù, almeno in Europa, con l’avvento dell’era nucleare.

La possibilità che con l’uso di testate nucleari il conflitto armato vada oltre lo scopo e il territorio in cui nasce per estendersi al mondo con effetti irreversibili ed estremamente distruttivi  sull’umanità e la natura aveva reso inservibile il concetto di “ guerra giusta “ e l’idea della legittimità della guerra . 

Su questo convenivano teologi Cristiani ma anche pensatori laici come Norberto Bobbio.

A cambiare le carte in tavola ci ha pensato la fine della Guerra fredda, con la fine dell’equilibrio del terrore, e gli interventi americani con la logica dell’ ingerenza umanitaria e addirittura della necessità di esportare la democrazia in Paesi che ne difettavano del tutto o in gran parte. 

Iraq, Serbia, Libia hanno sdoganato da parte degli USA e dei loro alleati, anche l’Italia, il concetto e la pratica della guerra.

Ancora recentemente davanti ai Talebani, che riprendevano il potere in Afghanistan, ci sono state tante voci che giudicavano male l’abbandono delle forze armate americane ed europee in nome della difesa dei diritti delle donne e dei gay che i talebani si ripromettevano di conculcare come hanno fatto subito con la forza, molte di queste voci  oggi sono molto comprensive delle ragioni addotte da Putin.

A questo si contrappongono ritorni di fiamma di parti del mondo islamico , sia pure minoritarie, che ripropongono la logica della guerra santa contro gli infedeli che giustifica anche il perpetrarsi di atti di terrorismo contro innocenti e comuni cittadini, chiese, ebrei , istituzioni scolastiche e culturali.

Putin sdogana la guerra in nome della sicurezza della Russia, che sarebbe potenzialmente minacciata dalla NATO, da presunti nazisti prevalenti  in Ucraina e dalla necessità di ristabilire forti rapporti fra ucraini e russi oggi troppo allentati e va oltre  minacciando l’uso delle armi nucleari, senza considerare la presenza in Ucraina di centrali nucleari dismesse e attive che potrebbero trasformare la guerra in nucleare perfino senza l’uso delle armi nucleari.  In realtà è il ritorno della guerra di conquista dei territori vicini che si è sempre ammantata di giustificazioni ideologiche più o meno forti.

La realtà è che se la guerra non torna presto un tabù, il rifiuto della guerra un dogma oltre ogni relativismo e pluralismo e fondamentalismo religioso , culturale, politico, nazionale, il mondo non riuscirà più a liberarsene almeno parzialmente e così l’Europa.

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Pier Luigi Tolardo

54 anni, novarese da sempre, passioni: politica, scrittura. Blogger dal 2001.

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L’Occidente e il tabù della Guerra

Bisogna dire onestamente che l’idea che la Guerra, quella offensiva, di attacco e aggressiva, non quella difensiva perché sei sotto attacco, era diventata un tabù, almeno in Europa, con l’avvento dell’era nucleare.

La possibilità che con l’uso di testate nucleari il conflitto armato vada oltre lo scopo e il territorio in cui nasce per estendersi al mondo con effetti irreversibili ed estremamente distruttivi  sull’umanità e la natura aveva reso inservibile il concetto di “ guerra giusta “ e l’idea della legittimità della guerra . 

Su questo convenivano teologi Cristiani ma anche pensatori laici come Norberto Bobbio.

A cambiare le carte in tavola ci ha pensato la fine della Guerra fredda, con la fine dell’equilibrio del terrore, e gli interventi americani con la logica dell’ ingerenza umanitaria e addirittura della necessità di esportare la democrazia in Paesi che ne difettavano del tutto o in gran parte. 

Iraq, Serbia, Libia hanno sdoganato da parte degli USA e dei loro alleati, anche l’Italia, il concetto e la pratica della guerra.

Ancora recentemente davanti ai Talebani, che riprendevano il potere in Afghanistan, ci sono state tante voci che giudicavano male l’abbandono delle forze armate americane ed europee in nome della difesa dei diritti delle donne e dei gay che i talebani si ripromettevano di conculcare come hanno fatto subito con la forza, molte di queste voci  oggi sono molto comprensive delle ragioni addotte da Putin.

A questo si contrappongono ritorni di fiamma di parti del mondo islamico , sia pure minoritarie, che ripropongono la logica della guerra santa contro gli infedeli che giustifica anche il perpetrarsi di atti di terrorismo contro innocenti e comuni cittadini, chiese, ebrei , istituzioni scolastiche e culturali.

Putin sdogana la guerra in nome della sicurezza della Russia, che sarebbe potenzialmente minacciata dalla NATO, da presunti nazisti prevalenti  in Ucraina e dalla necessità di ristabilire forti rapporti fra ucraini e russi oggi troppo allentati e va oltre  minacciando l’uso delle armi nucleari, senza considerare la presenza in Ucraina di centrali nucleari dismesse e attive che potrebbero trasformare la guerra in nucleare perfino senza l’uso delle armi nucleari.  In realtà è il ritorno della guerra di conquista dei territori vicini che si è sempre ammantata di giustificazioni ideologiche più o meno forti.

La realtà è che se la guerra non torna presto un tabù, il rifiuto della guerra un dogma oltre ogni relativismo e pluralismo e fondamentalismo religioso , culturale, politico, nazionale, il mondo non riuscirà più a liberarsene almeno parzialmente e così l’Europa.

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